Flatline // CarLando [Sospesa]

13. (C&L)

CARLOS

Zandvoort, 26 agosto 2023

Dopo aver trascorso una settimana memorabile a Madrid con Lando, sono volato a Maranello per prepararmi al simulatore e allenarmi. Sono stati giorni pieni di lavoro e di registrazioni di contenuti per i social. Jacques sa fare il suo lavoro ma è petulante.

La buona notizia è che Hélène è tornata nel mondo del motorsport come social media manager per il team DAMS di Formula Due, quello in cui corre Arthur, il fratello di Charles.

Ho visto poco Lando. Quando eravamo a Madrid, nella mia stanza, mi ha detto ti amo. Non mi ha messo pressione, e gliene sono grato. I sentimenti che provo per lui sono veri, forse fin troppo forti. Siamo in quella che abbiamo definito la prima fase della luna di miele, quella che non vorremmo mai che terminasse, racchiusi in una bolla di amore e di frasi sdolcinate.

Ma appena mettiamo piede nella vita reale fingiamo di essere amici.

Perché è così difficile vivere una relazione ai giorni d'oggi? Perché non possiamo essere liberi di manifestare il nostro amore?

Sono il primo a mantenere privata la mia vita, ma vorrei perlomeno tenere Lando per mano e non farlo come se fosse dettato dallo scherzo o dall'amicizia che ci lega.

Il mondo della Formula Uno è complesso, ti trovi a guidare in un top team, a essere osannato quando vinci, ma se non apri bocca su determinati argomenti ti pugnalano alle spalle e ti etichettano nel peggiore dei modi. Se c'è feeling tra te e il tuo compagno di squadra creano ship e guai se l'amicizia si trasforma in qualcosa di più.

Ho promesso a Lando che usciremo allo scoperto. E io mantengo le promesse.

È sabato, giorno di qualifiche qui a Zandvoort. Le prove libere non sono andate come speravamo, ma il team è fiducioso di poter fare bene in gara.

Concedo qualche intervista a un'emittente italiana e adocchio Lando e Oscar uscire dall'hospitality McLaren insieme ai loro ingegneri di pista. Il primo mi saluta e ricambio con un cenno.

Perché è questo il nostro saluto: cenno e pacca sulla spalla. Niente di più, niente di meno.

È un mondo davvero bastardo, questo.

Quei contatti fin troppo ravvicinati erano solo una scusa. I suoi manifestavano i sentimenti nascosti, i miei erano dettati dal voler dimostrare affetto attraverso il contatto fisico.

E le mani mi prudono perché vorrei correre da lui e affondare il viso nel suo collo.

Mi preparo per le qualifiche e quando esco dallo stanzino noto Hélène nel box di Charles. Si guardano, lui le bacia la tempia e monta nella monoposto.

Lo imito e i meccanici ci danno il via per uscire e schierarci in pit-lane.

La pista è umida a causa della pioggia. Io e Charles riusciamo ad accedere al Q3, ma vengo informato da Riccardo, il mio ingegnere di pista, che a quattro minuti dal termine della sessione il mio compagno di squadra è uscito fuori, non riuscendo a percorrere un altro giro per migliorare il tempo.

Rientro ai box e dal megaschermo lo noto seduto su una seggiola accanto agli steward, subito dopo il replay dell'accaduto. Hélène è sconsolata, Charles la evita quando fa il suo ingresso.

La stringo in un abbraccio per darle conforto e ci rechiamo in pit-lane.

«È una pista non facile per noi, però daremo il massimo», la rassicuro.

L'addetta stampa mi trascina verso la zona intervista e saluto distrattamente Hélène.

A qualche metro di distanza ci sono Max e Lando e mi congratulo per la prima fila. Ci immergiamo in un fitto discorso circa le nostre prestazioni e le previsioni per domani e non mi perdo le occhiate furtive di Lando.