Capitolo 19

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Eccomi qui. Grazie per aver atteso, sono stati giorni impegnativi tra lavoro e vita privata. Questo capitolo sarà ambientato al presente, dove il rapporto tra Tecla e Matteo è del tutto diverso rispetto a quello del passato. Buona lettura! Attendo le vostre opinioni e non dimenticate le stelline a fine capitolo se vi è piaciuto :)


Matteo

«Apri questa porta.»

Bussai furioso per l'ennesima volta.

Esasperata, aprì con un grugnito.

«Che vuoi?»

«Levati di mezzo, nanetta.»

Aprii del tutto il portone di ingresso, costringendo Naiara a farsi da parte. Entrai nell'appartamento come se fosse il mio. Naiara mi venne dietro imbestialita, mentre spalancavo le porte di tutte le stanze.

«Stai attento, Matteo, ché la nanetta aspetta solo l'ok di Tecla per spaccarti la faccia.» mi guardò sanguigna con i pugni chiusi e le magre braccia tatuate dai muscoli evidenti che tremavano per lo sforzo di trattenersi. Era in perizoma e canotta aderente bianca, dal tessuto intravedevo i piercing ai capezzoli.

«Dov'è Tecla?» domandai, non trovandola nemmeno dietro l'ultima porta di casa. Aveva deciso di confinarsi in quell'appartamento accogliente ma insignificante quando avrebbe potuto permettersi ben altro. Tutto per non restare sola con la sua testa.

«Forse è nella lavatrice, perché non controlli anche lì, stronzo?»

«Perché no.»

E lo feci. Aprii la lavatrice ancora in azione. Era vecchissima, senza alcun sistema di sicurezza che impediva di aprire lo sportello durante i lavaggi. Lo spalancai e l'acqua saponata si riversò fuori con tutti gli abiti.

Naiara non ci vide più, mi venne sotto per caricarmi, ma afferrai alcune costose boccette di profumo dal mobile del bagno e minacciai si fracassarle a terra. Si arrestò con la rabbia negli occhi. Sì, mi avrebbe ammazzato che avesse potuto.

«Dov'è Tecla?» chiesi algido, stringendo mille euro di profumo in mano.

«Non lo so.»

«Bugiarda.»

«Non mi ha detto dove andava.»

«La puttana della tua amica mi deve un paio di spiegazioni.»

«Che coincidenza! Anche tu ne devi tante a lei.»

«Naiara...» finsi di mollare il profumo. Le scappò un grido. Lo recuperai all'ultimo, prima che si infrangesse per terra.

«Dov'è Tecla?»

«Non lo so.»

«Cosa le devi dire?»

«Non ti riguarda.»

«Oh sì che mi riguarda, visto che si sta scopando il mio capo.»

Ridacchio tra sé e sé. Incrociò le braccia al petto e la canotta le aderì di più al seno, rendendo ancora più evidenti i piercing.

«E perché non dovrebbe? Mica sei il suo ragazzo... tra l'altro, il tuo capo è un sacco simpatico. Più di te sicuramente.»

«Ha sessant'anni.»

«Non è una novità per lei, lo sai.»

«Come non è una novità orbitarmi attorno senza dirmi mai direttamente quello che vuole.»

«Disse quello che si è presentato a casa nostra cercandola. Aspetta, ricordami una cosa... ah, sì! Ti presenti qui ogni due giorni per parlare con lei che invece rifiuta ogni dialogo, come è giusto che sia, visto che stai per sposarti.»

Questo amore passeràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora