19 anni prima...
Il profilo di un'imponente fortezza a picco sul mare in tempesta, la meta di una piccola figura a cavallo, sembrava più distante che mai mentre questa cercava di sottrarsi al più presto alla pioggia torrenziale che batteva il suolo da molte ore.
Tutti i suoni presenti lì intorno, dal fruscio di qualche animale che si muoveva nel sottobosco in cerca di riparo, allo stesso respiro affannato del fantino, erano coperti dal suono ritmico e incalzante dell'acqua che precipitava dal cielo scuro.
Gli zoccoli del suo cavallo avevano già percorso parecchia strada, ma il cavaliere non accennava a voler rallentare l'andatura, nemmeno quando, giunto nei pressi dei cancelli, fece un cenno frettoloso alle guardie di spalancarli.
Cosa che loro fecero senza esitazioni, una volta che lo ebbero riconosciuto, e lui poté proseguire la folle corsa fino alle porte del palazzo, lasciando il fidato animale nelle stalle con la promessa che si sarebbe preso cura di lui in seguito.
Se quello fosse stato un giorno come gli altri, Novak avrebbe sorriso alla vista di quel posto per lui così familiare, deviato verso i giardini per cogliere un fiore alla sorella e solo allora sarebbe entrato dalle grandi porte in quercia.
Ma quello non era un giorno normale, e l'idea di passare nei giardini non lo sfiorò nemmeno mentre con una spinta spalancava l'ingresso, entrando in un ampio salone.
Qui, in cima a un'ampia scalinata, stavano due figure a lui conosciute, che appena lo videro si affrettarono a scendere, venendogli incontro.
«Novak... grazie alla Dea stai bene. Ci hai fatto preoccupare con quel messaggio, fratellino» esclamò una delle due, una giovane donna, catapultandosi tra le braccia del fratello.
«Mi dispiace, ho fatto più in fretta che ho potuto, Lair. Ma nemmeno Osi, per quanto veloce sia, può volare. Quel povero cavallo era distrutto quando sono arrivato» rispose lui, crogiolandosi per qualche attimo in quell'abbraccio, prima di staccarsi gentilmente dalla sorella.
«Ma non porto buone notizie».«Questo lo immaginavamo. Ci hai mandato una lettera criptica e ti sei fiondato qui a tutta la velocità che Obsidian ha sopportato... non credo che fosse solo perché ti mancavamo» commentò lugubre la seconda figura, un giovane uomo di statura imponente.
«Certo che mi siete mancati, Frederick» scherzò lui, in un ultimo tentativo di mantenere quella leggerezza che si era venuta a creare, prima di farla scoppiare come una bolla di sapone.
«Ma purtroppo, hai ragione. È successa una cosa terribile, alla Rocca dei Ghiacci. L'hanno presa, e hanno massacrato senza pietà. I reali hanno salvato quanta più gente possibile chiedendo aiuto alle Terre di Halial, ma la carneficina è stata brutale».«Gli Wells hanno reso realtà le minacce, allora» sussurrò la donna scioccata, facendosi sfuggire una risatina sprezzante.
«Siamo stati stupidi ad appellarci al loro buonsenso, evidentemente».«Sì, ma non è quello il problema. Sapevamo già da tempo che la Terra di Drakkhal iniziava a stargli stretta, e credo che fossero preparati a questa evenienza. Il problema è che la Rocca era piena di spie e traditori» sputò Novak con disprezzo «Che hanno venduto la propria patria per qualche spicciolo. Tutte le entrate erano aperte e l'allarme non è suonato fino a quando non era già troppo tardi».
«Gli Hunt? Il piccolo Aleksandr?».
«Vivi, anche se ammaccati. La regina è stata lievemente ferita, ma il loro erede è stato subito scortato via, a quest'ora sarà già sano e salvo ad Halial».
«Pensi che ci chiederanno di combattere, non è vero?» sottolineò pensieroso Frederick, scambiando con la moglie un'occhiata carica di sottintesi.
«Sì» rispose lui con fermezza «E vorrei pregarvi di riflettere con attenzione su entrambe le risposte possibili. C'è in ballo la sopravvivenza della nostra pace» sussurrò inquieto, consapevole di trovarsi in una situazione delicata.
«Ne discuteremo con più calma assieme, Novak. Ma ora è meglio che ti aiuti a prenderti cura di Obsidian. Non oso immaginare quanto sia ridotta male quella povera creatura» replicò in modo pacato Frederick, desideroso di cambiare argomento.
«Ehi, non è colpa mia se uno dei tuoi cavalli migliori ha scelto me. E a proposito di povere creature, la mia nipotina come sta? Dev'essere estenuante sopportare il suo papà giorno e notte, ma ora finalmente potrà stare un po' con il suo zio preferito» commentò Novak, dirigendosi verso l'uscita.
«E unico, per quanto mi ricordo. La nostra bellissima Brya sta bene, ora sta dormendo» sbuffò Frederick, addolcendo la voce al pensiero della figlia.
«Il fatto che sia l'unico non esclude che sia il suo preferito, per la cronaca» sottolineò l'altro, lottando contro le raffiche di vento che gli impedivano di aprire le porte.
«Lair, tu vieni con noi?»«No, penso che per me sia giunta l'ora di andare a riposare. Ma voi andate da Obsidian prima che il tempo peggiori, su» lo esortò la sorella, mentre si dirigeva verso i suoi appartamenti.
«Ah, e per favore, Novak, non far dannare troppo mio marito».«Ci proverò, sorella. Ma non prometto nulla, mi diverto troppo».
✯☆゚.*・。゚*.☆✯
17 anni prima...
«È fatta. La Roccaforte di Bororn è caduta, mia Signora» annunciò con fare solenne un servitore inginocchiato di fronte a una donna riccamente vestita, seduta su un trono dorato sul quale era raffigurato un intricato vessillo.
«Molto bene. È stata una lunga attesa, ma i Von der Lynn sono riusciti a tenere fede alla parola data, alla fine».
«A proposito di ciò, mia Signora... mi duole informarla che i coniugi Von der Lynn sono deceduti combattendo. La vittoria è stata conseguita ad opera del loro Primo Generale, Marcus Artens, che suppongo voglia incontrarvi per ridiscutere gli accordi».
«Oh. In tal caso lo riceverò a breve, non temere. Gli accordi non cambieranno, dato che hanno esaudito le mie richieste. Sei congedato» rispose seccata la donna, senza mostrare più che un leggero turbamento.
«Ci sarebbe un'ultima cosa, mia Signora» abbozzò tentennando il servitore.
«Beh? Che aspetti? Parla, non ho tempo da perdere».
«Gli eredi. I loro genitori sono tutti caduti in battaglia, ma i bambini non hanno un graffio. I loro popoli e gli amici più fidati dei regnanti hanno minacciato dure ripercussioni se osiamo "far loro del male"».
«Interessante... suppongo che discuteremo anche di questo. Ora puoi andare, ti chiamerò quando avrò dei messaggi pronti» ragionò la donna ad alta voce, congedando il servitore in malo modo, per poi sedersi allo scrittoio e iniziare a comporre la missiva per il Primo Generale dei Von der Lynn.
E in quel momento, un'ombra sgusciò via silenziosa dal punto in cui si era nascosta fino a quel momento, meditando vendetta e desiderosa di veder al più presto piovere sangue.
STAI LEGGENDO
𝕷𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝕰𝐫𝐞𝐝𝐢
FantasyLe Famiglie Fondatrici che si erano unite contro gli Invasori hanno fallito, e sono state sterminate insieme ai loro eserciti. I loro eredi - unici superstiti - devono fare i conti con una realtà pronta a ingoiarli in un sol boccone, intrappolati ne...