Mentre attendiamo che ci scortino dal presidente la mia attensione viene catturata da un bagliore che proviene da fuori dalla finestra, mi avvicino e quello che vedo mi lascia senza parole, sembra una di quelle città futuristiche, ci sono grattaceli enormi, giardini immensi, curati nel minimo dettaglio, tutto sembra nuovo, pulito. È molto diverso da casa mia, li le case sono normali, l'ultima ristrutturazione sarà avvenuta circa cinquant'anni fa a seguito di un intenso terremoto che aveva procurato molti danni.
Vengo richiamata da dei passi, "Nefertiti Zaphira?" chiama il mio nome l'uomo in testa al gruppetto appena entrato nella sala.
"Sono io" rispondo e con la coda dell'occhio vedo Ares avvicinarsi a me.
"Bene, alla fine della presentazione il presidente vuole conferire in privato con lei" afferma l'uomo con un tono ufficiale.
Invevitabilmente tutti mi guardano, ottimo, io che volevo starmene in disparte il più possibile...Veniamo scortati fino ad una macchina, io per tutto il viaggio guardo fuori, così come tutti gli altri, per noi tutto ciò è decisamente nuovo, sembra surreale, ci hanno sempre detto che La capitale dell'impero fosse distrutta e in difficoltà a causa degli scontri avvenuti molti anni prima ma a me non sembra affatto. Anche le persone sono vestite in modo strano, sono tutte eccessivamente eleganti. Dalle nostre parti ci si veste eleganti solo ed esclusivamente per i battesimi e per i matrimoni e anche in quelle occasioni quasi nessuno può permettersi questo sfarzo che noto qui.
Entriamo nel palazzo presidenziale, questo lo riconosco, sembra decisamente fuori luogo rispetto a tutto quello che ci circonda, la struttura è in ordine ma sembra di un'altra epoca. Quando ci mostrano Ardenthia alla televisione inquadrano solo il palazzo presidenziale e null'altro.
Ci fanno entrare in un salone enorme in cui ci saranno centinaia di persone, tutti ci guardano e ci applaudiscono, io sono alibita, non so se sorridere, se piangere, se cercare di fuggire. Veniamo tutti e dieci posizionati davanti ad una donna che riconosco all'istante. È il nostro amato presidente. Lei ci sorride ma noto che gli occhi non sorridono con lei, sono freddi, glaciali.
"Benvanuti volontari di Eldoria, voglio congratularmi con voi per il vostro sacrificio, siete molto coraggiosi, miei concittadini, facciamo un applauso a questi giovani che incarnano il coraggio della nazione". Tutti applaudiscono sonoramente.
"Come ogni anno, tutte e trenta le regioni hanno dei giovani che decidono volontariamente di arruolarsi per la nostra causa, ovviamente hanno l'onore di essere scelti soltanto dieci di loro, i più forti, i più astuti... " fa un altro sorriso e continua "Questi giovani verranno addestrati e poi serviranno il nostro paese fino all'età dei quarant'anni, non posso far altro che sottolineare quale onore rappresenti ciò, alziamo in alto i calici per questi giovani volonterosi, e vi ricordo come sempre che il futuro appartiene a chi è disposto a sacrificare l'umanità per un ordine che non conosce compassione".
Tutta la sala alza in alto i calici, noi ci inchiniamo come ci è stato detto di fare e veniamo scortati fuori mentre all'interno riprendono i festeggiamenti.Appena uscita l'uomo di prima mi prende sotto braccio e mi intima di seguirlo, più che seguirlo mi trascina, cerco di scrollarmelo, "So camminare anche da sola!" ma lui non mi risponde e stringe ancora di più il mio bicipite. Ci fermiamo davanti ad una una porta "Entri signorina il presidente la sta aspetando" e l'uomo fa un passo indietro. Con la mano sudata apro la porta, la stanza è grande, elegante, un enorme scrivania si trova al centro dove vedo alzarsi il piedi il presidente "Buonasera Nefertiti, entra pure e accomodati, è un piacere conoscerti" fa il solito sorriso freddo.
"Presidente Olenis, che onore, a cosa devo questo colloquio privato se posso chiedere..." sorrido e mi siedo davanti a lei.
Siamo sole e noto che prima di parlare lei mi fissa come se cercasse di leggermi dentro, magari ci riesce con quei occhi, colta da un improvvisa paura distolgo lo sguarda facendo finta di osservare l'ambiente circostante.
"Sa signorina che ho un problema ?" io poso nuovamente lo sguardo su di lei e scuoto la testa, non so cosa dire.
"Eh già, un grosso problema, lei avrà sicuramente capito perchè è qui"
"Vuole dimostrare che nemmeno i figli dei sindaci sono più potenti del potere centrale" dico decidendo immediatamente di non mentire.
Lei sorride, per la prima volta anche con gli occhi "in parte si, hai ragione diciamo che ho preso due piccioni con una fava, nelle regioni inizia a circolare il dissenso, il fatto che io dica che voi vi offrite volontari non funziona più, si inizia a vociferare che il potere centrale invece che essere utile per proteggere tutti sia invece un peso, un fardello. Siamo un totalitarismo queste affermazioni a me non piacciono, io cerco di tenere tutto tranquillo, ma come capirai volevo farmi sentire ed ecco che ho selezionato lei, nessuno se lo aspettava, forse solo lei e i vostri genitori, i quali mi aiutano con questi anarchici."
"Io non ho mai visto anarchici o proteste, Eldoria è una regione tranquilla e se i miei genitori evessero saputo qualcosa me lo avrebbero detto" rispondo confusa.
"Signorina, evidentemente no. Gli anarchici non li può mica vedere, il dissenso non è permesso. Suo padre ovviamente è stato informato della vostra selezione, non era d'accordo ovviamente, sappiamo entrambe che pochi tornano a casa, allora mi ha chiasto di nominare anche il vostro amico Valehart per tenerla d'occhio."
"Ares? Mio padre non manderebbe mai a morire un mio amico..."
"Ha mandato a morire la sua stessa figlia, comunque questo non era ciò di cui volevo parlarle, ho bisogno di avere tra le mie file qualcuno di cui mi fidi, sicuramente essere nelle mie grazie potrebbe facilitare la vostra soppravvivenza e anche quella del vostro amico, quindi ve lo domanderò una sola volta, posso fidarmi di lei signorina Zaphira? Si ricordi che è per il bene della nazione e dei suoi cari".
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Ardenthia
FantasyIn un mondo distopico Nefertiti si vede costretta ad arruolarsi, viene sottratta dalla sua vita quotidiana per saldare un debito contratto dalle regioni molti anni prima, solo che nessuno dei dieci ragazzi, di cui fa parte la nostra protagonista, sa...