Ero lontana da casa. Una vacanza come tutte le altre.
Un giorno qualunque incontrai un ragazzo.
Era alto poco più di me, un sorriso che mi accecava gli occhi e due occhioni che non potevano minimamente paragonarsi ai miei.Ero piccola. Sono passati tanti anni ma ricordo ancora quando chiamai la mia amica del tempo e le chiesi consigli perché non riuscivo a rivolgergli la parola.
C'era qualcosa in lui che mi piaceva da morire.
I suoi occhi verdi come il bosco che io tanto amo.
Mi facevano impazzire.
Il suo modo di fare mi coinvolgeva.
Mi spuntava una minuscola fossetta sulla guancia sinistra ogni volta che mi parlava.
Non riuscivo a pronunciare nemmeno il mio più piccolo dei desideri.
Lui aveva qualcosa di diverso tra tutti,
e io lo notai subito.
La sua persona mi inebriava.
La sua voce mi accalappiava manco fosse il più oscuro degli dei.Ero tanto ingenua, ero tanto addolorata. La mia figura mi addolorava. Vedermi sempre più brutta in confronto alle ragazze della mia età mi faceva male.
Vedere i rotolini sulla mia pancia ogni volta che mi sedevo mi faceva soffrire.
Guardavo le altre ragazze della mia età.
A primo impatto non si guardavano la pancia ogni volta che si sedevano, e per giunta non si mettevano nemmeno in punta di piedi per nascondere le cosce prosperose.
Erano dettagli che notavo.
Non sarei mai potuta piacere a nessuno, nemmeno a quegli occhioni verdi.Ero piccola ma di cotte ne avevo avute a centinaia, una vale l'altra.
Eravamo distanti, un giorno lo salutai e non lo vidi più.
Poi me ne dimenticai.Passarono i mesi ma la me bambina persisteva.
Ero ancora troppo timida per approcciare con il mondo ma dovevo mettermi in gioco.
Mi ricordai di lui.
Avevo bisogno di mettermi in gioco.Lo rividi e lui notò me, tra tutte.
Lui tra tutte vide solo me, e io ero la persona più felice del mondo.
Mi sentivo apprezzata, la prima volta.
Per la prima volta un ragazzo sorrideva verso la mia direzione,
e a me piaceva così tanto.
Il mio cuore batteva a mille. Non avevo mai provato niente di simile, con nessuno.
Non riuscivo a mangiare tanto dell'eccitazione.
Ero felice come non mai.Mi fece tanto male.
Avevo il cuore a pezzi, come quando la mamma ti dice che non ti avrebbe più comprato la bambola che tu desideravi, o forse ancora più doloroso.
Tutte le mie certezze cessarono di esistere in un'unica frase.
Sono passati tanti anni ma tormenta ancora il mio cuore tanto insicuro e speranzoso.Lui mi aveva solo usata.
Per cosa poi,
per una stupida avventura.
Cazzo se fa male.
Era ieri quando gli girai le spalle e corsi verso casa.
Scoppiai in un mare di lacrime, caddi sul letto e bagnai le lenzuola.
Singhiozzavo, non potevo farmi sentire dai vicini.
L'angoscia che provavo in quel momento la sento ancora lacerare il mio petto fino a non sentirmi più respirare.
Una sensazione troppo amplificata, che ancora faccio fatica a spiegarmi.Non avevo idea che quello sarebbe stato
l'inizio della fine.Passarono altri mesi ancora.
Non mi ero scordata di nulla.
Lo pensavo giorno e notte.
Il mio primo bacio, la mia prima esperienza..
ancora mi chiedo come si possa dimenticare.Purtroppo in quei mesi, però, sentì le ripercussioni del rifiuto.
Ero ancora più brutta di prima.
Ero ingrassata un sacco, e mi vedevo ancora più orribile.
Un mostro che camminava in giro per le strade della città.Il rapporto con me stessa è tossico, dovevo tenermi alla larga da lui, mi aveva ferito.
Mi aveva aperto una ferita nel cuore difficile da ricucire.Lo volevo rivedere, e così fu.
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Non posso dirlo
القصة القصيرةStorie brevi che non riesco ad esprimere a voce. Chi si ritrova nelle mie parole ha il mio più grande sostegno.