Confidenze

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GINEVRA
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Guardai lo schermo del telefono e notai un messaggio proveniente da Filippo

MESSAGGIO
FILIPPO: Hai lasciato la tua sciarpa a casa mia

Porca miseria, nella fretta di uscire, non mi ero resa conto di essermela dimenticata.
Subito dopo arrivò un'altro messaggio, sempre da parte sua
FILIPPO: è un invito per venire da me, i miei dopo che ve ne siete andati hanno chiuso la 'baracca'. Sono usciti

La voglia di andare da lui era così tanta, avevo così tanta voglia di rivederlo e di assaporare ancora una volta le sue labbra.
Ma no, scacciai quei pensieri dalla mia testa, dovevo ancora riflettere su quello che era appena accaduto.
Con grandissima forza di volontà gli dissi di no.

Il giorno seguente
La giornata precedente era stata un disastro, non facevo che piangere e a pensare al casino che avevo combinato.
Decisi di accendere la Tv, per distrarmi un attimo e mentre facevo zapping con il telecomando, finii su un canale della Tv che non ero solita guardare.
E chi trovai? Mia madre.
Di bene in meglio.
Stava facendo una delle sue solite interviste, per chi sa quale caso.
Difatti l'avevo vista pochissime volte nelle ultime settime.
Il nostro rapporto era ritornato quello di sempre, ci ignoravamo.
Dopo l'ultima litigata non ci eravamo chiarite, ma il suo silenzio valeva come risposta.
Decisi di spegnere anche la tv, in quanto non mi stava per niente aiutando.

Guardai l'orologio e mi resi conto che era davvero tardi.
Andai di corsa a raccogliere lo zaino e mi precipitai in garage a prendere la mia bicicletta.

Arrivai a scuola, stranamente in orario, la seconda ancora non era suonata.
Mi precipitai di corsa verso Caterina che mi stava aspettando
- Che hai fatto sta mattina?-
- Perché?-
- Sembra che ti abbia investito un trattore-
Disse lei guardandomi i capelli e gli occhi gonfi che avevo, per via delle lacrime che avevo perso quella notte.
Misi immediatamente le mani in testa e mi resi subito conto che al posto dei capelli, avevo un groviglio arruffato di ciocche bionde.
Cazzo, mi ero dimenticata di pettinarli.
Decisi di raccoglierli in una crocca
- Ma sei sicura di stare bene?-
- Si andiamo-

Durante la lezione la mia mente era completamente persa.
Continuavo ad aggiornare la pagina dei messaggi, in attesa che Francesco mi mandasse qualcosa, anche se sapevo che non sarebbe mai arrivato nulla.
Suonata la campanella mi alzai e uscii da quella classe, mi mancava il respiro e la testa mi girava.
Mi precipitai nel grande cortile della scuola e mi sedetti su una delle ringhiere, al solito posto.
Le mie amiche mi vennero incontro, ma già dal mio sguardo capirono che non avevo voglia di parlare.
Caterina con il labiale mi chiese se volessi rimanere sola e dissi di sì.
In poco tempo si allontanarono da me.

Pensavo che lasciare Francesco sarebbe stata la cosa migliore, ma ora che era accaduto non sapevo come comportarmi.
Decisi così di andare verso le macchinette della scuola per prendere qualche schifezza al cioccolato dal dispenser.
Mi avvia per il corridoio
Quando sentii qualcuno prendermi per il polso e trascinarmi in un'aula vuota.
I miei occhi si incrinarono con i suoi
- Filippo cosa fai?!-
- Questo- In meno di un secondo le mie labbra erano attaccate alle sue.
Era passato troppo poco tempo, non avevo ancora riflettuto su quello che avrei fatto con lui, ma mi piaceva, eccome se mi piaceva.
Continuai a baciarlo fino a quando il suono della campanella mi fece sussultare e mi staccai.
- Devo andare-
- Aspetta- Disse lui e prima che me ne andassi prese il mio volto tra le mani e mi diede un altro piccolo bacio.
Ero al settimo cielo, la mia mentre era persa tra le nuvole e i miei piedi si muovevano da soli.
Avevo un sorriso stampato in faccia, mi sentivo un ebete.

Stringimi forte oraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora