4. Vodka lemon

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Il tour fu davvero interessante ma erano più interessanti (stranamente) gli sguardi che mi lanciava Mattia di tanto in tanto. Patetico. Scemo. Dannatamente bello. Ecco cos'era Mattia: un lucifero incarnato e che si è fatto vivo tra noi esseri umani (e io strega).

Quella sera ero talmente su di giri per la movimentata mattinata che supplicai Greta a venire con me al "Malibù", la miglior discoteca in tutta Liguria. Mi misi un tubino blu mare (che dava poco all'immaginazione) e un paio di stivaletti che mi arrivavano al ginocchio, senza dimenticare il mio adorato chiodo di pelle nera. Greta si era messa un abitino grigio che le mettono in risalto i capelli biondo scuro e delle scarpe con i tacchi spessi. Con noi c'era anche Michele e Nathan, un mio caro amico: <<Ehi bambolina, ti va di ballare insieme?>> mi chiese quel pervertito di Nathan <<Certo! Ma prima vado a prendere qualcosa. Muoio dalla voglia di ubriacarmi>> dissi desiderosa di svuotare la mente svuotando litri e litri di alcol <<Sì, guarda. Ci manca che distruggi questo bel posto, bambolin' >> sogghignò <<L'ultima volta era finita che tu ti eri messa a urlare insulti a Ben!>> disse ridendo <<Grazie di avermelo ricordato>> sbuffai; mi mancava Ben ma io e lui non siamo più i piccioncini di una volta. Non ci sentiamo più da quella volta e penso che si sia già fatto un'altra vita, però mi mancano le parole dolci che mi sussurrava mentre eravamo nel letto insieme o quando giocavamo a stuzzicarci a vicenda.

Subito mi incupii. Stuzzicarci a vicenda. Insultarsi a vicenda e ridere insieme; quelle risate; quella voce indimenticabile: Emanuele.

I miei occhi divennero neri per la tristezza, il senso di colpa, il doloroso ricordo. le lacrime iniziarono a scendere, ma io non sentivo più niente. Ascoltavo. Ascoltavo la sua voce profonda dirmi "Sei la ragazza più altruista che conosca. Ti voglio bene" anch'io ti volevo bene, ma non abbastanza perchè altrimenti sarei andata verso di te e ti avrei protetto, a costo di perdere la mia vita "Sei la mia migliore amica, mi mancherai" la sua voce da quattordicenne risuonava nella mia testa creando una specie di eco "Tu metti prima gli altri e poi te" ma questa frase non aveva più un senso: io l'ho lasciato morire, davanti a me, non ho messo prima lui, ho messo prima la mia rabbia, la mia fottuta rabbia; la puttana che doveva morire ero io. Ero. Io.

Non si meritava una fine del genere, nè si meritava la mia amicizia: io non l'ho protetto nel momento più bisognoso, mi sono lasciata sovrastare (per l'ennesima volta) dalla rabbia. Tutte quelle videochiamate andate a fanculo perchè non erano e sono mai servite. Il tempo che dedicava a me, era solo tempo perso.

Io l'ho perso. Per sempre.

<<Ehi bambolin', tutto bene?>> mi chiese preoccupato Nathan <<Sì-sì, grazie>> balbettai mentre mi porgeva un bicchiere di vodka lemon. Ne bevvi un sorso e, appena sentii il gusto del limone in gola, mi sentii meglio. Lo finii e ne presi un'altro: ne avrei avuto bisogno.

Nathan mi spinse verso i ragazzi che ballavano e iniziò a ballare tenendomi per i fianchi: scemo; lo sa che non mi piace ballare, ma il suo sorriso a trentadue denti mi fece ridere e così mi scatenai. Iniziai a dimenare i fianchi al ritmo della musica e Nathan (all'inizio stupito per il mio comportamento) mi seguii a ruota. Era da un po' di tempo che non mi scatenavo così...

Bevvi circa cinque bicchieri di vodka lemon e mi sembrava di averne bevuti di meno. Ero talmente stordita che non sentivo più niente, ma appena vidi Mattia in lontananza, corsi (o meglio dire "vacillai") verso di lui e lo abbracciai <<E-Elisha?!? Che hai?>> mi sembra che abbia detto questo perchè vedevo quelle labbra carnose muoversi ma io non collegavo niente <<Sono venuta ad abbracciarti, Mancini!>> esclamai stizzita. A quanto pare avevo attivato la modalità "riconoscimento" perchè non avevo mai sentito il suo cognome in tutta la mia vita.

<<Ehi Straniera, sei fatta eh?>> mi chiese lui sorridendo <<Mai quanto lo sei tu quando mi vedi>> mi parve di vederlo arrossire ma non ci feci caso <<Ora sì che mi capisci, bellezza...>> sussurrò vicino al mio orecchio provocandomi un brivido lungo la schiena; si avvicinò alle mie labbra per poi mordermi il labbro inferiore <<Eh, lo so scemo>> sussurrai e subito mi baciò. Quando le nostre labbra s'incontrarono, lui mi prese in braccio e mi poggiò sul bancone. Mi palpava il culo in un modo unico e travolgente. Passammo poi alla lingua e ci baciammo per quella che mi sembrò un'eternità: <<Sei bellissima stasera>> mi disse tra un bacio e e l'altro <<Perchè? Non lo sono sempre?>> dissi allontanandomi e facendo il broncio <<Sei proprio una bambina>> rispose lui sorridendo <<Vieni piccola. Ti porto a casa>> mi disse dolcemente <<A casa tua? A casa mia? Che casa porca troia!>> esclamai mentre lui mi prese come un sacco di patate <<Mettimi giùùùù...>> biascicai ubriaca come non mai, ma poi mi misi a ridere <<Siete tutti gay! Yuppy!>> urlai attirando l'attenzione di qualcuno <<Fatemi un piacere tutti quanti...Andatevene a fanculo>> ridacchiai <<Poi però ditemi com'è perchè io non ci sono mai stata>> gridai mentre sentivo Mattia ridere <<Cazzo ridi, scemo>> dissi mentre mi appoggiava a terra, ma io ero talmente stanca e senza forze che rischiai di cadere ma Mattia mi prese al volo e mi fece sedere sul cofano di quella che penso sia la sua macchina <<Cosa hai bevuto?>> mi chiese lui divertito << Sette o otto vodka lemon... Ma a te che cazzo frega!>> sbraitai scendendo da dove lui mi aveva posata <<Ho voglia di sangue, sai?>> dissi <<É da un po' che non mi trasformo in vampiro e uccido qualcuno>> era impassibile <<Ora però voglio volare, saltare, correre, nuotare...>> cinguettai mentre iniziai a fare l'aereo con le braccia <<Yuppy!>> esclamai <<Minchia sei proprio sbronza!>> mi prese per il polso. Mi girai di scatto e gli rifilai un gancio per poi tirargli uno schiaffo <<Cazzo! Sei ubriaca ma hai dei riflessi da dio>> urlò di dolore Mattia mentre io ridevo come una scema <<Sei più pericolosa>> disse avvicinandosi <<E fottutamente bella>> sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra <<Sei fregno, Mancini>> sussurrai divertita. Subito le distanze si accorciarono quando lui mi baciò. Lo ricambiai. Quel bacio era un bacio pieno di desiderio e possesso.

Desiderio che lui voglia essere solo mio.

Desiderio che io voglia essere solo sua.

<<Sono stanca>> dissi appena ci staccammo; lui mi diede un bacio casto sulla fronte e disse <<Ti porto a casa mia, piccola>>.

Non riuscii a trattenermi <<Ti amo, Mancini>> sussurrai <<Ti amo, bambolina>> mi disse lui prima di baciarmi di nuovo con amore sincero.

Ciao! Secondo voi la nostra Eli è caduta nelle sue braccia per via dell'ubriacatura oppure tra di loro c'è un vero e sincero amore? Come vi sembra la figura di Nathan? 

Questo è il nuovo capitolo e cercherò di pubblicare il successivo oggi stesso

Baciii



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