Corona reale e guantoni da box
non vanno proprio d'accordo
La Sala Reale Maggiore, adibita solitamente alle riunioni di importanza più che rilevante, era già gremita di gente.
L'immenso tavolo ovale in puro noce posizionato proprio al centro, aveva tutte le cartelline con i documenti collocate su ogni postazione.
Il Re mi aveva personalmente chiesto di assicurarmi che tutto fosse al proprio posto, e così avevo fatto.Ero particolarmente avvezzo all'ordine, le regole e la precisione in generale, motivo per cui le cose che richiedevano suddette richieste erano sempre compito mio. Dopotutto, appartenevo all'entourage reale da molto tempo. Trent'anni per la precisione, gli stessi anni che d'altronde aveva quasi compiuto il princ... un momento. «Per tutti gli orologi da taschino! Dov'è il principe Cameron?» scioccamente quasi lo urlai, con il rischio di farmi sentire dai presenti già in sala. «Giselle, Giselle!» corsi affannato, uscendo dalla sala verso il corridoio principale. Santo cielo, se neanche questa volta il principe Cameron si fosse presentato alla riunione in tempo, il Re sarebbe andato su tutte le furie, e con ragione!
Benedetto ragazzo... solo con lui avevo miseramente fallito nel compito di renderlo più accorto e rispettoso delle regole. Ero il suo segretario personale da tutta la vita. L'avevo visto crescere, se non in parte cresciuto - nel vero senso della parola - da quando era solo un bambino furbo con i capelli ribelli. Beh, la ribellione nel tempo andò via dai suoi capelli, e forse... era meglio se fosse rimasta su di essi. Perché, se c'era qualcuno di totalmente refrattario ai doveri reali e agli oneri che spettavano alle persone come lui, quello era proprio il principe Cameron.
Temevo di sapere dove si trovasse, ancora una volta, nonostante gli fosse stato severamente vietato da sempre.
«Vincent... che succede, caro?» La dolce Giselle, la governante più buona che ci potesse capitare in questo posto, sbucò da una delle porte adiacenti alla sala. Si era trasferita dalla Francia da diverso tempo, ma il suo accento marcato e la sua lieve r moscia, non l'avevano mai abbandonata.«Giselle, oh, per fortuna ti ho trovata! Sai dove possa essere il principe Cameron? Se dovesse presentarsi in ritardo anche questa volta, o peggio, se non si presentasse affatto... io non so cosa potrebbe accadere.» Ci guardammo con lo stesso sguardo preoccupato e complice.
«Pensi sia andato ancora a...»
«Non lo so. So solo che dovrebbe già essere qui.» Non volevo neppure vagliare quell'idea.Tirai fuori il mio cellulare dalla tasca della giacca e feci un tentativo nel provare a rintracciarlo.
Avanti, benedetto ragazzo, rispondi...
La povera Giselle nel frattempo teneva le mani giunte, come se fosse in preghiera, guardandomi accorta.Solo una preghiere potrebbe salvarci, cara Giselle.
«Ehi, Vinc! Come va, amico?»
Come va, amico? Ma dove avevo sbagliato con questo ragazzo?
«Signorino Cameron, dove si trova? C'è la riunione reale tra poco. La riunione annuale indetta da suo padre per discutere delle ultime normative e della sua incoronazione. Per l'amor del cielo, sta arrivando?»
«Oh... si, al momento sono nell'infermeria al piano di sotto. Ma, ehi! Sto arrivando... tutto sotto controllo!»Infermeria?
«Signorino, non avrà di nuovo...»
«Come dici, Vinc? Scusa, ma qui sotto, lo sai, la linea telefonica va e viene. Tranquillo, sto arrivando!»
La linea telefonica... certo.
Inspirai bruscamente e mi allentai il nodo della cravatta. Dovevo prendere aria.

STAI LEGGENDO
A Royal Cupcake
ChickLitCameron è il principe di Arcadia, regno che è destinato a governare da quando è in fasce. Peccato che questo non sia ciò che vuole realmente. Fuggire da quella gabbia dorata sembra l'unica alternativa per iniziare a vivere davvero. Poppy, ragazza di...