Dimostramelo.
Accettate le sfide se volete provare
l'euforia e il gusto della vittoria
(George Smith Patton)
Poppy
«Da quanto tempo hai detto che è seduto lì?» Domandò la mia amica, Beth. Le braccia incrociate e la testa sporta su un lato che osservava di sottecchi, da dietro al mio bancone, il nuovo arrivato in città.
«Almeno da un'ora» risposi perplessa.
Ed era così da una settimana.
Dal nostro fatidico scontro, veniva qui ogni giorno, chiedeva esclusivamente il cupcake cioccolato bianco e mirtilli e restava seduto per momenti interminabili. Di tanto in tanto dava un buffetto al suo bellissimo amico a quattro zampe, quando lo portava con sé, e per il resto se ne stava semplicemente seduto lì: il telefono in mano dove sembrava leggere sempre qualcosa di molto interessante per come ne restava assorto, ma nulla di più.
«Da dove hai detto che viene?» Proseguì.
«Non lo so. Se escludi la prima volta in cui ci siamo visti e dove, più che parlare, abbiamo fatto una gara di supremazia» alzai gli occhi al cielo, «non abbiamo praticamente più parlato. Mi limito solo a portargli il cupcake ogni giorno.»
C'era stato qualcos'altro, oltre ai cupcake, in realtà.
Ma non l'avrei mai detto ad alta voce.
Sguardi, di tanto in tanto.
Rapidi, fulminei, a tratti curiosi... eppure li avevo sentiti tutti.
«Molto, molto, strano. Non ha l'aspetto di uno del posto. E poi, se lo fosse, lo saprei. Cold Spring non è di certo famosa per i bei ragazzi, o beh... per i ragazzi in generale. Voglio dire, se togliamo quei pochi che conosciamo praticamente da sempre, quelli già impegnati o sposati, a noi resta ben poco, amica mia. No, il nuovo arrivato deve essere qui per uno scopo preciso...» Beth e mia nonna si erano coalizzate, di questo ne ero certa. Se la parola "ragazzo" o "fidanzato" non finivano in uno dei loro discorsi non sembravano soddisfatte.
Le diedi una leggera spallata cercando di farle crollare quell'aria da 007 che non voleva abbandonarla. «Vuoi smetterla? Sarà qui solo di passaggio. Nessuno si ferma a Cold Spring volutamente.»
Non potei però, fare a meno di chiedermi mentalmente la stessa cosa.
C'era un dubbio che si era innescato dentro di me, qualche punto di domanda a cui volevo dare delle risposte, e non riuscivo a capire perché.
Forse era la sua aria perennemente infastidita e saccente, o forse era perché si era presentato malissimo ai miei occhi.
Eppure volevo capirci di più.
Ma non lo avrei mai detto a nessuno, bastava già la mia famiglia abbastanza ficcanaso a rincarare la dose di curiosità.
-
«Ehi, stai mugolando! Potresti, ehm, mangiare più silenziosamente?» Mi avvicinai a lui quando i suoi rumorosissimi suoni di piacere raggiunsero le mie orecchie fino al bancone.
Riuscii distintamente a sentire un risata sommessa della mia migliore amica che si stava sicuramente godendo la scena da lontano.
«Non posso, questo coso è il migliore che io abbia mai mangiato in tutta la mia esistenza!» Annunciò socchiudendo gli occhi e pronunciando quella frase con un'enfasi fuori dal normale.
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A Royal Cupcake
Chick-LitCameron è il principe di Arcadia, regno che è destinato a governare da quando è in fasce. Peccato che questo non sia ciò che vuole realmente. Fuggire da quella gabbia dorata sembra l'unica alternativa per iniziare a vivere davvero. Poppy, ragazza di...