Delusione

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Dopo quello che è successo al parco, riflettei per tutto il pomeriggio.
Insomma, Laura è sempre stata una troia, ma quella foto mi parve fin troppo accurata.

Dal suo cellulare mi aveva mostrato una foto della chat tra lei e Natalia.
Non ricordo bene cosa dicesse, ma la bionda aveva scritto tali parole: "Ina? Ah, quella lesbica di merda! Mi sta sempre appiccata, bleah! Oggi mi ha persino salvata da un ragazzo chiamandomi "la sua ragazza", ci credi? Devi aiutarmi, ho bisogno che la allontani il più possibile da me!"
Leggendo quel messaggio, il mio cuore andò in frantumi. La vedevo come una cara amica, anche se ci conoscevamo da appena un giorno.

Stavo per alzarmi, finalmente, dal letto, ma la suoneria del telefono non me lo permise; era una sveglia, il suo nome era:"Corso di recupero".
"Cazzo!" dissi, sbrigandomi a rimettere le scarpe, prendere lo zaino e uscire di corsa da casa.
Mentre mi incamminavo verso la scuola, pensai che al corso ci sarebbe stata anche la bionda.
Nonostante ciò, dopo, all'incirca, dieci minuti, giunsi all'inferno.

Entrai all'interno dell'aula dove si sarebbe svolto il corso: Natalia non era ancora arrivata. Ma poi perché ci penso così tanto? Dovrei semplicemente mandarla a fanculo e basta.
Cercai con lo sguardo un banco dove potermi sedere e subito avvistai Gabriele; era il mio migliore amico fin dall'asilo. Avevamo affrontato insieme la scuola materna, le elementari, le medie e, ora, anche il liceo.
Appena lo vidi ringraziai Dio, per poi tornare sul pianeta Terra.
"Gabri!" lo chiamai, incamminandomi verso il suo banco, attirando, così, la sua attenzione.
"Ehilà, Ina! Da quanto tempo" mi salutò, facendo cenno con la mano di sedermi vicino a lui.
Presi posto e iniziai a chiacchierare un pò con il mio amico.
"Ina ti va di uscire insieme stasera? C'è anche il gruppo" mi chiese lui, sorridendo
"Certo! Dove andiamo?" chiesi, incuriosita
"Mah, al solito, in discoteca. Niente di ché." rispose il ragazzo.
"Gabri, non so se posso. Devo chiedere a mia madre" dissi, delusa.
"Martina, hai diciassette anni. Devi ancora chiedere il permesso a tua madre?" mi chiese lui, guardandomi negli occhi. I suoi occhi verdi sono bellissimi ed esprimo sempre felicità, ma, in quel momento, era evidentemente amareggiato. Questo si notava soprattutto dal nome con cui mi aveva chiamata.
"Gabri, lo so, ma..." non mi lasciò concludere la frase, poiché mi tappò la bocca con la sua mano.
"Zitta. Tu, stasera, vieni con me, Iris, Andrea e Roberto in discoteca. Fine" disse lui, orgoglioso, per poi mettersi composto in quanto l'insegnante entrò in classe.

Passammo quattro interminabili, oltre che noiose, ore a studiare scienze in compagnia della prof. Di Falco. Per carità, materia fantastica, ma l'insegnante è una troia.
Presi i libri, li riposi all'interno dello zaino e mi recai all'uscita insieme a Gabriele.
"Gabri, ma tu hai avuto notizie di Natalia? Perché al corso non era presente" gli chiesi, un pò preoccupata
"Natalia? No, non l'ho sentita. Come mai me lo stai chiedendo? È successo qualcosa?" mi chiese a sua volta, voltando la testa verso di me
"No no, niente" risposi, sorridendo. Fu un sorriso abbastanza finto, ma il mio amico non ci fece troppo caso.
Usciti dal cancello, salutai Gabriele, per poi recarmi verso la via di casa mia.

"Sono a casa!" urlai, entrando e recandomi in cucina
"Ciao, Martina" mi salutò mia madre, intenta a cucinare la cena "Stasera abbiamo ospiti, ti conviene andarti a preparare" aggiunse, poi.
Oh, cazzo! Posso già iniziare a preparare la mia tomba; Gabriele mi ucciderà.
"No, mamma. Stasera non posso." dissi con tono deciso
"E perché no, signorina?" mi disse lei, con la voce stridula
"Devo uscire con degli amici. Vado sopra, ciao." risposi, portando le braccia al petto. In modo spedito, mia madre si avvicinò a me e mi diede uno schiaffo sulla guancia.
Non ci feci troppo caso, o almeno questo è quello che mostrava la mia faccia, e mi recai al piano di sopra.

Stavo guardando un film, quando Gabriele mi chiamò al cellulare. Subito mi allarmai, pensando di essere in ritardo.
"Pronto?" dissi, rispondendo
"Ina! Non puoi capire, devi venire subito a casa mia" disse, quasi urlando, il mio amico. Ripensai alla reazione di poche ore fa di mia madre, e capii che sarei dovuta uscire dalla finestra.
"Va bene, arrivo. Dammi cinque minuti"
"Grazie, Ina! Ti amo" concluse, riattaccando.

Mi alzai dal letto e presi uno zainetto dall'armadio.
Misi dentro un set da due pezzi arancione che mi sarebbe servito per la sera, insieme a delle scarpe col tacco bianche e una borsetta, anch'essa bianca.
Mi sistemai un pò i capelli e indossai dei pantaloncini di jeans e una semplice maglietta nera a maniche corte, dato che ancora faceva abbastanza caldo.
Mi misi lo zaino sulle spalle, presi il telefono e aprii la finestra, per poi uscire proprio da quest'ultima.

Mi incamminai verso casa di Gabriele e, dopo nemmeno cinque minuti, arrivai a destinazione.
Citofonai alla porta ed il mio amico mi aprì subito.
"Ina, non puoi capire! Entra subito." Gabriele mi tirò verso di lui, portandomi dentro la sua abitazione.
Ci recammo in camera sua e ci sedemmo sul letto, uno di fronte all'altra.

"Quindi? Inizia, sù." gli dissi, facendo segno di iniziare a parlare.
"Allora, diciamo che... Andrea mi ha baciato e abbiamo quasi scopato." disse, grattandosi nervosamente la nuca.
"Cosa?!" risposi, abbastanza sconvolta
"Non lo so! È successo tutto molto in fretta, non ci credo neanch'io!"
"Beh, racconta." dissi
"È venuto da me, è entrato in casa e mi ha trascinato verso camera mia. Poi mi ha buttato sul letto e abbiamo iniziato a baciarci, ha iniziato a togliermi la maglietta e i pantaloni. Subito dopo si è alzato, dicendo "Devo andare". Che cazzo!" disse il mio amico, mimando le virgolette con le mani e facendo qualche smorfia durante tutto il discorso.
Mi scappò una risatina e Gabriele, per "punirmi", mi diede un leggere pugno sulla spalla.
"Dai, cretina! Cosa devo fare?" sospira "Non c'è la faccio più! Brutto coglione, pezzo di merda!" disse Gabriele, mettendosi le mani sul volto ad indicare "disperazione".
"Non saprei, potresti provare a parlargli." gli consigliai.
"Hai ragione, forse è la cosa migliore.
Invece, che mi dici tu?" mi chiese
"Io?" domandai a mia volta, confusa
"Natalia!" a quel nome, un brivido percorse la mia schiena. Non so bene il perché, però so che devo risolvere al più presto con lei... forse ho esagerato.
"Terra chiama Ina! Tutto ok? Ti si è spento lo sguardo." sentendo la voce del mio amico, ritornai alla realtà.
"Si, si, tranquillo. Comunque, non ho nulla da dirti... abbiamo litigato."
Gli raccontai quanto successo al parco e rimase incredulo.
"Non so che dire, però non sono sicuro sia vero. Insomma, non credo Natalia possa fare o dire una cosa del genere."
Riflettei un pò, per poi portare lo sguardo verso la parete dietro Gabriele. L'orologio mostrava le 19:45.
Le 19:45?!
"Cazzo, Gabri! Faremo tardi!" dissi, alzandomi dal letto e iniziando a vestirmi, il mio amico fece lo stesso.

Spazio autrice: Ehi! Scusate tantissimo per l'assenza, spero potrete capire. Dunque, eccomi qui con il terzo capito di "Giugno"!
Spero vi stia piacendo, se così fosse mi farebbe molto piacere se lasciaste una stellina ⭐️
Come sempre, siete liberi di commentare consigli per migliorare la storia, correzioni in caso di errori e quant'altro! 💗
Ci vediamo venerdì prossimo per un nuovo aggiornamento, chissà cosa accadrà tra Ina e Natalia...
Buonanotte. 🦋

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23 ⏰

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