Mezzanotte.
Mi sentivo in bilico tra il mondo che finora avevo conosciuto e uno tutto nuovo, a cui speravo che Kanato mi permettesse di accedere. Il mio ultimo desiderio, ciò che chiedevo in quella lettera era proprio questo: diventare un Vampiro come lui, vedere il mondo coi suoi stessi occhi e scacciare per sempre da me l'ombra della morte e della fragilità della carne umana. La sua Bambola, eternamente perfetta.
Il vento freddo che ululava tra le chiome del bosco portava con sé il profumo silvestre dei pini e delle cortecce umide. "Chissà se al naso di un Vampiro questi odori arrivano amplificati, più ricchi e vibranti " pensai accennando un leggero sorriso. La falce di luna che brillava nel cielo sarebbe stata la mia unica compagna e testimone di quell'ultimo, folle e patetico tentativo di sopravvivere mascherato da dichiarazione d'amore. Non potevo sopportare oltre l'indifferenza e la freddezza che lui mi riservava, rapito com'era da un altro corpo e da un'altra anima che pareva lo avessero stregato e allontanato per sempre da me. Le aveva pure dato un nome a quella dannata nuova arrivata, la più alta forma d'importanza che un bimbo può dare al suo nuovo giocattolo. Nyx, la Dea greca della notte. Le aveva dato il nome di una Dea, e già solo questo bastava per farmi sprofondare nello sconforto più totale tutte le maledette volte che lo sentivo pronunciare. Quante chance potevo avere io, che non mi ero meritata neanche un nuovo nome, contro una Dea?
E lo sentivo pronunciare spesso quel nome, purtroppo, perché ogni volta che Kanato voleva nutrirsi o appagare i suoi bisogni sessuali la cercava per tutta la magione, invocando il suo nome. Nyx si nascondeva, stava opponendo un'incredibile resistenza all'ipnotico potere dei Vampiri, e temevo che la sua forza e il suo spirito ribelle fossero ciò che maggiormente eccitava il Vampiro. E ciò che la rendeva così profondamente diversa da me...
Ultimamente, con la salute che mi stava abbandonando ogni giorno di più e il mio corpo che si disfaceva come carta pesta, non potevo neanche biasimarlo se, ad un certo punto, aveva sentito il bisogno di scegliere un'altra Bambola. Era giunta l'ora di essere rimpiazzata. Lo avevo scoperto già da un po', che il giardino sul retro della casa delle bambole, sotto intricati cespugli di rose vermiglie, nascondeva le tombe senza nome di tutte le bambole venute prima di me. Far finta di non averle mai viste forse non basterà a cambiare il mio finale della storia.
Ma c'era una sola domanda che in quegli attimi che parevano infiniti mi tormentava. "Kanato verrà per me? ". Chissà se aveva già letto la lettera, se stava per succedere a breve oppure... No, non volevo pensarci in quel momento. Portai le mani all'altezza del pezzo e le congiunsi in preghiera. Sapevo che era sbagliato pregare affinché il mio sporco e immondo desiderio si avverasse, non ero neanche sicura che il Vampiro a cui lo avevo affidato lo avrebbe capito, accettato e infine esaudito. Eppure ero lì, a guardare le deboli luci notturne del villaggio tremare come fiammelle ardenti ai piedi delle massicce montagne scure. Come vorrei che questa notte finisca presto...
Il leggero vestito bianco latte che avevo scelto d'indossare lo avevo trovato in un vecchio armadio polveroso, nella stanza che aveva tutta l'aria di essere stata occupata da una ragazza. La Prima Bambola, forse. Qualcuno ben più importante di me per la storia della famiglia Sakamaki. E mentre il vento faceva volteggiare i lembi di quell'abito evanescente, iniziai a immaginare di librarmi in aria e danzare, mentre il mondo diventava piccolo sotto di me e il mio corpo si fondeva con le stelle del firmamento. Perché avvolte, per scrollarsi dai polmoni il peso dei problemi e delle questioni umane, basta allontanarsi quel tanto che basta affinché tutto diventi più piccolo. Come l'unghia del dito di una mano, o come un neo sulla pelle. Ma con lui non ci riuscivo, perché anche allontanandomi finivo col sentirmene sempre più attratta. Ero una cometa perduta finita nel suo campo gravitazionale, talmente forte e magnetico che pensare di scappare sarebbe stato stupido. Sottrarmi da un destino forse già scritto, era stupido?
Ad un certo punto, la porta che consentiva l'accesso alla torre si spalancò. Mi voltai di scatto, nella speranza d'intravedere anche solo l'ombra di Kanato. Ma nulla, era soltanto una folata di vento. In quel momento, i primi tenui bagliori dell'alba iniziarono a rischiarare il cielo. Ho aspettato abbastanza, ormai è chiara la sua risposta.
E come lacrima che cade giù da un viso, precipitai giù da quella torre maledetta.
Prego che nessun'altra giovane donna debba patire il mio stesso destino.
Prego che Nyx riesca a scappare da questo inferno, come io non ho saputo (o voluto) fare.
Prego di poter trovare la pace, anche se sto per diventare concime per la terra.
Prego affinché la trovi anche Lui.
Chissà come sarebbe stato vivere per sempre.
𝓕𝓲𝓷𝓮
N O T E :
(ce l'abbiamo fatta, finalmente questo breve racconto è terminato. Ci tengo a ringraziare con tutto il cuore chi ha letto, commentato e supportato questa piccola storia, perché è stato anche grazie a voi se sono riuscita a finirla.)
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La Bambola preferita di Kanato.
Vampire𝓟𝓻𝓮𝓵𝓾𝓭𝓲𝓸 Non avrei dovuto fidarmi di quegli occhioni da bimbo sperduto. Dietro quegli occhi c'era il Diavolo. Non avrei dovuto lasciarmi prendere per mano e condurre nel bosco, lontano dalle luci della strada. Ma il boccale di birra che...