CAPITOLO 3

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⚠️‼️ ATTENZIONE ‼️⚠️
IN QUESTO CAPITOLO SONO PRESENTI DEI DIALOGHI IN ALTO VALYRIANO CHE HO CERCATO DI TRADURRE GRAZIE A UN TRADUTTORE INGLESE-ALTO VALYRIANO. NON SARANNO PROPRIO PRECISI MA SPERO CHE RIUSCIATE COMUNQUE AD APPREZZARE IL MIO IMPEGNO💖
GRAZIE DELL'ATTENZIONE E BUONA LETTURA

1 mese dopo
Quella mattina, non era ancora sorto il sole quando ero uscita dal castello per cavalcare insieme a Vermithor. La "Furia di Bronzo" mi stava aspettando, era come se sapesse che mi sarei diretta da lui. Ormai erano sei anni che mi aveva scelta. Stando a contatto con Vermithor avevo capito che non eravamo noi che sceglievamo i draghi, come invece eravamo convinti da generazioni, ma erano loro che sceglievano noi. Vermithor mi aveva scelto come suo cavaliere dopo decenni che non ne aveva uno. Quella sera di sei anni fa, Daemon aveva rischiato nel portarmi con sé perché se Vermithor non mi avesse scelta, non avrebbe esitato un attimo ad incenerirci entrambi eppure non lo aveva fatto. Avevamo invece instaurato un legame che si era sempre più consolidato con il passare del tempo.

« Sōvegon Vermithor », sussurrai dopo essere salita sulla seduta di cuoio imbottita e, con un balzo, si liberò alto nel cielo ancora scuro.

Impartivamo i comandi ai nostri draghi usando l'alto valyriano, un linguaggio che non era più di uso comune ma che ci veniva insegnato fin da bambini. Io lo parlavo alla perfezione come, del resto, anche mia madre e suo marito Daemon. Aemond e Aegon non lo parlavano benissimo ma si facevano capire abbastanza mentre, i miei fratelli più piccoli, sapevano solo i comandi base in modo da poter impartire ordini ai loro draghi. Le prime luci dell'alba stavano incominciando a rischiarare il cielo quando una sfumatura rossa in lontananza, colse la mia completa attenzione. Caraxes, il drago di Daemon, volteggiava nell'aria in tutta la sua maestosità e non era solo perché il suo cavaliere era con lui. Caraxes era un drago enorme, dalle spesse scaglie rosse ed era noto per essere molto feroce proprio come il suo cavaliere. Era stato addestrato a combattere e aveva accompagnato Daemon durante le sue numerose battaglie. Era più veloce di Vermithor ma non lo superava in grandezza. Volammo insieme per un po' di tempo, era una cosa che facevamo spesso e tutto ciò che sapevo sui draghi me lo aveva insegnato lui durante gli ultimi sei anni trascorsi.

« Ivestragī's jikagon ilagon», urlò Daemon avvicinandosi con cautela, non potevamo mai sapere che cosa passasse per la testa dei draghi. Avrebbero potuto incominciare a litigare fra di loro scaraventandoci giù senza che noi ce ne accorgessimo. Daemon mi aveva ordinato di scendere e, a mia volta, impartii il medesimo ordine a Vermithor che diede inizio alla discesa verso terra.
Atterrammo nella pianura non molto distante da Approdo del Re. Vermithor mi fece scivolare sulla sua ala e, quando i miei stivali toccarono terra, lo ringraziai accarezzandolo. Daemon mi raggiunse non appena scese da Caraxes, i suoi occhi erano bramosi di risposte.

«Skoros issi ao gaomagon, Visenya?» (Che cosa stai facendo, Visenya?), domandò in alto valyriano. Ero l'unica, dopo mia madre, con cui Daemon parlava quella lingua antica.

«Bē skoros?» (Riguardo a che cosa?), domandai a mia volta cercando di fare la vaga anche se sapevo benissimo a che cosa si riferisse. Potevo derubare gli altri ma non potevo certo essere in grado di derubare il ladro.

« Ao gīmigon ziry olvie sȳrī» (Lo sai benissimo invece), rispose alzando un sopracciglio cosa che trovai piuttosto divertente perché sembrava che mi stesse per fare una ramanzina.

« Daor, nyke gīmigon » (No, non lo so), continuavo a negare a testa alta anche se sapevo che Daemon non avrebbe mai creduto alle mie parole.

Qualche sera prima mi aveva beccata mentre, dopo essere uscita dalla camera di Helena ed aver salutato i gemellini, avevo cercato di introdurmi invano nella camera di Aegon. Le guardie stavano facendo il cambio per la notte perciò era il momento perfetto per agire.

«Eppure, questa sera sono certo di non averti vista bere a cena».

Daemon era sbucato da dietro l'angolo facendomi sussultare dallo spavento.

«Infatti non ho bevuto», dissi cercando di rimanere il più composta possibile.

«Allora devi aver avuto un vuoto di memoria Visenya perché quella non è la tua camera né tantomeno questo è il tuo corridoio», tuonò con voce ferma e autoritaria facendomi quasi venire un brivido di paura. Lo superai senza dire una sola parola e andai diretta verso la mia camera in silenzio e imbarazzata perché ero stata colta sul fatto e non da una persona qualunque ma dal marito di mia madre.

« Gaomagon bisa ao emagon toliot zirȳ naejot aōha » (usa questo potere che hai su di loro a tuo vantaggio), disse senza tanti rigirii di parole facendomi intendere che non solo sapeva che andavo a letto con Aegon ma anche con Aemond.

« Ao nūmāzma naejot aōha » (vorresti dire "a vostro"), non cercai più di negare perché tanto ormai non aveva più senso almeno con lui.

«Visenya!», gridò afferrandomi il polso con così tanta forza che per un attimo credetti davvero che me lo spezzasse. Vermithor ruggì nella sua direzione e Daemon si vide costretto a lasciare la sua presa.

« Gīda ilagon Vermithor! » (Tranquillo Vermithor), urlai cercando di tranquillizzare il mio drago che era subito scattato sulla difensiva mentre mi stavo massaggiando il polso dolorante.

Daemon si riavvicinò a me accennando delle scuse e cercando di non essere troppo aggressivo ma di essere ragionevole.

«Dopo che mio fratello, tuo nonno, sarà passato a miglior vita si scatenerà una guerra Visenya ma tu puoi fare in modo che non si scateni affatto», disse prendendo una ciocca dei miei lunghi capelli dai colori tipici dei Targaryen e se la passò fra le dita con fare amorevole.

Non volevo che scoppiasse una guerra fra le due fazioni, due fazioni che appartenevano alla stessa famiglia. Io sarei stata dalla parte di mia madre insieme al resto dei neri ma Aemond sarebbe stato dalla parte dei verdi e Aegon avrebbe fatto lo stesso dato che, essendo il primogenito maschio di re Viserys I, il trono di spade sarebbe spettato a lui nonostante mia madre fosse stata indicata come l'erede dal re stesso in persona.

«Come posso fare?», domandai quasi con le lacrime agli occhi, avrei fatto qualsiasi cosa pur di non far scoppiare quella guerra maledetta e di non allontanarmi da Aemond e Aegon. Avrei mentito a me stessa se avessi detto che non provavo niente per loro. Ci provocavamo piacere a vicenda ma io sentivo di provare qualcosa per entrambi e non avrei mai rinunciato a loro. Erano i miei principi ed io ero la loro principessa.

«Aegon e Aemond indossano una maschera Visenya. Danno l'idea di essere grandi e forti ma in realtà sono deboli. Hanno molta pressione addosso e, di conseguenza, hanno sofferto molto nel corso della loro vita anche se sono dei principi ed hanno quasi sempre ottenuto tutto e subito. Sarà facile per te piegarli al tuo volere e far compiere loro qualsiasi cosa tu vorrai perfino convincere il principe Aegon a rinunciare al trono», disse con un sorriso maligno ma soddisfatto che incurvò le sue labbra. Il suo piano era subdolo ma avrebbe funzionato perché entrambi i principi pendevano ormai dalle mie labbra, con qualche mese in più a mia disposizione sarei riuscita a portare a termine il compito che mi aveva dato Daemon. Forse sarei riuscita a non far scoppiare una guerra e a far sedere mia madre sul trono di spade.

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~ SPAZIO AUTRICE ~
Buonasera e buon inizio di settimana a tutti!! Come promesso, oggi é lunedì perciò ecco il capitolo 3 di "Love and Blood". Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto tramite un commento e, se vi va, lasciate una stellina ⭐️.
Vi confermo che ogni lunedì ed ogni venerdì aggiungerò un capitolo.
Ci sentiamo presto 💖
Un bacio 😘
Moony Queen ~

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