CAPITOLO 5

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«Quel moccioso non sarà mai in grado di essere re!», tuonò Daemon mentre sia io che mia madre ci scambiammo uno sguardo di assenso. Mi avevano fatta chiamare nelle loro stanze e, quando entrai, rimasi sorpresa di non trovarvi anche Jacaerys e Lucerys che, di solito, erano sempre presenti durante le nostre "riunioni di famiglia". Daemon si era preso la briga, senza il mio permesso, di raccontare a mia madre il mio segreto. Inutile dire che provavo un forte senso di imbarazzo, adesso, in sua presenza.

«Daemon calmati», continuava a ripetere mia madre ed appoggiò una mano sulla spalla di suo marito.

Daemon aveva ragione, per quanto volessi dargli torto perché in fondo provavo qualcosa per Aegon, sapevo che non sarebbe stato in grado di regnare. Quel ruolo non era adatto a lui e non lo sarebbe mai stato. Aegon era molto impulsivo e raramente pensava alle conseguenze delle sue azioni. Sua madre Alicent e suo nonno Otto, lo avrebbero reso la loro marionetta personale cosa che, in realtà, già era.

«Visenya», mi chiamò Daemon con fare autoritario guadagnandosi la mia più completa attenzione ed anche mia madre si voltò nella mia direzione.

«È tutto nelle tue mani», disse scostandomi una ciocca di capelli argentei dietro l'orecchio. Sospirai.

«Non puoi caricarla di una responsabilità così grande. È soltanto una bambina», disse mia madre con un tono piuttosto arrabbiato. Daemon rise e mi costrinsi ad ingoiare il groppo che mi si era formato in gola.

«Non lo è più da un po' di tempo», mormorò guardandomi negli occhi per poi riportare il suo sguardo su quello di mia madre che, d'impulso, gli diede uno schiaffo che risuonò in tutta la stanza. Rimasi immobile e per un attimo mi dimenticai perfino come si facesse a respirare. Non avevo mai visto mia madre perdere la sua integrità in quel modo ma sapevo che lo aveva fatto per difendermi dopo la battuta infelice che suo marito non era riuscito a trattenere.

«Non ti permettere mai più. Ricorda che stai parlando di mia figlia», disse duramente mia madre quasi a denti stretti.

«È anche mia figlia!».

Udire finalmente quelle parole uscire dalla bocca di Daemon non fu poi così sconvolgente. Avevo sempre saputo di non essere figlia di Ser Leanor Velaryon ed avere, una volta per tutte, la conferma di essere figlia di Daemon mi fece quasi sospirare. Era come se mi fossi tolta un peso. I miei sospetti si erano rivelati veritieri. Daemon era mio padre proprio come avevo sempre creduto in tutti questi anni. Si voltarono entrambi nella mia direzione quando si resero conto di ciò che era appena accaduto, forse perché si aspettavano chissà che reazione da parte mia.

«Tesoro...», tentennò mia madre allungando un braccio verso di me che poi fece ricadere un istante dopo lungo il suo fianco. Non sapeva nemmeno lei quali fossero le parole da usare in una situazione come quella. Lei che sapeva sempre cosa dire, lei che aveva sempre una soluzione pronta per ogni problema, era rimasta letteralmente senza parole.

«In fondo l'ho sempre saputo», mormorai scrollando le spalle.

« īlon issi gīda » (siamo uguali), dissi cercando di trattenere una risata e indicai il nostro aspetto. Daemon sorrise.

«Mi dispiace», disse mia madre avvicinandosi ed io, istintivamente, l'abbracciai.

«Te lo prometto mamma, farò in modo che le cose vadano nella direzione giusta», dissi guardandola negli occhi e non stavo mentendo. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di farle riscattare il posto che meritava sul trono di spade. Aegon non era adatto a quel ruolo, lo sapevano tutti e lo sapeva anche lui stesso. Daemon si avvicinò a noi e mi strinse fra le sue braccia in un modo che non aveva mai fatto prima di quel momento.

« Issa tala » (mia figlia), mormorò nel mio orecchio, mi strinsi ancor di più a lui e dimenticai perfino la battuta infelice che era uscita qualche minuto prima dalla sua bocca.

« Issa kepa » (mio padre), sussurrai io.

«Tra qualche mese saremo una famiglia ancora più vasta», disse mia madre con un sorriso sulle labbra mentre si accarezzava il pancione. Era incinta di un altro fratellino oppure questa volta sarebbe stata una sorellina; mancava poco ormai forse un altro paio di mesi.

«Non vedo l'ora di conoscerti», mormorai avvicinando la mia bocca al pancione.

«So che farai la cosa giusta Visenya. Non ho mai dubitato di te».

Ed io non li avrei delusi.

Congedai entrambi i miei genitori, uscii dalla stanza e mi diressi da Vermithor. Avevo l'impellente bisogno di stare con il mio drago, avevo bisogno di librarmi alta nel cielo, avevo bisogno di non pensare a niente.
Solo io ed il mio drago lontani da tutto e da tutti.

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~ SPAZIO AUTRICE ~
Buonasera e buon lunedì a tutti!!
Ho recuperato poco fa la nuova puntata ed é inutile dire che ho pianto tantissimo. Possiamo dire che è ufficialmente iniziata la danza dei draghi. A voi è piaciuta??
Pubblicherò un nuovo capito giovedì o venerdì, a seconda degli impegni. Vi sta piacendo questa fan fiction? Siamo esattamente a metà.
Nel frattempo, se vi va, lasciate un commento o una stellina ⭐️
Buona serata a tutti ❤️
Un bacio 😘
Moony Queen 💖

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