Capitolo 1: Ritorno A Casa

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"Mi ricordo di lei"

Le parole del nocchiere rubarono lo sguardo di Katerina impegnata a scrutare al di fuori dal finestrino della carrozza.

La ciocca bionda le ornava la parte destra del viso mentre il cappuccio oscurava l'altro lato dello sguardo.

"Anche con quella abbondante vestaglia da ladra, non passerà di certo inosservata all'assemblea. Particolarmente in periodi come questi..."

Le pupille del vecchio la scrutavano dallo specchietto interno della cabina separata e dedicata al conducente del piccolo mezzo a vapore.

Lei, seduta sul piacevole divanetto rosso, gli sorrise con l'unico lato delle labbra visibile al vecchio.

Ritornò a scrutare fuori, nella dolce oscurità della Notte Perenne, il vetro disegnato a mano con vari elementi e geometrie di stampo gotico faceva da filtro alle stradine della piccola cittadina.

Lumigrad era il cuore della Gilda dei Ladri, un borgo fiorente e pulsante di vita del Thamariel, dove tradizione e innovazione si mescolavano ad ogni viuzza.

L'architettura del rinascimento antico delle case sposava le vetrate e le cupole dorate, i commercianti e gli artigiani lavoravano con antiche materie prime e lavorazioni a clienti provenienti da tutto il regno, dal più umile dei servienti a opulenti conti e contesse.

Il cuore di Lumigrad fioriva ai piedi di un colle lungo e dolce, dove nella sommità vi si trovava l'accademia della Gilda e l'antica Cattedrale, evoluta nel tempo nella sede parlamentare del regno thamareliano.

Con lo scrutare della mano sull'abbondante pulsantiera disposta sul lato destro del cruscotto, il nocchiere afferrò un interruttore girevole orientandolo in senso orario, la luce nell'abitacolo di Katerina si propagò con una celerità tale da sollecitarne la chiusura delle palpebre.

"Siamo quasi arrivati. I Cantaverità stanno diffondendo la riunione per tutte le strade e le regioni. Ho lavorato molto negli ultimi giorni con tutti i tipi di clientela. Ho visto più mezzilupi nelle ultime lune che in diversi anni"

Katerina si portò la mano sul mento.

"I Cantaverità esagerano sempre"

Un piccolo dosso colpì la ruota anteriore della carrozza facendola sobbalzare per un'istante, accompagnando il segno di stizza del vecchio.

"Una riunione ciclica realizzata qui a Lumigrad è sempre importante, cacciatrice. E con la principessa scomparsa, lo è ancora di più. Lo sa più di chiunque altro"

Disse volgendo lo sguardo sullo specchietto, cercando gli occhi di lei.

"Altrimenti non mi avrebbero pagato per accompagnarla in accademia evitando tutte quelle persone che scruta dal finestrino, Ladra".

Una provocazione arcigna che la portò ad abbassarsi il cappuccio, rivelandosi a lui.

I capelli biondi le scivolavano dietro verso la spalla destra fin sotto le clavicole finendo con dei piccoli boccoli nelle punte, lasciando più scoperta la parte sinistra del viso, enfatizzando il neo sopra la zona alta della guancia sottostante l'occhio:

pupille che assomigliavano a due piccoli smeraldi grezzi incastonati nell'ombretto bianco leggermente lattiginoso, uniti da un tratteggio simile all'azzurro trasparente dell'acqua che quasi li univa fino al centro del viso lambendone il naso.

E con le piccole labbra rosa gli comandò:

"Fermati qui"

Il vecchio distolse lo sguardo, come se chi l'avesse pagato per quel viaggio non gli permettesse di osservarla.

Il Pianto Della StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora