Ti racconto chi sono

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Mi buttai in piscina con un bellissimo tuffo a testa e tornando a galla venni travolta da un Jason. Lanciai un piccolo urlo e andai sott'acqua. Tornammo a galla nello stesso istante e scoppiamo a ridere. Poi però ripensai a quello che dovevo dire e ritornai seria. Cominciai a nuotare in direzione degli scalini e Jason mi segui a ruota. Con voce decisa cominciai il mio monologo per presentarmi " allora ora ti racconto chi sono, però tu non potrai fare commenti fino alla fine!" Lo vidi annuire e continuai " mi chiamo Helen, ho una sorella minore di un anno di nome Maicy. Pratico ritmica sportiva nella società Lugano da 12 anni e sono una delle migliori svizzere sia individuale, che nella sezione insieme alla mie compagne. Fino a due anni fa praticavo atletica ma con l'inizio del liceo, fare 6 allenamenti alla settimana non era molto comodo così mia madre mi fece scegliere e io scelsi la ritmica. Amo leggere e isolarmi dal mondo esterno con le cuffiette. Amo anche correre sulla spiaggia come avrai potuto constatare tu stesso. E fin qui sembra tutto perfetto peccato che non lo è. Cinque mesi fa mentre mio padre e mia sorella tornavano a casa dopo che lei aveva finito gli allenamenti di pallavolo un pazzo ubriaco gli taglió la strada... l'incidente fu terribile: per il colpo mia sorella perse l'udito e..mmmio p..p..padre morì su colpo. Da quel giorno mia mamma si lasciò andare a cadde nel tunnel dell'alcol diventando un alcolizzata. Dopo poco tempo la licenziarono da lavoro.. I soldi che ci lasció mio padre non erano tantissimi e mia mamma non era più in grado di lavorare. Così visto che ero la maggiore presi in mano la mia famiglia: trovai un lavoro ad un bar la sera dopo scuola, diminuì gli allenamenti a due e continuai ad andare a scuola. Quando ti ho detto che mia mamma non mi avrebbe lasciato venire con te era una bugia lei non se ne sarebbe nemmeno accorta... La verità è che non volevo lasciare mia sorella da sola..." La sua faccia era misto tra pena/tristezza/compassione odiavo quello sguardo lo odiavo con tutta me stessa come odiavo mia madre che invece che rialzarsi aveva voluto soffocare il dolore dando a me il ruolo di adulta. Così mi alzai e cominciai a correre via, avevo sbagliato a dirli quelle cose.
"Fermati! Helen fermati!" Mi girai di scatto e vidi Jason corrermi dietro nel suoi occhi non si vedeva più quel odioso sguardo ma ammirazione nei miei confronti non potevo crederci e ancora di più mi stupì quello che mi disse " Avevo capito da come correvi, come se volessi scappare dai problemi che avevi che eri una ragazza forte, da ammirare e con questa storia me ne hai dato la prova. Sei una ragazza fantastica, Helen, per quello che fai per la tua famiglia togliendo del tempo per te stessa. Mi resta un solo dubbio, se hai detto che vivi in Svizzera e fate fatica con i soldi cosa fate qui? " " mia nonna compró un appartamento qui ai lidi negli anni '80 fin da piccole siamo venute qui a passare l'estate e visto che la casa con costava nulla abbiamo deciso di restare qui tutti i tre mesi. Il lavoro al bar lo riprendo a settembre e mentre sono qui lavoro in un locale serale il weekend, pagano abbastanza bene e in più il capo del locale è anche il proprietario del Prestige.Chris non mi fa pagare il lettino conoscendo la mia situazione.." Abbassai lo sguardo non volevo che vedesse che stavo per scoppiare a piangere.. Parlare della mia situazione famigliare era davvero dura per me. Jason mi si avvicinó e mi alzò il mento con una mano incrociando i suoi occhi verdi con i miei color Nutella (come mi piaceva definirli) gonfi e tristi.
" stasera tu uscirai con me e non preoccuparti per tua sorella le gemelle hanno la sua età e potrebbero invitarla a casa a vedere un film...con i sottotitoli??.." Scoppiai a ridere per non piangere e commossa per la sua gentilezza accettai l'invito " okay stasera verrò con te al luna park dove passeremo la serata sugli autoscontri 😏 e sulla ruota panoramica a mangiare lo zucchero filato che mi piace tanto😍" lui mi fece un sorriso così splendido che anche il sole era geloso e mi abbracció. Mi strinsi a lui e scoppiai probabilmente se non fossimo in acqua lo avrei bagnato tutto. Non mi ero mai permessa di piangere, era un piacere che solo le persone deboli avevano bisogno e io dovevo essere forte per la mia famiglia ma in quel momento tra le braccia di quello sconosciuto che poi conoscevo mi sentivo sicura e protetta e non avrei mai smettere di stare così senza pensare ai miei mille problemi...

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