Lui è sempre lì

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Non si muoveva. Era fermo, immobile, come se aspettasse qualcuno o qualcosa. Quel giorno il buio intorno a me era più intenso, più scuro del solito, più profondo di ogni altra volta. Ma nell'oscurità, seppur in modo impercettibile, io non ero solo. E' strano non avere nessuno intorno a te ma avere comunque una sensazione opprimente, come degli occhi gelidi fissi su di te e non appena ti volti per incontrarli, questi spariscano in pochissimo tempo, senza darti la possibilità di confermare questa tua sensazione.

Eppure sapevo che non ero solo, che Lui era tornato. Solitamente si muoveva, sfuggiva sempre al mio sguardo ma era comunque una presenza costante, incessabile ma comunque innocua. Ma quella notte era immobile, aveva i suoi occhi fissi su di me e sembrava meno mansueta del solito. Questa volta non sfuggiva al mio sguardo, si faceva osservare. Adesso potevo vederlo. I suoi occhi cerulei erano in continuo movimento, come se scrutassero ogni angolo della stanza, ignorandomi. Saettavano da una parte all'altra, instancabilmente. Le sue mani, ossute e scarne, rovinate come se per anni si fosse scorticato da solo erano ferme sul pavimento, leggermente incarcate, pronte a scattare e afferrare. Le dita affusolate erano lunghe e sottili e sul suo volto incavato e spigoloso c'era quello che a prima vista poteva sembrare un sorriso, ma che finiva in un sinistro ghigno, quasi sofferente. Intorno agli occhi, piccoli e penetranti, cerchi neri si ripetevano in un motivo concentrico in una spirale quasi infinita, pronta a inghiottirti. Mentre i suoi occhi guizzavano senza mai fermarsi, digrignava i denti, deformando ancora di più il suo volto. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quell'essere che giaceva immobile in fondo alla stanza. Io ero paralizzato. Ma non avevo paura. Al contrario, ero incuriosito. La creatura, o meglio l'essere, iniziò a rallentare il movimento dei suoi occhi, fino a che non si posarono su di me e il suo ghigno sofferente divenne un sorriso sinistro e malevolo. Mi sorrise e io gli sorrisi a mia volta. L'essere, finalmente, si mosse. 

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