ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ꜱᴇɪ

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Entrai rapidamente in camera e mi chiusi la porta alle spalle.
Fanculo.
«Fai filone anche tu?» una voce mi fece sobbalzare.
«Cazzo! Non ti avevo vista» Setsuna era comodamente stravaccata sul suo letto, indossava ancora il pigiama rigorosamente nero.
«L'avevo notato» pronunciò lentamente.

«Ho già seguito un corso, comunque» mi sedetti sul mio letto, il cuore batteva ancora piuttosto veloce a causa dello scontro con quel ragazzo.
Ora che ci ripenso, non l'avevo ancora mai visto qui. Sarà un dipendente?
«Quale?»
«Miti e leggende»
«Con quel bono di Kirishima?» scoppiai a ridere.
Non ha tutti i torti.
«Ci farei seriamente un pensierino se non fosse sposato e avesse dei figli»
«Ewww, Setsuna!»

«Vuoi vedere un posto?» si alzò stiracchiandosi.
«Che posto?»
«Dammi cinque minuti» ignorò la mia domanda ed entrò in bagno.
Sospirai e tornai stesa sul letto, non ero più abituata a tutto quel movimento e il mio corpo me lo stava facendo capire privandomi di quella poca forza rimasta.

Quasi immediatamente la corvina uscì dal bagno con indosso una maglietta oversize nera con l'enorme stampa di un teschio.

«Mi piace» indicai la maglietta con un dito.
«Forza, muovi il culo!» con un sonoro sbuffo mi alzai e iniziai a seguirla.

Mi prese per mano con gli occhi brillavano. Senza una parola, mi guidò oltre la barriera di cespugli che delimitava la zona accessibile del giardino.
Il cuore mi batteva forte mentre avanzavamo su un sentiero nascosto, coperto da foglie secche e piccoli fiori selvatici.

«Setsuna, sei sicura?» sussurrai, la voce leggermente tremante.
Lei si voltò verso di me, sorridendo con quella luce negli occhi.
«Fidati di me» disse, stringendo leggermente la mia mano, come a voler dire "Io mi fido di te".

Proseguimmo fino a raggiungere una radura quasi incantata, un luogo che sembrava sospeso nel tempo. Al centro, un'antica altalena di legno pendeva da un massiccio ramo di quercia. La corda, ingrigita dal tempo e dalle intemperie, sembrava ancora robusta.
Mi fermai, il respiro mozzato dalla bellezza e dalla tranquillità del posto.

Setsuna si avvicinò all'altalena, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli scuri.
«Non è bellissimo?» chiese, la sua voce sicura era un sussurro nel silenzio.

Annuii, incapace di trovare le parole giuste. Sentii un'ondata di emozioni contrastanti: paura, eccitazione, e una strana forma di speranza.
La corvina si sedette sull'altalena, iniziando a dondolarsi lentamente. Il sorriso sul suo viso era contagioso e, per un momento, mi dimenticai di tutto il resto.

Mi avvicinai, e lei mi fece segno di sedermi accanto a lei. Così feci, e insieme ci lasciammo cullare dal movimento ritmico dell'altalena, mentre il sole filtrava attraverso le fronde degli alberi, disegnando ombre danzanti intorno a noi.

«Ci è consentito venire qui?»
«Secondo te?» mi guardò divertita.
«Bene» non riuscii a trattenere un sorrisetto.

«Che tu sappia...» iniziai.
«Qui ci sono dei ragazzi?» la osservai con la coda dell'occhio.
«Ragazzi?» mormorò colta alla sprovvista.
«Siamo in una struttura prettamente femminile, non ci sono ragazzi qui»
«Nemmeno dipendenti?» pensai al rosso.
«Sono tutti vecchi. Perché?» aggrottò le sopracciglia.

«Prima di entrare in camera, sono finita contro un ragazzo. Aveva i capelli rossi abbastanza lunghetti e mi è sembrato anche parecchio robusto» spiegai ricordando la sensazione del suo corpo duro contro il mio.

«Ah, per questo avevi il fiatone. Sei scappata!» rise.
«Comunque no, non ho idea di chi sia il tuo misterioso principe azzurro. O forse dovrei dire principe rosso»

«Ma quale principe e principe. Ero solo curiosa, tutto qui»
«Va bene, solo curiosa. Dobbiamo andare adesso, è ora di pranzo» mi porse nuovamente la mano.

Anche quel giorno, la tavola si presentava immensamente imbandita.
Fette di carne, patate al forno, pasta, zuppa e tanti altri contorni.
Il luogo magico in cui ero stata fino a pochi minuti prima era ancora fisso nella mia testa, provocandomi un sorrisetto spensierato.
Mi sentivo tranquilla e sicura di me, così tanto che decisi di spingermi oltre i miei limiti.

Afferrai una piccola porzione di patate al forno, il loro aspetto era assolutamente invitante e il profumo sembrava quasi portarmi sulle nuvole.
Il primo boccone, al contrario di quanto pensassi, fu semplice da buttare giù. Così come i due, tre, quattro, cinque, successivi.
Iniziai a ingurgitare tutto con foga, mi sentivo davvero invincibile.

Ma si sa, le favole non sono fatte per durare e in pochi istanti la magica bolla in cui mi trovavo scoppiò, riportandomi bruscamente per terra.

La nausea iniziò a farsi sentire prepotente e, pochi secondi dopo, mi ritrovai nel piccolo bagno della mia camera a rigettare tutto quello che poco prima mi aveva fatto sentire padrona della mia vita.




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eccoci qua.
innanzitutto mi scuso per la lunghissima attesa.
finalmente abbiamo scoperto qualcosa in più di uno dei misteriosi e "fighi" personaggi: setsuna! non è la ragazza dura che mostra di essere eh? chissà quale sarà la sua storia.
e l'amicizia tra lei e haruki? che dite, vi piace?
chi sarà poi quel "principe rosso"?
io non so nulla eh!
stiamo poi piano piano entrando nella realtà di haruki... basta, non parlo più!

p.s. grazie a tutti per il sostegno ♥♡♥♡♥♡♥♡♥♡♥♡♥

𝘧𝘳𝘢𝘨𝘪𝘭𝘦 |e. kirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora