6. 𝐈𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐝'𝐄𝐥𝐛𝐚

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Domenica 15 luglio 2029, 

Isola d'Elba



"Eccoli qui i miei bellissimi ragazzi", Nonna Virginia aprì le braccia per accogliere l'arrivo di Manuel e Simone nella villetta a schiera che aveva affittato quell'estate in una location unica del suo genere. 

Un luogo incantevole che sorgeva sulla costa di Portoferraio, in cima ad un promontorio che si apriva su spiagge e calette colorate da acque verde smeraldo.

 Aveva deciso di trascorrere così le sue vacanze lontano da Roma, cercando pace fra il suono delle onde del mare insieme ad una sua cara amica storica. 

Sfortunatamente, però, la signora Lancini era stata contattata dal genero perché la figlia era in procinto di partorire con due settimane d'anticipo.

Lo so Simo che avresti voluto passare il fine settimana da un'altra parte ma c'è nonna da sola, non posso raggiungerla la prossima settimana perché ho degli appuntamenti di lavoro, mi fai questo favore? Così, disse sua madre al telefono, quando a metà settimana l'aveva supplicato di raggiungere nonna. 

Le voleva bene, ovviamente l'avrebbe raggiunta; solo che, al telefono, si era permesso di sbuffare, facendo roteare gli occhi al cielo perché era dispiaciuto di rinunciare a quel fine settimana che aveva organizzato con i suoi amici al mare per festeggiare la laurea di Marika.

 Sarebbero andati un paio di giorni a Riccione - sicuramente non una meta all'avanguardia - ma un luogo dove si sarebbero concessi ad ogni tipo di divertimento. 

Poi, ciliegina sulla torta, c'era anche Giovanni. 

Quel ragazzo che gli aveva sempre mostrato interesse da quando si sono conosciuti al primo anno, quell'amico affascinante che aveva sempre la battuta pronta colma di allusioni, quel ragazzo a cui alla fine...aveva ceduto

Era iniziato tutto un po' a caso lo scorso dicembre: durante una serata trascorsa a casa con i suoi amici, era scoppiato a piangere per la nostalgia di suo padre, capitava ancora di stare male, solo meno frequentemente. 

Così Giovanni si era avvicinato per abbracciarlo e stampargli un bacio in fronte. Avevano continuato a parlare quella sera fino a tarda notte, seduti sul divano, anche quando gli altri erano andati via. 

Lui, mentre lo ascoltava, gli aveva poggiato la mano sulla sua gamba, quasi a dire continua. Così Simone aveva tirato fuori tutto. 

Complice una seconda bottiglia di vino, l'abbraccio condiviso su quel divano si trasformò in un bacio e poi, di conseguenza, in sesso. 

Non capiva come, ma Simone, negli ultimi sei mesi, aveva continuato ad andarci a letto insieme.

 Giovanni era premuroso nei suoi confronti; eppure, a lui sembrava davvero una mera consolazione per non pensare alla sua tristezza. Una strategia per stare meglio. Una strategia che funzionava bene sul momento, ma il sesso con lui, per quanto gradevole, lo lasciava così di malumore. 

Rimaneva sempre immobile ad osservare il soffitto a chiedersi com'è che non riuscisse a trovare qualche tipo di gratificazione o di benessere dopo quel rapporto. 

Avrebbe preferito essere ovunque, tranne che in quella stanza soffocante in compagnia di una persona che lui non amava. 

Come era possibile finire in un letto di una persona che non voleva eppure ci tornava sempre? 

15 LUGLIO [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora