Durante la notte non feci fatica ad addormentarmi, mi sentii subito a mio agio e non era mio solito quando andavo in case che non erano la mia, ma questa fu l'eccezione e ne fui davvero contenta.
Quella mattina mi svegliai davvero presto e decisi di andare a fare una passeggiata per orientarmi nella nuova città, non ero mai stata a San Francisco e pensai che iniziare a familiarizzare con il luogo mi avrebbe aiutata, anche solo per fare amicizia.
La villetta a schiera dei Waltan si trovava in un condominio, era circondata da moltissime altre casette e tutti si conoscevano tra loro, era un ambiente davvero tranquillo e mi piaceva, amavo come tutti andavano d'accordo gli uni con gli altri.
Oltrepassai la strada raggiungendo il centro della cittadina e notai una piccola pasticceria che nonostante occupasse solo un angolo del marciapiede era davvero affollata, mi avvicinai e subito un odore vanigliato mi riempii le narici, decisi che al ritorno avrei preso qualche dolce da portare per la colazione: infondo avrei dovuto sdebitarmi con i signori Waltan in qualche modo e pensai che per iniziare, dei pasticcini sarebbero stata un ottima idea.
Attraversai la strada facendo partire la playlist che avevo scelto per oggi, non feci in tempo ad abbassare per qualche secondo lo sguardo sullo schermo del telefono, che una moto frenò di colpo davanti ai miei occhi.
<<Ma che cazzo!>> urlò un ragazzo alzandosi la visiera del casco.
<<Ehi! mi stavi per investire!>> risposi io portandomi una mano sul petto dallo spavento.
Il ragazzo scese dalla moto avvicinandosi <<Devi guardare dove vai!>> mi rispose lui.
<<Tu mi stavi tagliando la strada! stavo attraversando sulle strisce pedonali e stavi correndo!>>Successe tutto così velocemente e ebbi bisogno di qualche secondo per ricollegarmi alla realtà; cazzo mi avrebbe potuta ammazzare!
<<Senti ragazzina... io stavo pure correndo ma tu non puoi tenere le cuffiette mentre cammini.>> mi rispose lui.
La strada era deserta, si poteva solo udire la nostra discussione e qualche uccellino canticchiare.
Odiavo come cercava di addossarmi la colpa, forse non ero stata attentissima mentre attraversavo, ma lui mi stava letteralmente venendo addosso ad una velocità inaudita!
<<Non dovresti dare consigli a me "ragazzino". Piuttosto rifatti la patente, forse hai dimenticato di studiarti il capitolo sui limiti di velocità!>> risposi prendendolo in giro, incrociai le braccia all'altezza del petto e lo squadrai.<<E tu dovresti evitare di andare in giro con delle cazzo di cuffiette.>> sbottò lui.
Questo tizio mi stava dando sui nervi e non avrei pensato di passare nemmeno un altro secondo a discutere con lui, era un completo idiota e sarebbe stata una perdita di tempo, inoltre non lo conoscevo e non sapevo affatto chi avessi davanti: poteva benissimo essere un malintenzionato!
Sbuffai e ignorandolo ripresi il mio percorso, ma con la moto mi seguì.<<Per farmi perdonare potrei darti uno strappo a casa; è mattina presto e questa zona non è delle migliori per passeggiare.>> rispose lui indicandomi con lo sguardo un uomo vagabondo probabilmente ubriaco.
<<E chi mi dice che tu non sei pericoloso? mi stavi per investire.>> scherzai scrutandolo attentamente.
Lui mi sorrise.
<<Non posso assicurarti di essere un bravo ragazzo, ma sicuramente sono meglio di quello lì.>>
Forse non aveva tutti i torti.<<E poi chiunque abita qui sa che la mattina a quest'ora è meglio non uscire... immagino che tu sia nuova, non è vero?>> domandò.
Annuii e poi sospirai.
Era una situazione alquanto esilarante, non sarebbe stato sicuro proseguire per quella via da sola e il ragazzo per quanto potesse sembrarmi un completo idiota non sembrava avere cattive intenzioni; perciò dimenticadomi che stavo fuggendo da un serial killer e che sarei dovuta rimanere al sicuro, decisi di accettare il passaggio.E pochi secondi più tardi mi ritrovai con uno sconociuto sul sellino di una moto, mentre sfrecciavamo lungo le strade della città.
<<Dove ti porto?>> mi chiese lui non appena ci fermammo al primo semaforo.<<Al ventisettesimo di Stone street.>> affermai, lui trattenne una risata <<Sai dov'è?>> chiesi incuriosita dalla sua risata sospetta.
<<No... infatti avrei bisogno di alcune indicazioni.>> rispose spingendo sull'acceleratore non appena il semaforo si fece verde e lo aiutai indicandogli la strada.Non ero mai salita su una moto e un po' mi spaventava, ma mi stavo divertendo, sentii una carica di adrenalina che non percepivo da tanto tempo.
Mi aggrappai ai suoi fianchi con attenzione, non volevo invadere il suo spazio e nemmeno dargli troppa confidenza, ma avrei pur dovuto reggermi a qualcosa mentre viaggiavamo.<<Ecco... la casa è questa.>> affermai indicandogli la graziosa villetta, lui rallentò fermandosi davanti al vialetto, scesi e lo ringraziai.
<<Comunque non ti sei presentata.>> dissei lui parcheggiando la moto; mi accigliai, doveva accompagnarmi, non entrare in casa.
<<Sono Destiny... piacere.>> risposi sempre più confusa. <<che cosa stai facendo?>> aggiunsi non appena si tolse il casco.Fu solo in quel momemto che vidi il suo volto: i capelli mori gli ricadevano scompigiati sulla fronte, si passo una mano per sistemarseli dopo aver sfilato il casco.
Le ciglia e sopracciglia scure incorniciavano due occhi blu scuro e le labbra rosate dalla forma perfetta si incurvarono in un sorrisino che evidenziò le due fossette.
Non feci a meno di notare gli occhi, erano estremamente magnetici, sembrava ci potessi sprofondare all'interno, freddi ma capaci di farmi avvampare all'improvviso.<<Entro in casa mia ragazzina, vorresti forse impedirmelo?>> scherzò avanzando verso la porta.
<<Ma tu non abiti qui->> risposi completamente in preda alla confusiome ma un altra voce mi interruppe <<James! ti ho chimato centomila volte al telefono! non ci hai avvisato che avresti passato la notte fuori.>> gridò Ellen sbucando dalla porta di casa.Oh mio dio!
Ero sempre più confusa, ma stavo ricollegando i tasselli.
<<Scusa mamma, sono stato da Liam e il mio telefono non aveva segnale.>> rispose lui sfilandosi i guanti per la moto <<Tutte scuse! muoviti ad entrate...>> ribattè lei sbuffando.Il ragazzo del passaggio, che non era nient'altro che James Walton, mi fece l'occhiolino entrando in casa.
Rimasi impalata come una scema; era successo tutto così velocemente!
Mi passai le mani sul volto e in preda ad una risatina isterica rincasai anche io.<<Buongiorno Ellen...>> affermai entrando in cucina, lei mi sorrise e mi salutò con un bacio sulla guancia, con la coda dell'occhio vidi quello che ormai identificai come James, ingozzarsi di cereali seduto al bancone della cucina.
<<Des hai conosciuto James?>> mi chiese lei, io finsi un sorriso ed annuii, feci per rispondere ma lui mi precedette <<Si... ci siamo incrociati.>> affermò lui ridacchiando.
Certo Ellen, ho conosciuto tuo figlio... mi stava per investire e ha finto di non far parte di questa famiglia solo per prendermi per il culo!
Provai in tutti i modi a trattenere le mie espressioni facciali ma non riuscii ad evitare di fulminarlo con lo sguardo: più lo guardavo, più rimanevo interdetta e lui se ne accorgeva, per questo si divertiva così tanto, ed era tutto così assurdo.

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𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈 𝑰 𝒔𝒉𝒐𝒖𝒍𝒅 𝒌𝒏𝒐𝒘 𝒂𝒃𝒐𝒖𝒕 𝒚𝒐𝒖 ||
RomanceDestiny ha sempre amato la libertà, sperimentare e avventurarsi erano due delle tante cose che amava fare più in assoluto, ma aveva dei limiti. Figlia di due importanti agenti dell'FBI, Destiny, è obbligata a vivere in funzione di tutti gli impegni...