𝔲𝔫𝔬-𝔡𝔞𝔣𝔫𝔢

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La pioggia cadeva dolcemente contro il finestrino, creando un balletto di piccole onde di gocce che scivolavano via una dopo l'altra. Guardavo fuori, immersa nei miei pensieri, mentre il mondo sembrava avvolto in una calma malinconica e avvolgente. Le giornate piovose avevano sempre avuto un effetto strano su di me, amplificando ogni emozione e rendendo ogni pensiero più intenso e riflessivo.

"Siamo arrivati, Dafne, " disse mia madre adottiva, la cui voce era come una carezza, dolce e rassicurante, capace di spezzare il silenzio e il mio stato di contemplazione. Il tono della sua voce era morbido, come se percepisse la mia inquietudine interiore.

Guardai fuori dalla finestra ancora per un momento, osservando le gocce che si accavallavano e scivolavano lungo il vetro. Poi, con un respiro profondo, mi voltai verso di loro, cercando di disegnare un sorriso che sembrasse autentico. "Sì, siamo arrivati."

Mia madre mi sorrise con una gentilezza , i suoi occhi rivelavano una comprensione profonda e un sostegno silenzioso. "Questo sarà un anno speciale, lo sai. L'ultimo al Collegio Crestwood."

"Lo so," risposi, cercando di infondere un po' di sicurezza nelle mie parole, anche se il mio cuore era colmo di incognite e preoccupazioni. "Sarà speciale."

Henri Mio padre adottivo, seduto accanto a mia madre, si girò leggermente sul sedile del guidatore, osservandomi con un'espressione di premurosa preoccupazione. "Sei sicura di voler fare questo, Dafne? Possiamo aspettare fuori, se hai bisogno di più tempo."

"È l'ultimo anno," ripetei, cercando di convincere me stessa più che loro, e di infondere determinazione nelle mie parole. "Devo farlo."

Ci guardammo per un momento, immersi in un silenzio carico di significato e sentimenti non espressi. Poi, finalmente, uscimmo dalla macchina e ci trovammo di fronte al grande cancello del collegio. Il cortile era desolatamente vuoto a causa della pioggia, con solo pochi coraggiosi studenti che si affrettavano sotto i tetti protettivi.

"Ricordati di chiamarci se hai bisogno," disse mia madre, stringendomi la mano con affetto e un sorriso incoraggiante.

"Lo farò," risposi, con la voce appena un filo di emozione, mentre il cuore mi batteva forte per l'inizio di una nuova avventura.

Con un respiro profondo e deciso, entrai attraverso il cancello del collegio.

La pioggia batteva incessantemente sul mio ombrello mentre percorrevo il sentiero verso il dormitorio. Sentivo il peso del nuovo anno che iniziava a gravare su di me, con tutte le incertezze e le aspettative che portava con sé, come una cappa invisibile.

All'interno del dormitorio, incontrai finalmente Sara, la mia migliore amica da anni li. Era lì ad aspettarmi con un sorriso luminoso, il suo volto radioso come una luce di speranza che brillava attraverso la nuvola di incertezze.

"Dafne!" esclamò, correndomi incontro con un entusiasmo contagioso e abbracciandomi calorosamente. "Finalmente sei qui! Mi sei mancata tanto."

Anche se eravamo cresciute insieme, Sara sembrava sempre più sicura di sé, la sua presenza emanava una luce naturale e un carisma che attirava l'attenzione senza sforzo. Era il tipo di persona che portava vitalità e positività ovunque andasse.

"Anche tu mi sei mancata," dissi, ricambiando il suo abbraccio con gratitudine e affetto sincero.

"Pronta per l'ultimo anno?" chiese, con un sorriso che brillava di anticipazione e ottimismo.

"Beh, vedremo," risposi, cercando di non tradire la mia ansia e il tremolio che sentivo dentro. "Sono un po' nervosa, ammetto."

Sara mi prese per mano, come faceva sempre nei momenti in cui avevo bisogno di conforto e di una spalla su cui appoggiarmi. "Non preoccuparti," disse con una sicurezza rassicurante. "Siamo in questo insieme. E quest'anno sarà fantastico, te lo prometto."

A Tale of Two Hearts: A Love Lesson"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora