𝖯𝗋𝗈𝗅𝗈𝗀𝗈

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Faccio, finalmente, il check-out dopo 2 ore di aereoporto piu 13 di volo. Sono stanchissima ma non vedo l'ora di andara a casa, rivedere la mia famiglia e Pablo, mio fratello. A lui sono molto legata sin da piccola, quando mi facevo male lui era quello che mi metteva il cerotto, quando avevo fame lui mi preparava un panino o qualcosa per sfamarmi, dormivamo nello stesso letto, mangiavamo dallo stesso piatto e ci volevamo e vogliamo un bene dall'anima. La mia famiglia non era benestante, anzi, hanno lavorato duramente per avere la casa, la macchina e le condizioni che abbiamo adesso. Inutile dire che mio fratello mi faceva da mamma e papà quando i nostri lavoravano anche la notte per mettere da parte soldi per riuscire a realizzare i nostri sogni. Hanno iscritto mio fratello al Barcellona quando aveva 13 anni, era un pò indietro rispetto ai suoi compagni pero lui ha lavorato duramente e all'giorno d'oggi è uno tra i piu amati e bravi calciatori della Spagna.

Arrivo fuori dall'aereoporto e vedo una Mercedes bianca parcheggiata vicino a me, con mamma e papa dentro. Corro subito da loro e mi abbracciano forte, mamma mi regala un bacio sulla fronte e papà me ne da uno sulla testa.
<<Dov'è mio fratello?>>Chiedo, non vedendo Pablo.
<<È agli allenamenti, non gli abbiamo detto che arrivi oggi per fargli una sorpresa>>mi spiega mio padre.

Entro in macchina e mi appoggio al vetrino, guardando Barcellona i tutta la sua bellezza finchè non arriviamo al campo dove si allena la squadra di mio fratello.

Papà e mamma mi aspettano all'entrata dell'campo mentre io vado sulle panchine dove alcuni giocatori con la maglia del Barça, intuisco siano i compagni di mio fratello, bevono dell'acqua da delle bottigliette di plastica. Poi lo vedo, sta in mezzo a Lamine, un nostro amico da quasi 5 anni, e a un ragazzo che non riconosco, visto che non si vede il viso, chino sul telefono con i ricci neri che gli solleticano la fronte. Vado dietro di loro, camminando piano cercando di non farmi sentire e metto le mani sopra gli occhi di mio fratello.
<<Marc, ma che manine da ragazzina che hai. Su toglile>>dice mio fratello, pensando che fossi un altro nostro amico, Marc Guiu, gicatore del Barcellona e amico strettissimo di Pablo e mio.
<<Nah, riprova>>gli suggerisco, e faccio segno a Lamine di stare zitto, visto che lui mi ha già notata.
<<Non puo essere!>>esclama, togliendosi le mie mani dagli occhi, e con uno scatto si alza dalla panchina e io la scavalco per raggiungerlo.
<<Fratellone!>>lo prendo in braccio e lui mi fa roteare, come faceva quando eravamo piccoli, e mi posa un bacino sulla testa.
<<Certo che ti sei fatta bella, già dalla telecamera di whatsapp eri stupenda, ma dal vivo? Sei da togliere il fiato sorellina>>
<<Ma grazie>> lo abbraccio ancora una volta e faccio dietrofront per andare a prendere il regalo che gli ho comprato, ma nel girarmi vado a sbattere contro un torace ampio. Cavolo che muscoli!
<<Ma guarda dove metti i piedi>>mi dice una voce, alzo gli occhi e mi ritrovo d'avanri l'incubo della mia infanzia: Hèctor Fort. L'insopportabile miglior amico di Pablo, giuro mi piacciono tutti gli amici di mio fratello ma lui, proprio no. Quando ero piccola mi tirava le treccine fatte con cura da mia madre, mi scompigliava i capelli e mi disegnava i baffi quando dormivo. Un incubo per una bambina di 10 anni.
<<Se non stessi con gli occhi nel telefono magari vedresti anche dove metti i piedi>>gli dico infastidita, ma chi si crede di essere? La regina d'Inghilterra, che dobbiamo spostarci noi al suo posto?
<<Ma guarda un pò, la piccola di casa ha imparato ad usare la lingua>>mi sfotte.
<<Vuoi vedere come ho imparato ad usare bene la lingua?>>ribatto, e dal suo sguardo posso intuire che non si aspettava cio che ho detto.
Mi rivolge un ghigno e se ne va in campo.

<<Heilà mini Gavi!>> mi richiama una dolce voce femminile. La riconosco e mi volto, Alya Guiu e Lavinia Fort in tutto il loro spelndore comminano verso di me. Loro sono le mie migliori amiche, ci siamo conosciute grazie alla passione dei nostri fratelli quando avevamo poco più di dieci anni e da allora siamo inseparabili. A scuola siamo in classe insieme, ogni giorno ci vedevamo o al parco vicino a casa di Alya o a casa di una di noi.
<<Dove hai preso la maglia, spelndore? Ti sa da Dio!>>mi dice Lavi e ci riuniamo tutte in un abbraccio di gruppo. Mi sono mancate non tanto, di più e ora che finalmente posso di nuovo sentire il loro profumo famigliare mi sento finalmente a casa.
Io e le ragazze ci sediamo sugli spalti e guradiamo i ragazzi allenarsi, e becco Alya guardare mio fratello incantata
<<Non ti è ancora passata la cotta per Pablo, eh?>>me la rido di gusto insieme a Lavinia. Quando eravamo in 2 media, Al ci ha confessato di avere una cotta per mio fratello.
<<Ma guardalo, è un dio greco!>>
<<Dio greco lui, però non hai visto la sorella. Ah, vero, è davanti a te>>le sventolo una mano d'avanti, per distrarla da mio fratello. Oggi c'è un caldo allucinante e il coach ha permesso ai ragazzi di allenarsi senza maglia. Inutile dire che non ho mai visto così tanti muscoli insieme in vita mia!

Luz Solar ~ Hector FortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora