2 ottobre
Gli ululati dei venti del nord sferzano la cittadella di Riverstone a suon di artigliate, attraversando le case incanalate nella collina. Gli alberi dondolano, le foglie svolazzano caotiche via con i sussurri dall'oceano. Stanotte il mare è agitato. Le sue onde si avventano sulla costa, rombando all'unisono dei tuoni nel cielo.
Un blu sporco, illuminato di tanto in tanto dai bagliori delle saette, lingue di luce folgorante e aggressiva che pittura di un viola acidulo le nuvole.
È in arrivo una tempesta.
Oltre la cima della ripida scogliera che si staglia alla mia sinistra, nella lingua di terra tra le acque in tormenta, ci si emerge il Faro.
La sirena d'emergenza suona stridente e la luce arancione indica la via per casa all'ultimo peschereccio. Eppure il mare è vuoto. Spettrale. Non c'è anima intorno e da nessuna parte. Le strade sono deserte, le case spente, alcuna finestra che dimostri un segno di vita.Il profumo intenso della salsedine si infila nei polmoni con grinta mentre il vento mi lambisce il viso quasi a farmi lacrimare.
Tiro di più la sciarpa sul setto nasale e salgo su per la stradina in ghiaia e terra battuta.
La poca illuminazione arriva dai lampioni in acciaio della strada principale sottostante alla mia sinistra, la stessa che porta fin dentro il cuore pulsante della cittadella e che si ramifica in vie, viuzze e vicoli bui.Arrivata in cima alla collina, serro gli occhi in due fessure e do uno sguardo verso il basso mentre consolo i miei polmoni indolenziti. Lunghi e profondi respiri, il fiato caldo che sbatte contro il tessuto della sciarpa e la condensa che lo inumidisce.
È il richiamo, uno che conosco bene.
Mi canta, mi guida, mi attira a sé come un magnete. Una sinfonia di corde vocali dal timbro disumano, etereo. Ed essa mi porta sempre lì, in quel punto tra Terra e Morte, dove la realtà che conosco lascia lo spazio a un giardino su un altopiano avvizzito.L'erba morente, il terreno bruciato, l'odore di carbone fumante. Non c'è fauna, solo la vegetazione decimata. Sembra un cimitero di un qualche remoto paradiso, dove tempo addietro la vita regnava sovrana, soave e florida. In questo tempio svuotato dalla vita, c'è un puntino rosso e splende con prepotenza, come una lanterna.
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CRIMSON OAK #1 Morningstar saga
Fantasy«E tu chi saresti tra i due?» Una domanda che mi prende di sprovvista. «La preda o il cacciatore?» chiede incrociando le mani sul tavolo e sporgendosi lievemente su esso, verso di me. «Il corvo.» La mia risposta non era tra le opzioni disponibili. L...