Capitolo 2- confessioni

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Céline

2 anni prima...

-Céline vieni giù, è arrivata la risposta alla domanda di borsa di studio- Urla mia madre dalla cucina.

A quelle parole il battito del mio cuore iniziò a battere sempre più velocemente, l'ansia e la paura di non avercela fatta presero il sopravvento sulle mie emozioni.

Scesi quella gradinata più velocemente possibile.

Ed eccola lì. Sul tavolo, nella sala da pranzo, mi attendeva la risposta a quello che avevo sempre desiderato.

L'ammissione in quella prestigiosa scuola significava per me dare un senso a tutto l'impegno, la fatica, che utilizzavo ogni giorno a scuola per dare costantemente il meglio di me.

Iniziai ad aprire la comunicazione con le mani che mi tremavano, il respiro affannato e qualche lacrima agli occhi.

Il dolce viso di mia madre era emozionato, lei sapeva che c'è l'avrei fatta sicuramente.

-Cél tesoro, quindi? com'è andata?- Mi chiese con quella sua voce fragile e delicata.

Non risposi ma scoppiai a piangere.

I miei erano singhiozzi ricchi di delusione, sconforto, afflizione. In quelle lacrime si celava tutta la mi demoralizzazione. Sì, ero demoralizzata.

Mi gettai nelle braccia della mia mamma. Il suo dolce profumo alla vaniglia mi arrivò dritto alle narici, quell'odore che tanto amavo, riusciva ogni volta a rassicurarmi.

- Non c'è l'ho fatta mamma, scusami tanto- Le mie lacrime continuavano a scendere dolci sulle sue spalle.

Quel senso di delusione e il pensiero di non essere mai abbastanza continuò a tormentarmi per mesi, mi sentivo inadeguata. Non ne capivo nemmeno il motivo poiché tendevo sempre a dare il massimo ma forse non bastava o semplicemente non era ancora il momento giusto...

Presente

I ricordi iniziano a vagare all'interno della mia testa durante il tragitto verso casa. Come di rito, Miranda si ferma a dormire a casa mia, è troppo ubriaca e se la madre la vede in questo stato credo che la manderebbe in un collegio quindi è meglio che rimanga da me.

-Célll... maaa... looo... sai... che mi mancheraiii- Sì, è letteralmente ubriaca fradicia.

Sposto il suo capo dal mio petto e la poggio con la testa sul finestrino, l'ultima cosa che voglio è vederla nuovamente vomitare su di me. Non voglio rivivere lo stesso episodio accaduto esattamente tre anni fa al mio quattordicesimo compleanno. Quella è stata la prima vera e propria ubriacata di Miranda. Non dimenticherò mai come durante il taglio della torta iniziò a vomitare tutto sul mio nuovo vestito.

Dopo aver parcheggiato davanti casa mia, Dylan mi aiuta a portare Miranda in camera mia. Per fortuna c'è lui che ogni volta mi da uno strappo a casa, in realtà non è uno che beve molto quindi può riaccompagnarmi dopo le feste.

Riuscire a raggiungere la mia stanza è piuttosto un'impresa. Saliamo le scale nel modo più silenzioso possibile, mia madre non può assolutamente vederci. Sistemiamo la mia migliore amica sul letto, e delicatamente, la poggia sul morbido cuscino, le stendo le gambe e le tolgo gli stivali. Ha il viso tutto sudato e accaldato perciò le lego i capelli in una coda.

Credo che questa sarà una nottata molto lunga...

Come sempre accompagno Dylan al cancello e prima di andarsene scambiamo due parole.

-Sai non so come faro senza di te in questi mesi- ammette amareggiato.

-Anche tu mi mancherai ma potremmo sentirci in ogni istante- provo a confortarlo.

-Cél, tu sei la mia migliore amica. Per nulla al mondo voglio rovinare questo rapporto, maa-

-Ma cosa, Dylan?- Chiedo dubbiosa.

-Senti, so che è una cosa impossibile, ma io non riesco a guardarti solo con gli occhi di un amico, sento qualcosa di più- Pronuncia quelle parole con voce tremante.

La mia reazione a quella rivelazione mi lascia di stucco. Lui è Dylan... Semplicemente Dylan. Ed io non riesco a non vederlo se non come un fratello. Non nego che nel profondo io me ne sia accorta che provava sentimenti diversi da quelli che prova un amico.

-Davvero io non so cosa dire, mi sento così confusa. Non voglio ferirti ma credo non possa funzionare, almeno non adesso- Esprimo quel pensiero nel modo più veloce possibile. Non oso immaginare il suo stato d'animo in questo momento.

-Lo so Céline, non c'è neanche il bisogno che tu me lo dica. Solo che dovevo togliermi questo peso dal petto soprattutto dopo che non ci vedremo per molti mesi-

-Ora è meglio che vada, buonanotte- termina

Non ho il tempo neanche di rispondere al suo saluto che senza indugio si reca alla macchina per far ritorno a casa. Vedo i suoi dolci occhi verdi colmi di affetto ed emozioni allontanarsi sempre di più dalla mia vista ma nonostante ciò non perdo mai il loro contatto finché Dylan non sfreccia uscendo dal vialetto.

 Vedo i suoi dolci occhi verdi colmi di affetto ed emozioni allontanarsi sempre di più dalla mia vista ma nonostante ciò non perdo mai il loro contatto finché Dylan non sfreccia uscendo dal vialetto

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Svegliarmi questa mattina non è stato di certo semplice come altrettanto non è stata serena la nottata trascorsa assieme a Miranda. Sono riuscita a compiere un sospiro di sollievo solo nel momento in cui la madre, prima di recarsi a lavoro, è passata a prenderla. Ammetto che la sbronza non era ancora terminata ma spero che non se ne sia accorta.

Avrei tanto voluto continuare a dormire almeno per un'ora ma avevo promesso ad Agnes che saremmo uscite per acquistare le ultime necessità prima della partenza...

-Signorina Cèline mi state ascoltando? quindi preferite il beige o lo spun sugar?-

-Oh scusami, dicevi?-

-Quale tonalità di colore preferite per i nuovi asciugamani?- ripone la domanda ormai seccata dal mio disorientamento.

-Credo che il beige sia perfetto- rispondo esitante, il sonno sta prendendo il sopravvento ed al momento il mio ultimo pensiero è quello di decidere la tonalità dei miei nuovi asciugamani.

Usciamo dal negozio colme di buste, è sempre mirabile acquistare lungo le strade di Rodeo Drive, soprattutto quando hai qualcuno che scelga le cose per te. Quello che penso ogni volta che trascorriamo del tempo assieme si riconferma, sono sempre incantevoli i momenti con Agnes.

-Corriamo, è arrivato il momento di scegliere i nuovi calzini- Esclama trascinandomi per un braccio.

-Agnes, ma non ho bisogno anche di nuovi calzini- grido inutilmente.

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