"Il mistero è l'elemento più affascinante di ogni storia, perché ci spinge a cercare risposte e a scavare più in fondo"
Agatha ChristieDopo l'incontro con Ethan, passavo giornate intere a pensarlo. Facevo i compiti, mentre la mia mente tornava sempre a lui. Non riuscivo a spiegarmi questa attrazione.
Un pomeriggio, poco dopo la fine di quella giornata scolastica, prima di ritornare a casa, decisi di andare nel cortile dove io e Ethan avevamo parlato la prima volta. Con la speranza di incontrarlo di nuovo, anche solo per un saluto. Quando arrivai, però, lui non c'era. Tuttavia, trovai un libro di matematica sulla panchina su cui sedeva di solito. Senza pensarci troppo, lo aprii e trovai una nota scritta a mano. La calligrafia era ordinata e precisa:
"Non provo rimorso per le mie azioni, erano necessarie "
Non c'era nome o firma, ma pensai fosse di Ethan. Quella frase mi fece riflettere: "Forse è solo la citazione di qualche libro o qualche film". Però non fui del tutto convinta dalla spiegazione che mi diedi. Ancora dubbiosa, non sapevo cosa fare. Decisi di aspettare, sperando che tornasse a prendere il libro.
Passò circa un'ora, ma nel cortile,non c'era traccia di Ethan. Quasi tutti gli studenti ormai erano tornati a casa. Da sola, seduta su quella panchina, mi fermai a riflettere: "Se si potesse tornare nel passato, sicuramente non gli avrei più posto quella domanda, la vera e propria causa per cui, secondo me, Ethan non si è fatto vivo." Decisi così di prendere quel libro, in modo tale da restituirglielo in caso lo avessi incontrato. Lo misi di corsa nello zaino, senza accorgermi del fatto, che dietro di me c'era proprio lui. E quando vide ciò che stavo facendo, mi disse con tono di voce ansioso: "Ciao Lily, come va? Ehm... hai preso il mio libro, me lo potresti ridare? ecco...mi servirebbe oggi, per ripassare per la verifica di matematica."
Di solito Ethan era sempre sicuro di ciò che diceva e faceva, il fatto che oggi avesse assunto un atteggiamento inquieto, mi fece pensare ancor di più che avesse qualcosa da nascondere e che magari quella frase scritta nel libro, potesse essere un indizio.
Gli risposi, imbarazzata: "Oh Ethan, scusa se ho preso il tuo libro, volevo restituirtelo... mi dispiace, tieni." Ethan si precipitò di fretta a recuperare il libro e affermò: "Scusa Lily, mi sarei fermato volentieri a parlare con te, ma ho lezione di pianoforte... ci vediamo domani".
Dopo esserci salutati a vicenda, se ne andò con aria misteriosa. E siccome la mia curiosità molte volte mi spingeva a fare cose al limite della normalità, restai a spiarlo da lontano, per vedere se ciò che pochi minuti fa aveva affermato, fosse vero. Il mio cuore si fermò per un millesimo di secondo, quando da lontano vidi Ethan uscire dalla scuola con il libro. Decisi di seguirlo senza farmi notare. Camminò per un po', poi giunse presso un luogo abbastanza isolato. Ethan si fermò sotto un grande albero, guardandosi intorno come se stesse cercando di assicurarsi che nessuno lo seguisse. Poi, con un gesto rapido, aprì il libro e estrasse una busta nascosta tra le pagine. Quando avevo il libro tra le mani a scuola, non mi accorsi minimamente di quella busta segreta. Il mio cuore accelerò mentre osservavo la scena da dietro un cespuglio. Ethan aprì l'involucro di carta e lesse rapidamente il contenuto. La sua espressione diventò sempre più tesa e preoccupata.
Pochi istanti dopo, strappò la busta in piccoli pezzi e li gettò via, disperdendoli nel vento. Era chiaro che non voleva lasciare tracce. Mi sentii improvvisamente molto più coinvolta di quanto avessi immaginato. Cosa poteva essere così importante da dover essere distrutto immediatamente? E cosa significava quella frase scritta nel libro?
Poi Ethan improvvisamente si girò e cominciò a tornare sui suoi passi, dirigendosi altrove. Mi ritirai rapidamente nel mio rifugio, cercando di non farmi vedere.
Ethan sembrava agitato, camminava velocemente e con uno sguardo intenso. Quando passò oltre il punto dove mi nascondevo, trattenni il respiro, sperando che non notasse la mia presenza. Non appena fu sufficientemente lontano, mi affrettai ad andare verso l'albero dove aveva distrutto la busta. Guardai i piccoli pezzi di carta sparsi a terra e cominciai a raccoglierli, cercando di ricostruire quello che potevo.
Purtroppo, molti pezzi erano così piccoli da essere illeggibili, ma su alcuni frammenti riuscivo ancora a distinguere delle parole: "fratellino", "ci vedremo presto". La mia mente cominciò a lavorare freneticamente, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle.
Il giorno seguente, con il cuore ancora pieno di domande e dubbi, mi preparai ad affrontare un altro giorno di scuola, sperando di trovare qualche risposta. Parlai della situazione anche alla mia amica Sophie, cercando qualche consiglio su come comportarmi: "Cosa devo fare ora? Vorrei conoscere il motivo per cui ha distrutto quella lettera. Sento che nasconde qualcosa." Sophie, cercando di alleggerire la mia preoccupazione, disse: "E che potrebbe mai nascondere, scusa? Secondo me ti stai fissando troppo su di lui. Avrà avuto le sue ragioni per strappare quel foglio..."
Io con un'espressione pensierosa, le rivelai: "In realtà... c'è dell'altro. Quando ho parlato con lui quel giorno, gli chiesi della sua famiglia e se avesse fratelli e sorelle. Mi sembrò impietrito, non rispose a quella domanda. Nonostante ciò, sui frammenti della lettera ha letto chiaramente la parola "fratellino. Come è possibile?".
Sophie mi disse di non preoccuparmi e di non pensarci troppo. Ma il problema era proprio quello... trovare un modo ma soprattutto un motivo valido, per porre fine a questi pensieri che mi tormentavano ogni giorno, anche perchè era come se ormai facessero parte di me. Era chiaro che ormai stavo quasi impazzendo. La notte non chiusi occhio e la mattina seguente, a scuola, il tempo passava molto più lentamente del solito. Ogni ora sembrava durare un'eternità. Aspettavo sempre che finisse la lezione per dirigermi nel cortile della scuola dove sapevo avessi trovato Ethan. Anche solo guardarlo, mi faceva stare bene. Tutte le volte che da lontano lo osservavo a sua insaputa, non riuscivo più a distogliere lo sguardo, ero come ipnotizzata, dal suo volto angelico. Quando a volte parlavamo, mi perdevo nei suoi occhi celesti, in cui sapevo benissimo si nascondessero segreti insondabili. Forse un vero e proprio motivo per cui Ethan mi affascinasse così tanto, non c'era. Una cosa è certa: quando lo vidi per la prima volta, la cosa che mi attrasse di più a primo impatto, fu quell'alone di mistero da cui egli era ed è circondato tutt'ora.
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Ombre di Verità
Mystery / ThrillerUna sedicenne di nome Lily, sempre stata affascinata dal mistero, è determinata a scoprire di più su un ragazzo della sua stessa scuola, Ethan, il migliore in tutte le discipline. Proviene da una famiglia a dir poco difficile. Sua madre è una tossic...