II / Pseudobiblion, o il Nido dell'Ibis

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«Sono sveglio, o sto ancora sognando?»

si domandò il giovane non appena riprese lucidità.


I suoi lunghi capelli erano sciolti, tremendi,

roridi di paura ed increspati dallo spavento che aveva provato in quel momento.

La camicia bianca, della quale l'ultima stirata era ormai un lontano ricordo,

era fradicia di sudore, lasciando quasi trasparire la schiena.

Le sue mani, come parte del viso, erano macchiate di un intenso colore nero vivo,

brillante, profondo come l'immensità alienante di una notte senza nuvole.

Si guardò i palmi, incredulo, incapace di trovare una spiegazione logica.


Da dove poteva provenire tutto quello sporco?

Si interrogò agitato.


Non ricordava di aver scritto prima di addormentarsi,

sempre se quello che aveva appena vissuto fosse stato del tutto

frutto della sua immaginazione si intende,

e per quanto l'essere mancino avesse potuto chiaramente ostacolarlo,

trascinandosi sui fogli dai tempi dei primi compiti a scuola

alle sue più intense ore di lavoro adesso,

non gli era mai capitato di macchiarsi così tanto,

ed inspiegabilmente, entrambe le mani.

L'inchiostro della penna gli si era così aggrappato misteriosamente alla pelle,

attraversandone con cura anche le più sottili insenature,

che gli parse di aver dormito più in un camino che sulla sua scrivania.

Dai rigidi calli sotto le dita sottili fino al  consumato tessuto dei polsi,

ormai sporchi ed usurati dal lavoro e dalla polvere nera proveniente

delle innumerevoli matite sparse disordinatamente sul tavolo,

Arthur accettò con profondo dispiacere nel suo ritrovato disordine

la spiacevole trascuratezza della situazione che lo colpiva,

anche se in verità era tutt'altro ciò che lo tormentava di più in quel momento.

Passarono solo pochi minuti prima che i ricordi di ciò che aveva visto

gli si ripresentassero frammentati davanti agli occhi, come improvvisi ed accecanti fari nel buio:

che fossero flash di istantanee di un passato mai vissuto,

o di un futuro inquieto del quale non vi era alcuna certezza,

tutti quei tasselli di quel confuso mosaico gli stavano facendo perdere il senno,

ostacolandogli i ragionamenti, e più Arthur provava a focalizzarsi sui singoli dettagli,

che riusciva a ricordare con fatica, strofinandosi gli occhi e la fronte,

più tutto dai i suoni ai colori si annebbiava, sfumando tra i pensieri,

andando persi per sempre.

PROJECT A - L'Uomo che ha Riscritto il MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora