L'inizio di tutto

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AVVISO: questo capitolo contiene scene crude, perciò se non ve la sentite di leggere potete andare direttamente verso la fine (io stessa sono stata male a scrivere questo pezzo).

premetto che io non approvo la pedofilia, se ho descritto un questa scena è perché voglio fa capire cosa può provare un(*) bambin* e no non scrivo per esperienza personale, semplicemente ho tratto spunto da polizieschi e podcast di true crime, detto ciò spero vi piaccia il continuo, buona lettura.



La famiglia, quella sera, la sera in cui successe tutto, era uscita a festeggiare il compleanno di Marta, c'erano tutti gli amici di Marta con i rispettivi genitori, Marta era così felice,  rimasero lì in quel ristorante fino a sera tardi, i compagni di scuola di Marta se ne andarono tutti, per ultima Elisa con suo Papà, la migliore amica di Marta, infatti i genitori si erano messi d'accordo per la sera successiva in cui Elisa sarebbe rimasta a casa loro e poi sarebbero andati tutti insieme al parco acquatico. Quando anche Elisa e suo papà andarono via, la famiglia salutò i camerieri che si erano occupati della festa di compleanno e andarono anche loro a casa; arrivati nella loro villetta, Marta stanca, si mise subito il suo pigiama preferito, una maglietta e un pantaloncino azzurri con disegnate sopra delle piccole balene bianche circondate da brillantini rosa perla, i genitori le diedero la buonanotte, la madre le diede il solito bicchiere di latte freddo, macchiato con un goccio di caffè, lei si mise a letto, coperta solo da un leggero lenzuolo e appoggiò la testa sul cuscino, i genitori spensero la luce e scesero in cucina a bere un bicchiere d'acqua prima di dirigersi anche loro, nella camera da letto al piano superiore.

Fu allora che accadde tutto, un uomo entrò nella camera della piccola, dalla finestra aperta, prese la bambina, sicuro che non si svegliasse, grazie a delle gocce messe nelle bibite della casa, così da addormentare i tre conviventi della casa. L'uomo controllò che lo zaino che si era portato dietro fosse regolato giusto e vi mise dentro quella bambina che risvegliava in lui istinti  che lui conosceva bene e che non poteva o forse non voleva controllare, sul suo viso non vi è alcun segno di rimorso, e una volta caricato lo zaino con la bambina sulle spalle, prese il pupazzo a forma di pecora azzurra e lo mise tra le braccia della bambina addormentata e si calò nuovamente dalla finestra.

Lo zaino che si era portato dietro era uno zaino apposito per poter caricare bambini piccoli in spalla, questo tipo di zaino è usato da chi va a fare scampagnate in montagna con i propri figli, ovviamente lui non era assolutamente un tipo da montagna né aveva figli, ma lo aveva preso in caso di necessità.

Una volta con i piedi nuovamente a terra, si diresse verso la sua roulotte nero opaco, entrò chiudendo la porticina dietro di sé e tolse la bambina dallo zaino e la distese sul letto, mise lo zaino in un angolo qualsiasi della stanza e tirò fuori da un'anta vicino il letto, una macchina fotografica professionale e cominciò a scattare delle foto alla bambina in attesa che si svegliasse, non ci volle molto prima che la vide stropicciarsi lentamente gli occhi, con le manine chiuse a pugno. Quando la bambina aprì finalmente gli occhi e vide quell'uomo strano che la guardava con la macchina fotografica in mano cominciò a spaventarsi, iniziò a guardarsi intorno velocemente in cerca dei suoi genitori mentre li chiamava, l'uomo per tranquillizzarla si inventò una bugia, le disse che faceva tutto parte della sorpresa e non doveva spaventarsi. Una volta tranquilla la bambina cominciò a fare domande curiosa, l'uomo rispose che doveva fare tutto ciò che diceva e che la sua sorpresa le sarebbe piaciuta, Marta annuì ancora non del tutto sicura e allora l'uomo le disse che per prima cosa doveva chiudere gli occhi e stare ferma, Marta fece come le venne detto e l'uomo con un luccichio perverso negli occhi si avvicinò alla bambina e cominciò a toglierle la maglietta del pigiama e stessa cosa fece con i pantaloncini, le lasciò solo le mutandine, Marta chiese perché avesse dovuto togliere il pigiama, l'uomo, che si stava innervosendo per tutte le domande della bambina, le disse che doveva dovuto fare le foto per la fatina che le avrebbe fatto il vestito da principessa che voleva, la bambina si stava spaventando però, l'uomo non le piaceva e così disse che voleva smettere e che voleva tornare a casa, l'uomo ormai innervosito lasciò sul letto macchina fotografica e la minacciò dicendole che se non avesse ubbidito non sarebbe più tornata a casa, la piccola Marta cominciò a piangere e l'uomo le disse di avvicinarsi con tono autoritario, Marta, che ancora piangeva non si mosse così lui la strattonò fino a portarla vicino a sé, le disse che doveva slacciargli la cintura e tirargli giù  i pantaloni, la bambina tremante fece come le venne chiesto, poi vide l'uomo che con un sorriso soddisfatto si tirò via la maglia mentre le faceva i complimenti per essere una bambina così brava. L'uomo, voglioso, non riusciva più a trattenere i propri istinti, così tolse le mutandine alla piccola Marta e i suoi boxer e si approfittò di lei, lì in quella roulotte calda senza aria condizionata, in una una notte di piena estate, come si era approfittato di molti bambini prima di lei, Marta ancora tremante cercava di gridargli di smetterla, le faceva male tutto, anche perché l'uomo le stringeva le gambe, le braccia violentemente fino a lasciargli dei lividi, fino a quando le mani dell'uomo non si strinsero attorno al collo della bambina, prima erano leggere, poi l'uomo preso dalla furia dei suoi istinti cominciò a stringere sempre più forte fino a soffocarla del tutto e mettere fino a quell'agonia che la povera Marta stava subendo impotente, quando l'uomo finì, le rimise le mutandine mentre si poteva vedere chiaramente il sangue scendere lunghe le gambe della piccola, dei lividi si stavano già formando, tanto la pelle della piccola era delicata, e infine si poteva chiaramente vedere il segno rosso attorno al collo della bambina; una volta rivestiti entrambi rimise la bambina nello zaino di prima e la riportò nella sua cameretta dove la coprì con le lenzuola fino a metà busto, la schiena ben appoggiate al morbido e grosso cuscino, le mani poggiate una sopra l'altra e gli occhi chiusi, le mise di fianco il suo pupazzo azzurro che aveva preso per metterla a suo agio, ma che alla fine aveva lasciato abbandonato nello zaino, e sparì nuovamente oltre la finestra nel buio della notte.

Nessuno si accorse di quanto accaduto fino al mattino successivo, quando il padre come ogni giorno entrò nella cameretta del suo angioletto, così la chiamava lui, perché era come un angelo arrivato che ha cancellato tutte le sue insicurezze da neo-padre, Robert si avvicinò piano alla piccola per darle un bacio sulla fronte e fu allora che si accorse dei segni violacei sulle braccia della bimba e i segni rossi intorno al collo, provò a svegliarla, per chiederle cosa fosse successe, ma la bambina non rispondeva, provò a scuoterla e a chiamarla di nuovo, ma anche stavolta rimase senza risposta, a chiamò più forte ancora e ancora, sempre più spaventato, ma quando capì che la sua bambina, il suo angioletto, non gli avrebbe risposto mai più, lanciò un grido straziante seguito da un'angosciante ripetizione del nome della bambina, sentì distintamente sotto la sua voce i passi frettolosi della moglie che si avvicinavano, non ci badò molto, anzi si mise a stringere l'esile corpicino della sua bambina tra le braccia mentre ancora piangeva.

La piccola MartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora