17. Ecco qui, firma il tuo regalo

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"I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me, and I walk alone"
Boulevard of Broken Dreams, Green Day -

Dazai spinse Chuuya oltre la soglia ed entrò dietro di lui. Si ritrovarono in un'ampia stanza piena di gente, c'era chi correva di qua e di là con fogli e cartelle, chi si prendeva una pausa, chi stava facendo esercizi vocali. Dazai conosceva più o meno tutti. Su un divano nero in un angolo era sdraiato un ragazzo con in testa un cappello marrone che stava sgranocchiando caramelle come se i suoi denti fossero immuni alle carie, non appena vide Dazai sventolò una mano in aria in cenno di saluto. Poco più in là un ragazzo alto con i capelli biondi stava ascoltando una donna più grande spiegargli come gestire meglio le note alte.

Chuuya si voltò di colpo verso Dazai e fece per uscire da lì, ma Dazai lo prese per le spalle.
- Suvvia, Chibi, hai paura di qualche cantante?

- No... Ti pare? Solo che... Perchè hai problemi legali con l'Ada? Che cazzo hai combinato?

Dazai evitò il suo sguardo e fissò i suoi occhi sul soffitto.
- Niente, non ho fatto niente.

- Signor Dazai?
Chuuya e Dazai si voltarono immediatamente verso la ragazza che aveva appena parlato. Era carina, una cascata di capelli neri le ricadeva attorno al viso e aveva un sorriso gentile.

- Sì, sono io.
Dazai chinò il capo. La ragazza annuì e strinse i fogli e le cartelle che aveva tra le mani.

- Perfetto, il signor Fukuzawa vi sta aspettando nel suo ufficio. A destra in fondo al corridoio.

- La ringrazio di cuore. Vieni, Chuuya-kun?
Chuuya lo fissò a bocca spalancata e lo seguì attraverso il lungo corridoio sulla destra, tra pareti beige e fotografie della città e di strumenti musicali. Qua e là piccole piante fiorivano rigogliose. A Dazai era sempre piaciuto l'ufficio dell'Ada, c'era stato già una manciata di volte in precedenza. Quel luogo nonostante fosse una casa discografica emanava un'immensa tranquillità. Chuuya al contrario era tutt'altro che tranquillo.

- Dazai, giuro su mia madre che se hai combinato qualche guaio con le nostre canzoni ti ammazzerò personalmente, ti staccherò tutte le dita e te le farò ingoiare.

Dazai sbuffò una risata e sventolò una mano in aria.
- Non hai niente di cui preoccuparti. Sono una persona assolutamente responsabile io.

Dazai si fermò davanti alla porta dell'ufficio del presidente, era socchiusa. Dazai bussò piano. Il presidente da dentro li invitò ad entrare e Dazai aprì la porta per Chuuya e gli fece cenno di precederlo. Chuuya lo superò guardandolo male, quando fu entrato, Dazai lo seguì e chiuse la porta dietro di loro.

- Buonasera Fukuzawa-san.
Salutò allegro Dazai sedendosi alla scrivania di fronte al presidente della casa discografica, Chuuya fece lo stesso. Stava guardando Fukuzawa con riverenza, certamente più tardi Dazai l'avrebbe preso in giro per quello anche se, a dire la verità, non poteva biasimarlo. Anche lui la prima volta che aveva incontrato il signor Fukuzawa era rimasto colpito, quell'uomo sulla cinquantina con lunghi capelli grigi e un abito tradizionale faceva una certa impressione.

- Buonasera a te, Dazai-kun.
Poi il presidente si voltò verso Chuuya, il quale raddrizzò le spalle e trattenne il respiro.
- E tu devi essere Chuuya Nakahara.

- Sì, sono io.

Fukuzawa lo studiò in silenzio per un lungo istante, poi annuì. Aprì uno dei cassetti della scrivania, ne estrasse un foglio e lo fece scivolare sul legno del tavolo verso Chuuya. Chuuya pareva confuso, parecchio confuso, Fukuzawa si girò verso Dazai e sospirò.
- Non gli hai detto nulla?

Like real people do - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora