Capitolo uno:Orion

3 0 0
                                    

La pelle olivastra spessa gli era d'aiuto nelle giorante afose come quelle, i capelli biondo scuro gli incorniciavano il viso simmetrico, gli occhi azzurro ghiaccio illuminavano il suo sguardo gentile.
Le lentiggini costellavano il suo viso, e la mascella marcata lo faceva apparire più grande di quel che era
Le cicatrici sulle braccia mostravano le battaglie che aveva vinto.
I pantaloni larghi e la maglietta oversize nascondevano buona parte del suo corpo ed il cappellino appiattiva i suoi ricci.
Orion pov:
"Orion ci siamo" la voce di mia mamma spezzò il silenzio che sovrastava nella sua auto solitamente occupata dalla sua playlist eccentrica.
"Uhm si eccoci" parlai sospirando con un ampio sorriso, come se fossi felice di entrare nell'istituto che per due anni sarà la mia casa.
"Ti sei perso un'altra volta nei tuoi pensieri intrusivi? Sai a volte mi chiedo perché non poteva capitarmi un figlio migliore di te, un orribile mostro che non riesce a prendere più di quattro nelle verifiche per i suoi attacchi di panico" marcó le virgolette delle ultime parole con le dita, come per sottolineare fingessi tutto.
Ma lei non poteva sapere cosa voleva dire studiare tutto il giorno e trovarsi davanti ad un foglio sporco di inchiostro e dimenticarsi tutto, sentire la testa colma solo di paure e ansie, le mani sudare e sentire come se tutto il freddo del mondo ti si attanaglasse contro, come una pantera fa con la sua preda.
Perché è quel che sono, preda di una vita che non mi appartiene, preda di emozioni che non so gestire, preda di occhi con cui non sono mai riuscito a guardarmi allo speccho senza provare un'immensa delusione.
Fin da piccolo mi paragonavo agli altri bambini che a differenza mia sorridevano a tutti, senza lasciarsi bloccare dai piccoli problemi che la giovane l'età gli offriva.
Non avevano paura di mangiare anche solo un gelato a differenza mia che già a 10 anni rifiutavo e abbasavo gli occhi vergognandomi dei miei chili di troppo.
Crescendo le mie ansie non hanno fatto altro che peggiorare, sono cresciute con me.
Le lacrime oramai non uscivano neanche più, la notte la passavo al cellulare, ammirando gli altri ragazzi belli, muscolosi e in salute.
Io ero tutto l'opposto un mostro come dice mia mamma, un odiabile ciccione, che dopo due minuti di camminata ha già il fiatone.

STORIA DI UN FOLLE innamorato dell'idea dell'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora