Capitolo 2

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POV: Aitor

Finito di suonare il brano, sento qualcuno che mi applaude dietro...

Faccio finta di niente e, intento nel prendere il raccoglitore, qualcuno lo afferra prima di me.

A quel gesto improvviso, mi giro di scatto e vedo l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.

"Tutti 'sti brani li sai suonare?" Dice lui

"Si" rispondo io freddo.

"Me lo potresti ridare per favore, Gabriel?"

Lui mi guarda, un po' sorpreso. "Gabriel...?" Dice lui, quasi spaesato.

Io lo guardo confuso "uhh si?" Rispondo.

"Mi hai sempre chiamato Gabi, tutti i miei amici mi chiamano così" risponde, sempre con lo stesso tono e espressione facciale.

"Ah si, giusto" dico io. *Quanto vorrei dirli che non possiamo dire che siamo amici dopo il modo in cui mi ha trattato.* penso.

"Comunque, sei bravissimo a suonare. Da quanto tempo studi questo strumento?" Rompe il ghiaccio lui. "3 anni, Lucian 4" dico io

Lui mi sorride dolce e mugugna "quanta pazienza"

"Mh" dico io.

"Posso rimanere qui ad ascoltare? È rilassante."

"Ok" dico io. *ceh ma è scemo questo? Non mica posso rispondere di no dopotutto. Ah vero, quasi dimenticavo, lui fa psicologia allo scienze umane, per forza sa 'sti trick mentali* penso.

Prendo il raccoglitore dalle sue mani e sento qualcosa, o meglio qualcuno, sfiorare le mie.

*perché cazzo mi ha accarezzato la mano?* penso

Mi guarda fisso negli occhi, un alone di rossore si fa strada sulle sue guance nel momento in cui poso il mio sguardo su di lui. Io rimango impassibile, sicuro del fatto che lo faccia solo per accaparrarsi la mia fiducia e tradirla di nuovo.

*Flashback, ultimo giorno di scuola di primo superiore per Aitor, secondo superiore per Gabi*

POV.: Aitor

*Ma quanto casino che c'è, porca pu-* penso, prima che qualcuno mi venga addosso e mi butti sul pavimento. Santi sono i miei riflessi che mi permettono di non farmi troppo male.

"Guarda dove cazzo vai la prossima volta, orfano di merda" dice una voce che, nonostante le grida di sottofondo, era chiaramente riconoscibile.

Lo guardo, mi sento una sensazione di oppressione incredibile quando realizzo che tutti gli studenti in quel corridoio mi guardavano. Erano tutti intorno a me, a fissarmi, a ridere. Ridere di me. Il mio respiro si fa sempre più pesante e la mia visione comincia ad essere sfocata e vedo Lucian, Riccardo, Arion, Victor, Michael, Adè e Eugene vicino a me, tutti con una faccia preoccupatissima, come se stessi morendo, poi buio.

Mi risveglio in una stanza con le pareti bianche che odora di igenizzante. Lucian accanto a me, con il volto bagnato dalle lacrime, Arion e Michael preoccupatissimi, Victor che osservava tutto da vicino al muro, anche lui infondo preoccupato, Adè che riassicurava un Eugene più pessimista del solito, JP che riassicura Arion e Riccardo fuori dalla porta completamente aperta, il quale litiga con una persona non visibile dalla mia posizione.

Un lampo di dolore mi trapassa la testa. "Dove sono...?" Dico io con una flebile voce.

Lucian alza lo sguardo, ancora con la sua mano intrecciata nella mia, e mi abbraccia.

Tra un piagnucolio e l'altro, Victor prende la parola "sei in ospedale"

"IN OSPEDAL- COSA CAZZO È SUCCESSO?!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05 ⏰

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