Capitolo 2

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Rintanarmi come un animale e proibirmi di uscire da casa è una cosa assurda. Come riescono a persuadersi di questa idea sciocca e insensata? Nessuna casa, nessun recinto e nessuna gabbia possono tenere lontano i capricci di un uomo e, tenendo conto del fatto che non è stato accettato nessun consiglio da parte mia, se tutto procede secondo i piani di mio padre, il duca potrebbe persino accettare di appropriarsi della tenuta, ma per quanto mi riguarda, non ho intenzione di rinunciare a tutto questo ben di Dio! Ripongo sotto le coperte dei cuscini e sistemo le coperte per far capir loro che sto ancora dormendo e che, disperata e piagnucolosa, non ho voglia di vedere nessuno oggi. Ieri ho passato tutta la giornata in casa, reclusa e isolata dal mondo, ma oggi non ci riuscirei. In punta di piedi percorro l'intero passaggio che mi porta direttamente nelle cucine. Silenziosa come una pantera, mi aggiro per la cucina per prendere qualche pezzo di formaggio. Mi sento una ladra ed è una situazione così sciocca: sono una ladra in casa mia. Furtiva mi appresto a correre verso le stalle e sello Hermes che, impaziente, nitrisce e scalpita come sempre. Lo tranquillizzo e, un istante dopo, corriamo più lontano da questa casa. L'aria gelida s'insinua fra i miei capelli mettendomi i brividi. Immersa fra la nebbia mattutina, respiro la delicatezza di un'aria pura e perfetta. Il sole, ormai, fa capolino fra le foglie della vegetazione che mi circonda e gli uccelli iniziano il loro canto mattutino. Percorro i sentieri che ormai faccio abitualmente e osservo lo spettacolo della natura muoversi, svegliarsi e stiracchiarsi. Decido di voler arrivare un po' più oltre da dove vado abitualmente, fino alla zona pianeggiante. Tiro le redini ed Hermes nitrisce forte ribellandosi alla mia scelta di fermarci, ma dobbiamo riposare e questo luogo è abbastanza tranquillo. Camminiamo ancora un po' addentrandoci dentro una vasta vegetazione. Nonostante conosca bene le terre intorno al villaggio, non mi ero mai spinta fino in questo luogo.

Una volta a terra, sgranchisco le gambe e mi guardo intorno. Lascio Hermes brucare intorno ma capisco che è un po' diffidente del posto, così poggio la guancia sul muso e con la mano lo calmo. «Staremo bene. Tranquillo.» Il lieve sussurro del vento, il rumore delle foglie e il tepore del sole mi spingono a cullarmi verso le braccia di Morfeo, e m'intontiscono al punto che non capisco più dove sono e quanto tempo sia passato, finché di scatto non apro gli occhi per un rumore improvviso. Ciò che vedo mi fa mancare l'aria e sussulto così forte che i miei occhi si sgranano. «Chi siete?» dico una volta trovato il coraggio di parlare.

«Potrei porvi la stessa domanda» dice l'uomo con occhi indagatori, finché non scende da cavallo e inizia a guardarsi intorno, «Siete sola?» Si avvicina con passo pesante, e mi colpisce subito una cicatrice sulla guancia che sale verso l'occhio destro per non parlare di quegli occhi.

Deglutisco. «Non può succedermi alcun male,» rispondo semplicemente cercando di non far tremare la voce.

«Chi vi dice che non vi farò del male?» I suoi occhi. I suoi occhi mi fulminano e per poco non salto un battito. Indugia ancora un po' su di me e sulle mie gambe. «Vi trovate nelle mie terre, con addosso dei ridicoli calzoni, accompagnata da un cavallo. Credete davvero che non possa succedervi alcun male?» Memorizzo ogni sua parola e mi si forma un nodo allo stomaco. «Vostro padre sa dove siete e come siete conciata?» L'ultima domanda mi fa innervosire, ma non rispondo. Alzo il viso e lo sfido con lo sguardo «Vostro padre dovrebbe tenervi chiusa in casa. Siete un incanto per gli occhi, difficile la dimenticare.»

«Mio padre non sa nulla, e apprezzerei che non foste voi a dirglielo.»

Ride falsamente. «Gli direte voi di quest'avventura che avete intrapreso?» Mi guarda di nuovo. «Ne dubito, milady.»

«Dubitate di me?» chiedo cortese.

«Ho il presentimento che siate un ingannevole bugiarda.» Continua a fissarmi e indugiare fin troppo sul mio corpo, e mi cammina davanti come un lupo con la sua preda. «Che inusuale giornata. Stavo proprio andando da vostro padre, e poi eccovi qui a gironzolare come una zingara, vestita in modo tragico, direi.»

Amarti oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora