i think about you?

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La notte passò in un turbinio di sogni confusi, e mi svegliai con una sensazione di incertezza che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Decisi di mettere da parte i pensieri su Hector e concentrarmi sulla scuola. Ma appena arrivai in classe, lo vidi lì, circondato dai suoi amici, con quel solito sguardo sicuro di sé che mi faceva ribollire il sangue.

"Ariana! Ehi, amo" la voce di Martina mi fece voltare. Si avvicinò con un sorriso, ma appena vide la mia espressione cambiò tono. "Cosa c'è? Hai visto Hector?"

Annuii, cercando di nascondere il mio malumore. "Sì, è proprio lì. E sembra godersi ogni secondo dell'attenzione che riceve."

Martina sospirò. "Lo so, è sempre così. Ma tu non devi preoccuparti di lui. Concentrati su di te, okay?"

"Ci provo," risposi, ma le mie parole suonarono vuote. Dentro di me, sapevo che era più facile a dirsi che a farsi.

Le lezioni passarono lentamente, e ogni volta che incrociavo lo sguardo di Hector sentivo un misto di rabbia e confusione. Perché doveva rendermi tutto così complicato? Quando finalmente arrivò l'ora di pranzo, decisi di uscire a prendere una boccata d'aria.

Stavo camminando nel cortile quando sentii la voce di Hector dietro di me. "Ariana, possiamo parlare?"

Mi girai di scatto, la rabbia che avevo cercato di reprimere tutta la mattina pronta a esplodere. "Cosa vuoi, Hector? Non ci siamo già detti tutto?"

Lui alzò le mani in segno di resa. "Calma, volevo solo chiarire le cose. Sembra che ci sia sempre tensione tra noi, e non capisco perché."

"Non capisci?" sbottai. "Forse perché ogni volta che ci incontriamo, sembri voler dimostrare quanto sei superiore a tutti noi. E poi, c'è quel tuo atteggiamento... non so mai se posso fidarmi di te."

Hector sembrava colpito dalle mie parole, ma non rispose subito. Dopo un lungo silenzio, disse: "Non sono così, Ariana. Ma capisco perché lo pensi. Ho fatto degli errori e... non so, forse ho cercato di proteggermi in un modo sbagliato."

La sua ammissione mi prese alla sprovvista. "Proteggerti? Da cosa?"

"Da tutto," rispose lui, guardando lontano. "Da me stesso, dalle aspettative degli altri... e forse anche da te."

Quelle parole mi fecero fermare. "Da me? Hector, non capisco."

Lui scosse la testa, come se stesse cercando le parole giuste. "Non è facile spiegare. Ma tu mi metti alla prova in modi che nessun altro fa. E questo mi spaventa."

Non sapevo cosa rispondere. Una parte di me voleva credergli, ma l'altra parte era ancora diffidente. "Non so cosa dire, Hector. Ma non possiamo continuare così. Se vogliamo... non so, trovare un modo di andare avanti, dobbiamo essere onesti l'uno con l'altra."

Lui annuì. "Hai ragione. Proviamoci."

Quel pomeriggio tornai a casa con un senso di sollievo misto a preoccupazione. Hector mi aveva confuso ancora di più, ma almeno avevamo fatto un passo avanti. Non sapevo dove ci avrebbe portato, ma per ora dovevo concentrarmi su altre cose.

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La settimana seguente passò senza ulteriori incidenti con Hector. Continuavamo a incrociarci nei corridoi, ma evitavamo qualsiasi confronto diretto. Sembrava che entrambi stessimo cercando di mantenere la pace, anche se la tensione tra noi era ancora palpabile.

Un giorno, mentre ero in biblioteca a studiare, sentii qualcuno sedersi di fronte a me. Alzai lo sguardo e vidi Hector, con un'espressione seria.

"Dobbiamo parlare," disse a bassa voce.

Sospirai. "Di nuovo? Pensavo avessimo risolto le cose."

"Non proprio," rispose lui. "C'è ancora qualcosa che devo dirti."

Gli feci cenno di continuare. "Okay, sono tutta orecchi."

Hector sembrava esitare, poi disse: "So che pensi che io ti stia usando, che mi interessi solo di... beh, di fare il figo e di ottenere quello che voglio. Ma non è così, Ariana."

"Allora spiegamelo," risposi, incrociando le braccia. "Perché, francamente, sembra proprio così."

"È complicato," disse lui, passandosi una mano tra i capelli. "Ma non voglio che tu pensi che io sia quel tipo di persona. Non voglio sfruttarti o farti del male."

Le sue parole mi colpirono, ma non ero ancora convinta. "E come faccio a crederti, Hector? Ogni volta che cerchiamo di parlare finiamo per litigare."

"Lo so," rispose lui, con un'espressione di sconforto. "Ma non voglio che sia così. Voglio davvero conoscerti meglio, capire chi sei."

Non sapevo cosa rispondere. Parte di me voleva credergli, ma l'altra parte era ancora diffidente. "Va bene," dissi infine. "Ma sarà difficile. E dovrai dimostrarmi che posso fidarmi di te."

Hector annuì. "Lo farò. Te lo prometto."

Mentre tornavo a casa, riflettei su quello che Hector mi aveva detto. Era possibile che avesse davvero buone intenzioni? O era solo un'altra delle sue tattiche? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo. Ma una cosa era certa: la nostra storia era ancora lontana dall'essere risolta. E per ora, la tensione tra noi continuava a crescere, rendendo ogni incontro un campo minato di emozioni inesplorate.

spazio scrittrice
cosa succederá fra questi due?

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