Capitolo 1:

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                  I keep these longings locked 
                 in lowercase inside a vault
                 (Guilty as Sin? Taylor Swift)
 
Rachel
       
Posso riassumere la mia vita in una semplice parola: follia.

Ho fatto scelte talmente folli nella mia vita che, tutt' ora, mi chiedo il perché. Tutt' ora che tutti gli psichiatri mi stanno dicendo di smetterla e di cambiare. Ma che senso ha cambiare? È così divertente essere folle. Tutti hanno paura e quindi tu, automaticamente, sei più forte di loro.

Essere folle non è un reato. E allora io continuo a esserlo. Solo che mentre da fuori sembro un' insensibile pazza fuori di testa, dentro sono un turbine di emozioni. Emozione che non deve conoscere nessuno. Come la paura, che qualcuno mi riconosca. La tristezza di aver perso papà. E la rabbia che per la mia famiglia sia una disgrazia. O meglio, lo sia per mia madre.

"Mamma, scusami se non sono come volevi. Si dà il caso che e così che voglio essere. Accettalo. O è troppo per te? Mi dispiace di aver rovinato il tuo quadro perfetto, della famiglia perfetta! Si dia il caso che non me ne frega un cazzo, quindi tieniti pure il tuo quadro perfetto, io la perfezione la mastico e poi sputo" scrivo, sul mio quadernino.

Lo uso per scrivere quello che non posso(e non riesco) a dire a parole. Lo tengo nascosto in un angolo dietro il mio armadio. Nessuno deve leggerlo.
Giro la pagina e la fisso. È arrivato il momento. Prendo un respiro profondo e inizio a scrivere.

"Papà, va tutto male. Sono folle. Probabilmente non ci crederesti. Insomma, la tua brava figlioletta, con la media impeccabile, una folle? Dopo la tua morte la tua cara mogliettina ha pensato bene di prostituirmi.A solo 15 anni. Perché aveva bisogno di denaro. Esattamente due mesi dopo la tua morte. Ora sai che mostro di donna hai sposato. E poi dei ragazzini della mia classe ne sono venuti a conoscenza. Continuavano a lanciarmi battutine sul fatto che fossi una prostituta. E poi l' hanno messo sul giornalino. E man mano l' ha scoperto tutta la città. E quindi a sedici anni sono scappata da quella dannata città.
Ora sono folle. Sono una folle. Tu odiavi le folli. Ma io posso essere solo questo. Mi dispiace. Mi dispiace, davvero. Ma non posso fare altrimenti. Sono folle. Sono questo ormai. E se non ti va bene, ci passerò su. Come sempre. Chiudo tutto nel mio cassetto delle delusioni, che ormai straborda.
PS: ce l' ho davvero un cassetto delle delusioni, e straborda davvero. Non è una metafora.
                      
                                                          Rachel"

Ce l' ho fatta. Ho finalmente scritto una lettera a mio padre. Non l' avevo mai fatto prima. Nascondo il quadernino e prendo un post-it.

Mio padre probabilmente mi odia

Scrivo sul post-it e prendo la scatola nascosta sotto al letto. Lo metto dentro. Riesco a stento a chiuderla. È piena.

"Sei una delusione, Rachel. Sei una folle! Ti rendi conto! Non parlerò con te un minuto di più! Dovresti vergognarti di te stessa"

Mi disse mia madre, quando scoprí che ero pazza. E aveva ragione. Detesto dirlo, ma aveva ragione. Delle volte mi chiedo perché sono ancora qui. Non ho nessun motivo per restare. Posso ricominciare. Totalmente da capo. Ma c'è un solo modo per farlo: morire. Ed è l' unica cosa che mi spaventa.

Spazio autrice:

Si, sono tornata con una nuova storia. Spero vi piaccia. Inoltre voglio dirvi che la pubblicherò ogni sabato alle 12:00. Oggi è stata un' eccezione, solo perché ho finito di scrivere Mi Ero Ripromessa Di Non Innamorarmi e volevo pubblicarvi questa. E nulla. Vi voglio bene.

XOXO

                                                            Larly

 
              

Crazy About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora