Capitolo 2:

14 2 6
                                    

                                     I thought "Heaven
                                  can't  help me now"
               (Wildest Dreams, Taylor Swift)

Adam

Posso riassumere la mia vita in una parola: ordinaria. Schifosamente ordinaria. È tutto così noioso. Così uguale.

Ho trent' anni, lavoro come psichiatra e ho un fratello e una sorella. Mia sorella è leggermente pazza. Ma non è folle. È solo un' po' scema. Mio fratello è molto sano di mente, ed è il mio assistente. Sono molto bravo nel mio lavoro, ma faccio da psichiatra a persone talvolta pericolose. Ecco a cosa mi serve Marcus, mio fratello,: evitare che i miei pazienti mi facciano del male. Perché con alcuni è capitato, e non è finita bene.

Vivo in un appartamento. Da solo. Sono single. Ho lasciato a vent' anni la casa dei miei. Mia madre si chiama Annabelle. È una donna molto dolce, è un po' uno spirito guida per me. Ho ereditato i suoi occhi marroni, color cioccolato. Mio padre, Anthony, è un grad'uomo.
Da lui ho ereditato i capelli biondo cenere.

Mi sistemo la giacca di pelle sopra la maglia e esco di casa. Ufficio vicino casa, punto a favore di vivere in centro. Nel centro di Manhattan.
Ok, magari non così a favore. La cara e vecchia Manhattan. Più cara che vecchia. Molto cara. Ma ci ho fatto l' abitudine. E poi mi pagano bene.

"Buongiorno signor Foster"

"Noah, quante volte devo dirti di chiamarmi per nome?"

"Si, signore. Volevo informarla di un nuovo paziente. Un altro folle"

Sembra quasi spaventato. Io invece sono tranquillissimo.

"Bene"

"Oh, Marcus non è potuto venire. Sarà da solo"

Oh, oh.
Questo potrebbe essere un problema.
E se mi aggredissero di nuovo?

"Oh, perché?"

"Non ce l' ha detto, ha solo detto che non ci sarebbe stato. Aveva avuto un problema. Non so altro, signor Fos-
Adam"

"Grazie, Noah. Puoi andare"

Entro in ufficio e mi siedo sulla sedia.

Passano una decina di minuti, dove io sistemo meglio la scrivania, quando sento il telefono squillare. Rispondo.

"Pronto?"

"Signor Fos- Adam, il paziente arriverà alle 11:30, tra giusto 10 minuti. Volevo informarla"

"Grazie, Noah"
 
Attacco.

Ok, va bene. Ho dieci minuti. Spero solo che non mi uccida.

Sono le 11:29. Sto guardando fisso l' orologio da dieci minuti. Sembra che il '9' non voglia proprio trasformarsi nello '0'. Nel momento in cui diventano le 11:30 la porta si spalanca. E resto pietrificato.

Una mano con unghie lunghe smaltate di nero tiene ferma la porta. Due occhi color ambra mi fissano da sotto lunghe ciglia nere. È magra e slanciata. Ha un top nero e degli shorts di jeans. Ma è inverno. Siamo a novembre. Come fa a vestirsi così?
Si, è proprio pazza allora.
I capelli neri, legati in una coda alta,  ricadono sulla schiena in ricci scombinati. Non posso negarlo: è veramente bella.

"Salve" dice in modo scocciato.

"Buongiorno. Può accomodarsi"

Lei si avvicina e si siede a terra, proprio accanto alla sedia, incrociando le gambe.

"Emm"

"Ha detto di accomodarmi" dice vedendo la mia espressione confusa.
"Io così sto comoda"

"Bene, io intendevo di sedersi sulla sedia"

"Ma io sto bene qui"

"Em, va bene. Andrò dritto al dunque. Lei è folle, vero?"

"Bhe, si. Insomma da quello che mi dicono gli altri. Io penso che... Penso che tutto quello che faccio sia giusto. Ma tutti dicono che sono folle. Io non li capisco. È bello fare quello che faccio io. Per esempio una volta sono stata a testa in giù, aggrappata ad un albero per trentacinque minuti. Poi mi sono fermata perché sono svenuta.
È stato così elettrizzante e..."

"La fermo, scusi. Non le avevo chiesto i dettagli ma credo che siamo arrivati al punto"

"Questa cos' è?" Chiede prendendo in mano una spillatrice.

Penso che neanche il paradiso possa aiutarmi, in questo momento.

Spazio autrice:
Ciaoooo. Rieccoci. Scusate se ho pubblicato tardi ma non sono stata bene, ho un raffreddore orribile(tutt' ora). Nada, spero che il capitolo vi piaccia. Sì, metterò una frase di una canzone ad ogni inizio capitolo. Sì, amo Taylor Swift.
Vi voglio bene❤️❤️❤️<3

Crazy About YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora