Capitolo 3:Fuoco e Luce

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Il sole iniziava ad alzarsi sopra l’orizzonte, tingendo il cielo con sfumature di oro e cremisi. Le acque del lago del Destino riflettevano i primi raggi solari, creando un bagliore magico che sembrava fondere il regno celeste e quello infernale in un’unica dimensione incantata.

Gabriel e Lilith si avvicinarono alla riva, condividendo un'attesa carica di speranza e trepidazione. La loro determinazione era palpabile, e la magia dell’antico rituale sembrava già avvolgerli.

"Questo è il momento," disse Lilith, la sua voce tremante ma piena di fervore. "Iniziamo il rituale."

Gabriel annuì, fermo nella sua decisione. "Siamo pronti."

Presero posizione sulla riva del lago, uno di fronte all'altra, e iniziarono a recitare le parole antiche, un canto sussurrato che proveniva da un tempo dimenticato. La melodia delle loro voci si intrecciava con il murmure dell'acqua, risuonando in una sinfonia di energia sacra.

Mentre invocavano le forze del rituale, le mani dei due giovani si unirono e un’aura di luce dorata cominciò a diffondersi intorno a loro. Le ali di Gabriel brillavano intensamente, quasi come fossero fatte di pura luce celestiale, mentre gli occhi di Lilith scintillavano come rubini.

Le acque del lago risposero al loro richiamo; vortici di luce e oscurità si formarono sulla superficie, simbolizzando l'inizio dell'unione tra i due mondi. Tuttavia, nonostante l’intensità della loro connessione, qualcosa sembrava mancare. Un'ombra si insinuava nel cuore del rituale, impedendo alla magia di completarsi.

Sentendo un'improvvisa resistenza, Gabriel e Lilith furono scossi dal loro stato di concentrazione. Il bagliore dorato che li avvolgeva cominciò a sbiadire e le acque del lago tornarono lentamente alla loro calma consueta. Una sensazione di frustrazione e delusione incominciò a farsi strada tra loro.

"Che cosa sta succedendo?" chiese Gabriel, la sua voce tinta di preoccupazione mentre osservava il fallimento del rituale. "Siamo qui, le parole sono state pronunciate correttamente, ma qualcosa si è infranto."

Lilith chiuse gli occhi, riflettendo profondamente. "Non siamo ancora abbastanza legati," disse infine con un tono che mescolava tristezza e determinazione. "Il rito richiede una connessione più profonda di quella che abbiamo ora. Dobbiamo conoscerci meglio, comprendere l'uno l'altra completamente e fidarci senza riserve."

Gabriel annuì, sebbene il pensiero del loro insuccesso lo tormentasse. "Dobbiamo continuare a lavorare su questo," disse con fermezza. "Non possiamo arrenderci adesso. Scopriremo di più sulla profezia e sul nostro legame necessario."

Si sedettero insieme sulla riva del lago, lasciando che i loro spiriti si calmassero. Lilith estrasse uno dei frammenti di pergamena che aveva portato con sé dall'Inferno. "Questo parla di una profezia dimenticata," disse mostrandola a Gabriel. "Parla di tempi antichi in cui angeli e demoni non erano nemici... c'è molto altro che dobbiamo capire."

Gabriel prese delicatamente la pergamena, studiando le intricate iscrizioni. "Dobbiamo decifrare ogni parola, ogni simbolo. Forse ci sono indizi su cosa manca nella nostra unione."

I giorni successivi furono dedicati allo studio e alla scoperta. Lilith e Gabriel passarono ore sotto il cielo aperto del confine, discutendo, condividendo storie delle loro vite, rafforzando il loro legame. Si immergevano nelle antiche scritture, cercando di leggere tra le righe i segreti che avrebbero potuto svelare.

Spesso Lilith raccontava delle pianure di fuoco dell'Inferno, delle sue lotte interne e della forza necessaria per navigare tra le trame e gli inganni della sua corte. Gabriel condivideva storie delle sue battaglie celestiali, dei giardini di luce e delle canzoni che riempivano l'aria del suo regno. Ogni conversazione, ogni sguardo, li avvicinava sempre di più, permettendo loro di comprendere non solo le parole, ma anche l'essenza l'uno dell'altra.

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