Il profumo della torta di mele riempiva la cucina, era la preferita di mia madre Zoey, per questo motivo avevo deciso di prepararla. Non avevo nulla da studiare per la scuola e sapevo quanto fosse difficile per lei continuare ad andare avanti.
Il sorriso che spuntò dalle sue labbra quando rientrò in casa faceva veramente bene al cuore. Zoey era una delle persone più gentili che conoscessi, sempre pronta ad aiutare chiunque, convinta che persino i casi disperati potessero salvarsi. Questa convinzione, però, aveva finito per rovinargli la vita.
«A cosa devo questo piacere?» cominciò a togliersi i vestiti neri che formavano la sua divisa come dipendente delle pompe funebri. Mi domandavo ogni giorno come facesse una persona solare come lei a lavorare insieme ai morti. Scossi la testa e scostai un ciuffo di capelli castani che mi era finito negli occhi. «Non avevo nulla da fare.»
Sciolse lo chignon che teneva legati i suoi folti capelli rossi e si avvicinò per abbracciarmi. «Grazie tesoro.» La strinsi a me, respirando il suo profumo agrumato. Entrambi ci irrigidimmo quando il rumore di un motore di un'auto si avvicinò al nostro vialetto.
«Non è possibile che sia già tornato.» Zoey si portò una mano alla bocca, tremante. «Ben, vai in camera e chiuditi dentro.» sgranai gli occhi, preso improvvisamente dal panico.
«Non ti lascio da sola con lui.» Lei non fece neanche in tempo a rispondere che Anthony Brown entrò in casa.
La puzza di alcool mi colpì in pieno, anche se era ancora a diversi metri di distanza. I capelli castani scompigliati gli ricadevano sugli occhi di un verde spento e annacquato dai fumi dei superalcolici.
«Hai bevuto ancora.» La voce di Zoey era a malapena un sussurro. Dopo tutti questi anni, dopo tutto quello che ci aveva fatto, lei sperava ancora di poterlo aggiustare. Non smetteva mai di crederci, nemmeno quando il giorno successivo faceva fatica ad alzarsi per il dolore.
«È così che si accoglie un marito che rientra a casa, donna?» biascicò lui prima di notare come era vestita: la giacca e i pantaloni lunghi e pesanti della sua divisa erano abbandonati sulla sedia, a coprire il suo corpo erano rimasti solo una camicetta bianca che le arrivava a malapena al sedere e l'intimo. Gli occhi di lui si riempirono di lussuria e cominciò ad avvicinarsi a mia madre.
«Lasciala stare.» Mi misi in mezzo e riuscii a malapena a schivare il primo pugno. Anthony era molto alto e piuttosto muscoloso, anche se non era nulla in confronto a quando faceva il militare. Ciò che avevo imparato nella palestra di karate non servì a molto contro un ex soldato che pesava almeno quaranta chili più di me. Un pugno mi colpì dritto nello stomaco, facendomi piegare in due e continuò a picchiarmi, sempre attento che non fossero in punti visibili. Zoey stava urlando.
«Taci!» rispose di rimando lui, ma non servì a nulla. «Mio figlio.» piangeva, disperata. «Lascia stare mio figlio.»
Mia madre cadde sotto un colpo di Anthony. «Ti farò vedere chi comanda qui, puttana.» le ringhiò e con una manata fece cadere con un tintinnio metallico tutti gli oggetti che c'erano sul piano della cucina. Girai la testa di lato e lo vidi: il coltello con la lama di trenta centimetri. Mi allungai e lo afferrai, ignorando il dolore, proprio mentre Anthony si stava abbassando i pantaloni. Non mi accorsi nemmeno di essermi alzato e di avergli conficcato l'arma nella schiena.
Lui urlò e si piegò, ma non era morto. La estrassi dal suo corpo e lo colpii ancora e ancora e ancora. Il sangue schizzava da tutte le parti, il manico era diventato stranamente scivoloso.
«Benjamin.» sussurrò mia madre. Mi fermai di colpo. «È morto, tesoro, è morto.» E solo in quel momento mi resi conto che cosa avevo fatto. Avevo ucciso un uomo. Non riuscivo a muovermi, nemmeno quando Zoey mi tolse delicatamente il coltello dalla mano e lo appoggiò a terra. Mi prese il volto tra le mani e mi guardò con i suoi occhi di un blu profondo.
«Ora devi ascoltarmi attentamente. Vai in bagno e lavati, assicurati che sul tuo corpo non rimanga alcuna traccia di sangue. I tuoi vestiti li brucerò io. Farò in modo che sembri che tu non sia mai stato qui stasera. Cambiati e vai da Charlotte, devi crearti un alibi. Chiedile di spiegarti matematica e portati il libro dietro. Deve sembrare credibile, mi hai capito?» Cosa voleva fare? Non riuscivo a ragionare pienamente, ma annuii. Mi alzai e mi avviai verso il bagno, proprio mentre Zoey ripuliva il manico dell'arma del delitto dalle mie possibili impronte, lo afferrava saldamente e colpiva il corpo a terra, abbastanza forte da sporcarsi di sangue la camicia candida.
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L'Isola dei Tre Regni - Il Regno di Morte e Ossa
FantasyL'esistenza di altre dimensioni oltre alla nostra è sempre stata una teoria, mai una realtà. Dylan fin da quando ha ricordo è sempre stato perseguitato da una figura in nero, senza volto, a cui ha dato il nome di Ombra. È lei la responsabile di tutt...