Capitolo 2

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"Stai cercando questo per caso?"

Quella voce.
Potevo essere più sfigata di così?
Mi girai e, appena lo vidi, sbuffai.

"Floch." dissi facendo roteare gli occhi.
"Ma come, non ci vediamo da tanto tempo e nemmeno mi saluti per bene... sei crudele Ivy!" ghignò avvicinandosi leggermente a me con il mio quadernino da disegno.
"Dopo quello che mi hai fatto non penso che c'è ne sia bisogno." sputai acida continuando a fissarlo malamente.
"Ahh Ivy, sei sempre così difficile. Non mi pare di aver fatto qualcosa di tanto sbagliato." mi guardò sorridendo con quella sua faccia da santarellino.

"Non hai fatto niente di sbagliato?! Sei serio?" urlai, non me ne fregava se qualcuno poteva sentirci o meno, ero incazzata nera e lui sapeva.
"Io sono serissimo" mi disse tranquillamente "forse sei te che non sei poi così tanto seria, sai?" si avvicinò a me lentamente e, poggiando sul banco affianco a noi il quadernino tanto desiderato, mi portò una mano su un fianco.
"Non toccarmi testa di cazzo." ringhiai cercando di allontanarmi il più possibile da lui.
"Uhuh quando ti toccavo così non dicevi proprio questo..." a quelle parole cercai di dimenarmi, ma non feci altro che invogliarlo a stringermi di più e a tenermi ferma con entrambe le mani, poste attorno ai lati della mia pancia.
"Lasciami stronzo, non voglio aver più niente a che fare con te!" gli gridai contro innervosita.
Floch sapeva che ancora faceva un certo effetto su di me... eravamo stati tanto tempo insieme, ma dopo quello che era successo, dopo quello che mi aveva fatto, avevo deciso di non averci più niente a che fare e per lui provavo solamente un forte disprezzo.

"Uff devo ammetterlo, sei sempre stupenda quando ti arrabbi.." non lo feci finire di parlare che provai a tirargli un pugno in faccia, ma qualcosa, qualcuno, fermò il mio braccio, trattenendolo a mezz'aria.
Guardai chi fosse lo sconosciuto che mi aveva fermata e non mi aspettavo di trovare proprio lui.

"La violenza è vietata in questa scuola, mocciosa." mi perforò con quegli occhi vuoti e profondi. "Tu chi sei?" chiese posando lo sguardo verso Floch.
"Floch Forster, signore" rispose quasi impaurito.
"Bene Forster, se non vuoi essere in qualche modo sospeso, levati dai coglioni e torna dai tuoi amici." gli ordinò impassibilmente Levi, squadrandolo dall'alto verso il basso.
Il ragazzo se ne andò velocemente dall'aula, lasciando me e il corvino da soli.

L'uomo a quel punto tolse la mano dal mio polso e mi guardò attentamente, per poi parlare "Non me ne frega assolutamente niente di che cosa fate voi ragazzi all'esterno delle mura scolastiche, ma se questo avviene qui dentro, le responsabilità sono di qualcun'altro, mi hai capito, ragazzina?" disse acidamente guardandomi dritto negli occhi.

"Cosa? Scusi se mi permetto, perché questa cosa la sta dicendo solamente a me?" chiesi stupidamente.
Floch mi stava molestando e il professore lo viene a dire a me che non bisogna alzare le mani?
"Perché sei una studentessa della mia classe ed io, essendo il coordinatore, devo educare i miei studenti." spiegò e, dopo pochi secondi, si allontanò, fermandosi allo stipite della porta.
"Già che ci sei, pulisci l'aula che é un vero lerciume." poi se ne andò.

Rimasi ferma sul posto pietrificata, con il respiro affannato e il cuore che pompava all'impazzata, il sangue scorreva velocemente nelle vene e la mia ira cresceva sempre di più.
Avevo sempre avuto problemi a gestire la rabbia da piccola, ma col tempo avevo imparato a gestirla.

Presi un respiro e buttai lentamente fuori tutta l'aria, e così feci per un paio di volte.
Già che ci sei, pulisci l'aula che é un vero lerciume. 'Certo contaci' pensai.
Presi il mio quaderno e me ne andai dalla stanza, lasciandola così come l'avevo trovata.

Appena arrivai di nuovo alla mensa, cercai con lo sguardo il tavolo dove c'eravamo posizionati prima io e gli altri e, poco dopo, vidi una figura avvicinarsi velocemente a me.
"Ivy! Eccoti finalmente non tornavi più." mi corse incontro Jean e io mi limitai solamente a guardarlo. Appena mi vide aveva notato che c'era qualcosa che non andava e, per questo motivo, mi era venuto vicino, forse per non far vedere agli altri la mia espressione preoccupata.
"Ivy tutto bene? Vuoi che ti accompagni a casa?" propose e forse non era una cattiva idea, mi avrebbe fatto bene stare con qualcuno.
Annuii, così prendemmo gli zaini e ci dirigemmo verso casa mia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 10 ⏰

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