Ti voglio dire,
che ti voglio dire,
che ti voglio dire,
che voglio dirti,
che ti voglio dire,
che ti voglio.(Timur Kibrirov)
JULIETTE
Lunedì.
Il fatidico lunedì è arrivato. Sono stati giorni difficili per me, in quanto non sapevo come avrei affrontato la situazione una volta che mi si fosse palesata dinanzi.
Ho appena varcato la porta del mio ufficio con il caffellatte di Sirius e sono perfettamente in orario, di lui però non c'è traccia.
Ha detto a me, anzi mi ha addirittura ordinato di essere in orario, e che fa? È in ritardo?
Ne approfitto per sedermi alla scrivania e apportare delle modifiche a dei file che Sirius stesso mi ha inviato.
Sirius.
Ripenso a quanto accaduto tre giorni fa, non faccio altro che pensarci.
Tremo al solo ricordo delle sue mani su di me, mi sento morire.
Perché si è preso gioco di me? Io capisco quanto possa aver sofferto, ma non è questo il modo di farmela pagare. Lui sa quello che sento ad ogni tocco. Lo sa. Sa di ogni brivido che percorre la mia pelle al solo sfiorarmi.
Sa tutto questo, eppure ha deciso di fermarsi,
di vendicarsi,
di punirmi.
Mentre sono persa nei miei pensieri, odo dei passi e percepisco un profumo che conosco benissimo. Lui è qui.
<<Vedo che oggi ha deciso di rispettare quanto stabilito la scorsa volta, signorina Thompson>>
<<Certo, signor Hill. Mi piace rispettare sempre la parola data>>
Mi guarda quasi come se volesse scoppiare a ridermi in faccia e la cosa mi fa tremendamente infuriare.
<<Non credo questo valga per tutto signorina Thompson, non dica cose non appropriate alla realtà>>
Mi guarda come per dirmi "vediamo adesso come mi rispondi"
Ma non sa che continuare a litigare con lui è l'ultima cosa che vorrei oggi e gli altri giorni a seguire. Vorrei solo che lui mi desse l'opportunità di spiegare come sono andate realmente le cose e forse capirebbe. Capirebbe che non avrei mai potuto lasciarlo così dal nulla, mai.
<<Sono punti di vista signor Hill. Abbiamo prospettive e visioni differenti>>
Si avvicina di qualche passo alla scrivania, fino ad abbassarsi e raggiungere il mio volto. Siamo ad un palmo di distanza, sento il suo respiro. Abbasso lo sguardo sulle sue labbra, sentendomene così tanto attratta e lui fa lo stesso. Lui tira fuori la lingua per leccare il suo labbro inferiore, io deglutisco. Lo guardo ammaliata, estasiata, incantata da cotanto erotismo.
Mi soffia sulle labbra e quando credo che stia per baciarmi, esordisce: <<certo, visioni e prospettive differenti. Penso però che la visione in cui vedi me, scopare te, su questa scrivania sia uguale per entrambi.>>
Resto a bocca aperta, non so cosa rispondere.
<<Porta al termine la modifica dei file che ti ho inviato, li voglio pronti entro fine giornata, buon lavoro signorina Thompson>>
Lo guardo andare via soddisfatto, non dandomi neanche modo di rispondere.
Stronzo.
Stronzo.
Stronzo.
L'ho già detto stronzo?
***
L'orario di fine lavoro era finalmente arrivato ed io come stabilito, ho controllato ogni singolo file, 453 file, per essere precisi.
Non vedo Sirius da questa mattina, non è mai più uscito dal suo ufficio. È stato rintanato tutto il tempo lì dentro, non mi ha neanche chiesto il pranzo.
Decido di recarmi da lui, giusto per avvertirlo del fatto che sarei andata via. Arrivo alla porta del suo ufficio, e mentre sto per bussare la porta si apre.
Appare Lui, bello come il sole ma con il viso provato dalla stanchezza.
<<Che ci fai ancora qui?>> mi dice, togliendosi gli occhiali e riponendoli nel cofanetto.
<<Sono venuta per dirti che sto andando via, ti ho inviato i file con le modifiche apportate, spero vadano bene>>
<<Sì, li ho visti. A casa gli darò un'occhiata.>>
Lo guardo e annuisco, faccio per andare via ma poi penso che sia giusto provarci ancora, provare a spiegargli come stanno le cose, perché sono stanca di quest'indifferenza.
<< Senti Sirius, io volev->>
Non riesco a terminare quanto avrei voluto dirgli poiché lui mi blocca subito: <<Non è il momento Juliette, sono molto stanco e non ho né tempo né voglia di ascoltare le tue baggianate>>
<<Baggianate Sirius? Non ti ho mai detto bugie di alcun tipo. Se solo tu mi lasciassi spiegare, e provassi a capire..>>
<<Capire? Capire cosa Juliette? Le cose sono piuttosto chiare, e ora vai, hai un matrimonio da preparare, no?>>
Mi sento furiosa.
<<Per la miseria, Ascoltami Sirius!>> faccio un sospiro e continuo: << A tutto c'è una spiegazione, ho dovuto farlo, ho dovuto lasciarti. Avrei potuto dirti tutto e affrontare tutto con te, ma la verità è che ho avuto paura. Tu non sai quanto sia stato difficile per me lasciarti, pensi sia stato facile? Non lo è stato. Tu sei stato il mio tutto Sirius, il mio mondo intero. Sei stato il centro del mio vivere per anni, come avrei potuto lasciarti così facilmente, se non fosse stato per qualcosa di estremamente importante?>> gli dico con gli occhi ormai lucidi.
<<E invece l'hai fatto Juliette! Mi hai lasciato senza pensarci due volte, come se non contassi nulla. Dopo tempo ritorni, e sposi un altro, come posso crederti ancora?
L'unica cosa che so, è che devi starmi lontano, vai via>>
Le lacrime ormai scorrono sul mio viso ed io non posso fermarle.
La verità è che non so quanto possa essere facile, perché so che non lo sarà. Anzi, so che sarà difficilissimo, ma so che supereremo anche questa.
Ho detto di amarlo, ho promesso di restargli accanto sempre, e non mi tirerò indietro. Ho giurato di esserci nei suoi momenti bui, che gli avrei tenuto forte la mano, che non lo avrei lasciato, e lo farò, terrò fede alla mia promessa.
«Non ti lascio, non me ne vado. Puoi urlarmi contro quanto vuoi, ho sbagliato, me ne assumo le colpe, ma non ti lascio.>> lo guardo insistentemente.
Mi si avvicina, viso contro viso, quasi le nostre labbra si sfiorano.
<<Ho detto che devi andartene bambina, non ho più voglia di perdere tempo con te. Ti sei presa gioco di me, e ora vedrai quanto bene so giocare io.>>
Mi sussurra sulle labbra, sento il suo fiato caldo.
Mi scende una lacrima, mi distrugge questo suo astio.
«Lo sai che non è vero, diamoci un'altra possibilità.
Dammi una possibilità per farti ricredere, per dimostrarti che sono sempre io, che sono ancora la tua bambina. Ti spiegherò tutto, lo giuro>>
<<Vai a casa Juliette, ormai il passato è passato>> mi dice voltandosi e andando via.
Chiude la porta e io resto lì, immobile, con la sensazione di averlo perso per sempre.
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SIRIO
RomanceSirius Hill, sin dall'età di 20 anni ha dedicato la sua intera esistenza ad accudire suo fratello e sua sorella minore. Non ha mai pensato, neanche per un secondo, di mollare tutto e vivere una vita che ogni ragazzo di quell'età dovrebbe vivere, al...