Capitolo 1

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«Madre, mi addolora che non possiate essere al mio fianco il giorno delle nozze, tuttavia concordo che a causa dell'infermità di mio padre sia maggiormente conveniente che voi rimaniate qui a vegliare su di lui; prometto tuttavia che terminato il gioviale periodo successivo all'unione giungerò a farvi visita in compagnia del mio sposo, per fargli conoscere ogni luogo della mia infanzia e le persone a cui devo ogni singolo respiro.» ricordo con grande affetto quel momento in cui le mie guance si erano arrossate e le labbra curvate in un sorriso mentre avevo pronunciato quelle parole di congedo a mia madre, colei che mi era stata accanto per i miei venticinque anni di età, crescendomi ed indirizzandomi sulla via che stavo percorrendo, e in quell'istante pareva come se ogni attimo della mia esistenza e tutti gli sforzi dei miei genitori stessero trovando un epilogo nel momento in cui sarei convolata in quell'unione tanto agognata da chiunque nel Regno, o almeno, come avrei scoparto più tardi, da chiunque ad eccezione dei diretti soggetti coinvolti.

Persa in quel ricordo, stringevo tra le dita il medaglione regalatomi da mio padre, un tempo appartenuto a quella che fu mia nonna e che non ebbi mai il privilegio di conoscere, mentre i miei occhi vagavano sul paesaggio che potevo scorgere dal finestrino della carrozza.

Avevo già percorso quella strada, ricordavo bene il momento in cui si era aperto quel ciclo che stava finalmente per giungere al termine: ero appena una bambina la prima volta che fui convocata a palazzo insieme alla mia famiglia pochi giorni dopo l'annuncio della nascita del Principe Gregorio, e durante i festeggiamenti era stato annunciato pubblicamente che non appena egli avrebbe raggiunto la maggiore età mi avrebbe preso in moglie, annettendo finalmente la Fortezza delle Rose, la mia amatissima terra natia, al vigoroso Regno della Terra dei Laghi.

Così venne stabilito e nella mia mente da infante capii fin da subito che il mio compito sarebbe stato quello di annuire e obbedire, prospettiva che al tempo mi sembrava tanto ovvia quanto poco complicata, essendo sempre stata una studentessa modello abituata al silenzio e all'apprendimento con piena accondiscendenza nei confronti della giovane e paziente donna che era stata la mia educatrice, e di cui ora già avvertivo forte nostalgia, pur non essendo già più da diversi anni parte della mia vita. Immaginavo che così sarebbe stato il mio futuro, rimanendo in silenzio e traendo i vantaggi della vita di corte e senza chiedermi se avrei mai avuto il diritto di scegliere per me; ma già mentre percorrevo quella strada, un po' per speranza e un po' per ostinazione, avevo immaginato che le cose non sarebbero rimaste a lungo in questo modo.

Quello che non potevo immaginare era però che mentre percorrevo con nervosismo quella strada, arricciando una ciocca di capelli biondi intorno all'indice persa nei miei pensieri, in una piccola casa del regno il principe Gregorio, il mio futuro sposo, era impegnato in questioni decisamente in contrasto con nostro incontro di quel pomeriggio.

«Il popolo è scalpitante di vedere finalmente la loro futura regina.» Candida, la ragazza che aveva pronunciato quella frase con un sentimento di stizza mista a tristezza, era la giovane figlia di un minatore del regno, coetanea di Gregorio con il quale aveva instaurato negli ultimi due anni un rapporto fin troppo personale: i due si erano conosciuti durante i festeggiamenti per il sedicesimo compleanno del ragazzo, e da quando i loro sguardi si erano incontrati per la prima volta i loro pensieri erano stati annebbiati dall'esistenza dell'altro.

«Suppongo sia naturale.» la risposta del principe era stata secca, infastidito che quel giorno fosse soffertamente giunto. Aveva passato l'ultimo periodo devoto alla ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi smeraldo che si trovava di fronte a lui, seduta sul letto e coperta solo da un lenzuolo che si trovava appiccicato al suo corpo a causa della sua posizione a braccia conserte, e da quando aveva conosciuto per la prima volta il sapore delle sue labbra, le prime che avesse mai assaporato, si era convinto che avrebbe passato al suo fianco la sua intera esistenza, ma ciò gli era ovviamente precluso per i suoi doveri di nascita.

Il legittimo eredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora