Atto 9

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《Papà, guardali.》 Lui guarda nella sua direzione confuso. Dei suo compagni abbracciano con sorrisi gioisi le loro madri, padri, sorelle e fratelli.
《Cosa c'è che non va?》chiede.
《Loro cosa sono?》
《Una famiglia.》 risponde.
《E noi cosa siamo?》
Le parole scompaiono di botto.

Mark

Ho usato tutta la mia capoccia testarda pur di non farmi aiutare da quell'uomo: Gizem. Eppure eccomi qui.
Adesso ho dei vestiti nuovi e puliti, dei capelli ordinati, freschi e lavati dopo la doccia che ci ha concesso con la sua pietà e ovviamente falsa gentilezza. Adesso ho un maglione più caldo di colore blu notte, che si abbina con i jeans scuri che cadono sui miei fidati anfibi marroni perfettamente, mentre sopra ho un giaccone nero e lungo imbottito di lana. Fa troppo freddo fuori di ottobre anche nel "finto mondo" in cui mi ritrovo ogni singolo giorno.
Porto due dita sulla stecca dorata degli occhiali tondi per sistemarli sul dorso del naso mentre cerco di decifrare i fascicoli che mi voleva tanto dare l'uomo dal fare misterioso. I miei occhi si spalancano quando ne leggo il contenuto.
《... e tu come diavolo hai fatto a-》
Nella stanza irrompe la piccola figura di Charlie. Lavata e nuova come un tempo. Mi sono impegnato a raccimolare le poche forze per farle la doccia, vestirla con un pigiamino pulito e aiutarla a dormire almeno quella notte. Non sembrava sconvolta dopo tutto ciò che è successo con Bell e Zebu, eppure sento ancora il senso di colpa tra gli angoli del mio cervello insediarsi come serpenti.
Questo diventerà sicuramente un trauma quando sarà grande, ed è colpa mia per non essere subito scappato da quelle tiranne.
《Buongiorno fantasmino.》
Le dico con dolcezza mentre forzo un sorriso per lei. Ora so più cose grazie a quelle due maledette aracnidi.
Nella seconda porta ero in una sorta di stato di trance, dove mi hanno costretto a rivivere i più brutti ricordi di chi amo, mentre mi buttavo violentemente tra la nascita, la crescita e la morte... ma ora ho più tasselli che prima mi mancavano. C'è solo una cosa di cui non sono del tutto convinto.
I miei occhi scuri si puntano sul gufetto intagliato, mentre Gizem prende la scena con il suo solito teatrale modo di fare.
《Salve principessa delle stelle! Ha dormito bene nell'umilissima camera che gli ho ceduto questa notte per la sua regale presenza?》
Parla come un suddito alla sua regale entità. Charlie ovviamente ride trovando esilarante quel comportamento.
Che cazzone.
Lascio che mia figlia si sieda sulle mie gambe, a quanto pare quest'uomo non gli ha ceduto solo la camera, ma anche un guardaroba intero di vestiti nuovi. Infatti idossa una salopette nera con i risvoltini fino alle caviglie che lasciano scoperti gli stivali neri e un maglione blu con delle stelle e la luna cucita sopra con cura. Ha sempre il giubbotto che gli aveva regalato Camille, ovviamente...
Mi chiedo dove le tiri fuori tutte ste cose Gizem.
La mia attenzione ritorna sui fascicoli della polizia che ho ancora in mano.

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09/08/2024

Stazione di polizia Dublino (ENG.)

Camille Mey
Nata il 06/06/1992
Morta il 08/08/2024
Causa: Presunto suicidio

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La donna di 32 anni è stata ritrovata questa sera alle ore 06:06 del pomeriggio dopo le denunce della sua scomparsa da parte di parenti e amici. Il suo corpo presenta due ferite profonde sull'addome e una alla gola. S'ipotizza un presunto suicidio dato lo stato critico di depressione di cui quest'ultima soffriva e a cui ha subito diagnosi in tempi non troppo remoti.
Le ferite sono state autoinflitte con un'arma da taglio identificata come il macete presente nella sua mano sinistra, imbrattato delle sue sole impronte e tracce di sangue ancora fresco.
Si esclude l'omicidio date lo status sociale nella norma, i suoi contatti e il suo stato mentale.
Assenza totale di prove per indagare su un omicidio.

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RISULTATI DELL'AUTOPSIA ESEGUITA:
- Sono presenti tracce di metalli corrispondente alla lama sia dalla forma che dal materiale al macete.
- Sono presenti numerosi organi danneggiati gravemente all'impatto, sopratutto al quadrante inferiore sinistro dell'addome dove sono stati colpiti intestino crasso e tenue, con il presunto "colpo finale" alla gola dove è stata trafitta la trachea che ha bloccato ogni via respiratoria possibile.
-I vestiti dell'individuo presentano vecchie tracce di DNA solo da parte del marito Mark Mey.

Papà ho paura del buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora