IL TEMPO E LA POLVERE

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Il tempo nutriva i ricordi, ma la polvere li copriva. Semmai ci fosse stato un oggetto caro da strappare all'oblio, ovunque fosse poggiato, la polvere finiva sempre per scovarlo avvolgendolo nella sua patina bianca e granulosa, come a volergli ricordare che anch'esso col suo colore sbiadito sarebbe presto appartenuto solo al passato.
Non era chiaro se il tempo e la polvere fossero soci o rivali, quel che risultava evidente era che la polvere fosse conseguenza del tempo. Infatti arrivava lentamente, indugiando laddove il tempo col suo labile soffio era appena passato. Infine si stendeva col suo manto sopra ogni cosa, rendendosi via via sempre più consistente. Tutto apparteneva ad essa: mobili, soprammobili, fotografie, quadri, elettrodomestici. Alla polvere appartenevano non solo gli interni delle case, ma anche i monumenti e le strade. Spesso perfino gli antichi resti di un glorioso passato venivano tenuti prigionieri da strati e strati di polvere, senza alcuna pietà, rendendo musei e biblioteche poco graditi al pubblico.
La legge dell'immoto era amica della polvere, sicché soltanto spezzando l'oggetto dall'inerzia del sonno in cui era caduto, si sarebbe riuscito a restituirlo al tempo; ma era una vittoria transitoria, che già altra polvere si sarebbe presto depositata su di lui.
Un giorno il tempo, stanco di essere inseguito dalla polvere, decise di restare. Perciò fermò gli orologi, bloccò l'alito del vento e arrestò perfino le nuvole, che rimasero sospese nella loro forma indefinita come in un quadro. La trasformazione non riguardò tanto le cose, ma soprattutto gli esseri viventi, i quali da quel momento in poi cessarono di muoversi e di respirare. Le rondini caddero in volo, le persone improvvisamente si accasciarono a terra come sacchi vuoti. Nessun battito di ciglia, nessun battito di cuore. A quel punto il tempo capì che il suo valore era insito nel suo scorrere. Non aveva senso fermarsi se non c'era nessuno che potesse viverlo e ricordarlo. Era rimasto solo e senza nome. Fu un attimo di eterno. Di una forma insostenibile. Infine tirò un sospiro e decise di riprendere il suo cammino. Gli orologi ripartirono dall'ultimo ticchettio, riprendendo il consueto ritmo come se nulla fosse. Le nuvole si riaprirono in cielo assumendo forme via via diverse, mentre il vento alitava su di esse. Le rondini spiccarono il volo verso l'azzurro e il cuore delle persone riprese a battere in sincronia con le proprie emozioni. La polvere allora capì che nella sua sfida contro il tempo avrebbe comunque perso. Anche se si fosse impadronita di tutte le cose fino a renderle aride e asciutte come un deserto, anche se il suo velo impietoso avrebbe ricoperto ogni angolo della Terra... restava un luogo, quello delle emozioni del cuore, il luogo della memoria, che apparteneva al tempo, solo al tempo, e in cui lei non sarebbe mai potuta entrare.

Il tempo e la polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora