LA MIA VITA È UNA MENZOGNA🥵

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《Basta! Sono fusa!》dissi sdraiandomi sul letto. Gli ultimi giorni erano trascorsi velocemente. Io e Ibra ci salutavamo e scambiavamo qualche chiacchiera durante la ricreazione, Matt continuava a guardarci con sospetto e a mangiare con gli occhi Romeo. Arrivammo velocemente a sabato. La sera ci sarebbe stata la famosa festa ed io avevo deciso di avvantaggiarmi con lo studio. Una notifica del cellulare mise fino al mio momento di relax. Era Matt, sarebbe passato a prenderci alle 21. Guardai l'orologio, erano le sei del pomeriggio. Era ancora presto. Decisi di scendere per un tè e qualche biscotto alla cannella della zia.
La cucina era deserta, preparai il tè e presi qualche biscottino dal vassoio posto sull'isola della cucina. Mi accomodai al tavolo.
《Ciao tesoro》disse mio zio avvicinandosi.
《Ciao zio Mauro, oggi non lavori?》chiesi.
《No, oggi pomeriggio ho deciso di prendermi una pausa》aggiunse lui.
《Vuoi un po' di tè?》chiesi.
《Volentieri tesoro》rispose con un sorriso dolce.
Presi una tazza, versai del tè e lo appoggiai sul tavolo. Prese posto davanti a me.
《Come stai tesoro? Come va a scuola?》chiese.
《Tutto bene zio! A te come va?》
《Bene tesoro, spero solo che Leo finisca velocemente l'università e venga a darmi una mano alla clinica perché comincio ad essere vecchietto!》sorrise. Io di rimando. Mio zio era una buona persona, un gran lavoratore, padre e marito affettuoso.
《Zio, posso farti una domanda?》chiesi un po' insicura.
《Certo, puoi chiedermi ciò che vuoi!》rispose, bevendo del tè.
《Mi parli di... mia mamma??》chiesi diretta.
Tossì, posò la tazza e mi guardò.
《Tesoro...》
《Zio, vorrei tu mi parlassi di mia mamma, vorrei sapere qualcosa di lei... non so niente... neppure se sia ancora viva...》dissi con decisione.
《Tesoro...》
《Ho provato a chiedere alla zia ma non mi ha voluto dire nulla e...》continuai io.
《Tesoro, ascolta!》mio zio alzò un po' il tono della sua voce prendendomi le mani.
《Louise, capisco il tuo bisogno di sapere, sei ormai una giovane donna e la mamma, presente o meno, è una parte fondamentale della vita... ma parlarne non servirebbe a nulla!》disse.
Staccai le mie mani e la mia espressione si fece dura.
《Vorrei essere io a decidere! Non sono più una bambina! Ho quasi 19 anni e... potrei indagare e scoprire ciò che voglio da sola!!》aggiunsi, non volevo mollare!
La sua espressione si fece seria.
《Ci dispiacerebbe se tu lo facessi!》disse.
《Perché?》chiesi di getto. Non capivo quale fosse il problema.
《Tua madre non era in grado di prendersi cura di te, io e tua zia ti abbiamo accolta a braccia aperte nella nostra famiglia... e a te, adesso, non sembra più bastare, vuoi di più e questo ci dispiace, soprattutto a tua zia, lei, più di tutti, ha sofferto, non è stato facile... 》disse.
《Neanche per me è stato facile, zio! Ero troppo piccola per avere dei veri e propri ricordi! Ho solo dei flash... persone che giravano, una melodia e una voce che cantava, le mie stesse lentiggini sul volto...》
Vidi mio zio irrigidirsi. Si alzò. Era a disagio, era evidente.
《Zio cosa sta succedendo?? Cosa mi state nascondendo??》lo dissi di getto senza pensare.
《Niente, Louise, non c'è niente da sapere. Ora devo andare in clinica!》disse per poi uscire di casa.
《Zio... zio!!》urlai, ma niente.
《Cosa diamine sta succedendo??》chiese Ale scendendo le scale. Mi guardò. Vide quanto ero sconvolta.
《Niente!!!》dissi, per poi correre in camera. Ero furiosa. Non ero sciocca. Nascondevano qualcosa che riguardava il mio passato. Entrai in camera e cominciai a lanciare tutto ciò che avevo sotto mano. Ale mi seguì e chiuse la porta. Mi guardava in silenzio, il suo sguardo era diverso. Lanciai i libri per terra, spalancai le ante dell'armadio...
《Cosa ti ha detto?》chiese Ale.
《Niente!!》urlai spingendolo via. Lui non reagì, si limitava a guardarmi, come a scrutarmi.
《Anzi, qualcosa l'ha detta!! Ha provato a farmi sentire in colpa!! Che nipote poco riconoscente!! Loro mi accolgono ed io chiedo di sapere di mia madre!!!》ero furiosa. Urlavo. La camera era un totale caos.
《Basta, Louise!!》disse Ale avvicinandosi. Lo spinsi via.
《Cosa diavolo vuoi??? Vattene!!》urlai spingendolo con tutta la forza del mio dolore.
《Non prima che tu ti sia calmata!! Basta Louise!!》disse avvicinandosi di nuovo.
《Vattene Ale!!! Odio te, odio tutti, odio la mia vita!! È tutta una menzogna!!!》urlai prima di prendere a calci un cuscino.
Ale mi bloccò da dietro. Cominciai a scalciare.
《Se non ti vuoi calmare con le buone, lo farai con le cattive!!》disse per poi buttarmi su letto e salire a cavalcioni su di me.
《Cosa diavolo stai facendo???!!?!》urlai muovendomi come un'ossessa.
《Ti faccio calmare!!!》disse baciandomi il collo.
《Non mi voglio calmare!! Voglio solo sapere!!》urlai cercando di spostare il corpo massiccio di Ale.
《È un tuo diritto sapere... bambina!!》sussurrò al mio orecchio. Una scossa mi colpì. Lui lo notò. Approfittò del momento per alzarmi la maxi t-shirt sopra gli slip.
《Andrò in clinica!! Non può scappare così!!》ripresi ad urlare. Nel mio delirio non mi ero accorta che Ale mi aveva tolto la t-shirt e mi guardava con desiderio. Mi fermai un attimo, cercai di capire. Guardava il mio seno nudo, non avevo indossato il reggiseno. Iniziai a scalciare! Ero arrabbiata! Non volevo!! Lui bloccò le mie mani in alto con una sua mano, seduto sul mio bacino, mi guardava intensamente. Inizia a scalciare cercando di colpirlo, mi dette uno schiaffo al seno destro. Poi mi guardò negli occhi.
《Basta, bambina... basta!》disse guardandomi negli occhi.
《Vai al diavolo!! Che vadano tutti al diavolo!!》dissi scalciando. Altro schiaffo, più forte. Un nuovo calcio da parte mia. Un nuovo schiaffo. Poi si mosse con il bacino. Una nuova scossa. Sentivo la sua eccitazione. Poi si abbassò e iniziò a baciare il seno sinistro e a massaggiare il destro.
《Fanculo Ale... sono arrabbiata... non voglio essere toccata... non voglio... non vog...》una nuova scossa ancora più forte percorse il mio corpo. Strinse e tirò il capezzolo con le dita mentre guardava salire la mia eccitazione.
《Brava bambina, rilassati!》sussurrò al mio orecchio. Poi lo morse. Leccò il mio collo. La sua lingua tracciò una pericolosa strada fino ai miei seni. Tirò nuovamente un capezzolo. Inarcai la schiena. Dalla mia bocca uscì un gemito.
《Mi fai impazzire... sei la mia bambina...》disse sul mio seno. Con i suoi piedi divaricò le mie gambe e si posizionò in mezzo. La patta dei suoi pantaloni puntava sulle mie coulotte rosse.
《Non guardarmi!!》dissi di getto. Non ero nuda, ma i suoi occhi mi mettevano a disagio. Raccolse la t-shirt da terra. La annodò alla testiera in ferro battuto bianco del letto bloccandomi le mani.
《Ora, bambina, voglio che tu venga per me!》disse perentorio. Con le sue ginocchia spalancò le mie gambe, per poi tornare con le sue mani sul mio seno. Due schiaffi, sonori. Una scossa mi travolse. Provai a chiudere le gambe, non potevo. Mugolai dal fastidio.
Avvicinò la bocca ad un capezzolo e ci lasciò cadere la sua saliva, fece la stessa cosa con l'altro. Mi muovevo.
《Ferma bambina... rilassati》disse per poi avventarsi sui miei capezzoli. Stringeva i miei seni con le mani, a turno succhiava e mordeva i capezzoli. L'eccitazione stava salendo, la sentivo, ma non volevo! Provai a resistere. Provai a liberarmi. Morse e succhiò fortissimo il capezzolo.
《Ti voglio bambina, fai la brava》disse con uno sguardo tutto fuorché tranquillo. Cosa intendeva, non capivo. Concentrò le sue attenzioni sul seno destro. Lo stringeva forte, lo colpiva, mordeva e succhiava il capezzolo. Il piacere si trasformò in fastidio. Con il crescere del fastidio cresceva la mia eccitazione. Non ce la facevo più!
《Ba... basta A.. le》provai a dire. Lui continuò. Strinse ancora di più il seno e succhiava tremendamente il capezzolo. Iniziai a muovermi in preda agli spasmi. Non volevo, ma non resistevo. Sentivo il mio sesso pulsare. Il mio seno mi faceva male. Gemetti più forte.
《Sii bambina, urla per me!!! Ci siamo, ci siamo!!!》lo strinse ancora più forte e succhio fortissimo. Non ce la facevo più. Stavo per impazzire.
《Ci siamo! Siiiii, così bambina》
Non capivo. Non ce la facevo più. Esplosi. Urlai. Il mio corpo esplose in un orgasmo potente. Ero in estasi. Vidi Ale che succhiava e leccava il mio seno. Il mio corpo piano si fermò, ma la respirazione era accelerata. Appoggiai una mano sulla fronte, le mie mani erano libere?!? Non riuscivo a parlare. Ero spossata. Guardai Ale. Succhiava il capezzolo, per poi leccare, avido, il seno. Mi guardò, si avvicinò al mio orecchio mentre con una mano giocava con il mio capezzolo dolorante.
《Sei la mia bambina... sei la mia droga》disse. Mi guardò un istante, quei suoi maledetti occhi verdi da diavolo tentatore. Poi mi lasciò un bacio sulla guancia. Si alzò da me. Puntò lo sguardo sui miei slip bagnati e sorrise. Chiusi velocemente le gambe e cercai di coprirmi il seno con la t-shirt. Ero sconvolta.
《Prego!》disse, mi fece l'occhiolino e scomparve.
Seduta su letto osservai la camera dove regnava il caos. Ero sconvolta... e rilassata. Quello stronzo era riuscito a calmarmi.

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