Prologo

28 8 6
                                    

🪐☀️
𝗪 𝗜 𝗡 𝗧 𝗘 𝗥

𝑊𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟: 9 𝑎𝑛𝑛𝑖

«Aspettami e vedrai, ti raggiungo!»  dissi a mio fratello maggiore da piccoli, con un sorriso genuino sulle labbra, mentre ci rincorrevamo sul prato verde sotto la luce di quel caldo sole estivo.

L'altro mio fratello di nome Ryan, in questo momento è in gita a scuola così siamo rimasti solo io, mio fratello maggiore Richard e mio padre a casa.

«Provaci se ci riesci» Mi dichiarò guerra Richard facendomi la linguaccia.

Lo afferrai dalla sua maglietta, facendolo cadere per terra.

«Ecco, ci sono riuscita» gli risposi io.

Lui si prese un pò di tempo osservando la mano curiosamente, subito dopo ansimò dal dolore.

Si era appena procurato una ferita.

«Tranquillo, non è nulla, adesso rientriamo e andiamo a medicarla» continuai io sorridendogli.

«Bambini! Venite qua» ci disse mio padre dentro casa urlando.

Questo non è affatto un buon segnale.

Appena arrivati all'entrata della cucina assistemmo ad una delle tante scene orribili che accadevano sempre in quella casa, che molto probabilmente sarebbe rimasta impressa nelle nostre menti per tutto il resto della vita, proprio come tutte le precedenti.

Nostro padre aveva uno sguardo furioso sul viso e le mani insanguinate di quello che sembrava essere sangue umano.

Potrebbe sembrare una situazione tutt'altro che normale, strana ed ambigua, ma noi ne eravamo abituati.

Ogni volta che usciva a farsi una passeggiata - o almeno così diceva di fare lui- , tornava sempre a casa in condizioni terribili e spaventose.

Tutto questo è iniziato ad accadere 5 mesi fa, dalla morte di zio Harry.

Il fratello di nostro padre.

Avevano un legame forte e affascinante, cosa strana per tutto il resto della nostra famiglia, visto che eravamo tutti in brutte confidenze tra di noi.

Finché un giorno Harry non morì per colpa del cancro.

Diciamo che da quel momento nostro padre non ci provò nemmeno a provare a star meglio.

Anzi, ogni giorno sembrava peggiorare sempre di più.

«Che cosa rimanete lì impalati, non venite a darmi una mano? Razza di disgraziati che non siete altro!» continuò lui gridandoci addosso.

Le lacrime iniziarono a scendere su tutto il mio viso secondo dopo secondo.

Dovevo cercare di non far notare le mie debolezze.

Sarei sembrata soltanto una bambina impaurita, e io non volevo fare questa impressione.

Uno schiaffo arrivò dritto in viso sia a me che a mio fratello maggiore.

the loved fineded Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora