prologus

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Ti chiami Dorotea, e sei l'unica figlia del βασιλευς Giustiniano e della βασίλισσα Teodora, la coppia imperiale. Il significato del tuo nome è 'dono di Dio': è composto da due termini greci, quali δορον e θέα. Un dettaglio simpatico, è semplicemente il nome di tua madre invertito.
Alcuni ritengono che tua madre sia una povera meretrice, ma tu non lo pensi affatto. Sei convinta che lei sia una delle donne più ci coraggiose e tenaci che ci siano, nonché una dolcissima persona.
Venisti al mondo poche ore dopo lo schiocco delle Calende di Dicembre, ovvero il primo del mese. Il tuo pianto rimbombò lungo i corridoi del palazzo reale di Costantinopoli. Quel suono quasi stridulo si alternava soavemente insieme al tuonare del cielo. Un'atmosfera al dir poco entusiasmante. Tua madre era in lacrime, tirava su il magone e si asciugava gli occhi con un fazzolettino così tante volte che persino gli altri presenti si commossero. L'Imperatore, per quanto solitamente potesse sembrare temibili è impassibile, non impedì a sè stesso di lasciar scorrere qualche lacrima sul suo viso.
D'altro canto, era giunta tra loro un'erede per l'Impero Bizantino.  
I medici reali ti presero in braccio, delicatamente, e la tua mamma appoggiò la testa sul muro. Era esausta, ma la sua stanchezza aveva comportato un prezzo più che positivo. Chiuse le palpebre, approfittando dei brevi momenti di dovuto riposo. Tuo padre non lasciò neanche un attimo la mano alla moglie, stringendola stretta. Le baciò la fronte, e lei sorrise al contatto. 
I dottori ti esaminarono, lavarono, e avvolsero in delle fasce color neve. Tu cessasti di piangere non appena ti posarono nuovamente tra le braccia di Teodora. Lei riportò la sua attenzione verso di te, sorridendo con passione. La guardasti, e ridacchiasti lievemente, strizzando gli occhi mentre lo facevi. Un'altra lacrima scese lungo il volto della neo-mamma, che in quell'istante pensò di non aver mai visto niente di più prezioso.
Tirò su il magone che le si stava formando pian piano.
Fu poi il turno del sovrano a prendere nella sua presa la propria primogenita. L'imperatrice ti sollevò delicatamente, e tu ti adattasti immediatamente al nuovo calore. «Tu, Dorotea, sei una benedizione di Dio. Nessuno ti porterà via da me, nessuno.» disse Giustiniano, in modo che solo lui, tu, e sua moglie potessero sentire questa saldata promessa. Ti portò vicino al suo petto, più di quanto già lo fosti, e ti strinse a sè in modo protettivo, quasi stritolandoti. Ma a te non sembrava interessare, infatti, all'aumento di contatto sembrasti rilassare i muscoli facciali, e sorridesti ampiamente.
Il βασιλευς mise la sua testa sula tua, che era più piccina, dolcemente, senza metterci troppo peso.
Per un attimo rimaneste in questa posizione, e nel frattempo Teodora voltò il viso verso il balcone, dove poteva osservare il paesaggio circostante.
Quel giorno non era particolarmente soleggiato, anzi, navigavano nel cielo parecchie nuvole. Ciò però non destabilizzava l'umore della donna che presto definirai 'mamma'.
Qualunque cosa sarebbe successa,
i tuoi genitori erano certi che tutto si sarebbe concluso nel migliore dei modi, finché tu fosti rimasta al loro fianco, e al loro unicamente.

Improvvisamente, come d'un tratto, cominciò a piovere.










                            🇬🇷☦️

Il grande e potente Imperatore Bizantino aveva deciso di indossare l'abito tradizionale del suo paese.
Indossò una delicata tunica color crema, ricoperta poi da un mantello di broccato porporato, simbolo del rango imperiale. Lungo fino alle natiche, proseguiva con un tablion, rappresentazione del vantaggio economico. Il mantello era appuntato con una fibula, appoggiata sulla spalla destra, in modo che i movimenti venissero facilitati. Poi è il momento del sopraomerale, un panno d'oro adornato e fissato con gemme o, talvolta, con dei ricami. Anche questo fattore dell'evidente potere del βασιλεύς.
Infine, ai piedi, Anastasio, il suo servo fidato, gli infilò un paio di calzini color vaniglia e sotto di essi dei sandali. E, naturalmente, non poteva mancare la rigorosamente stimata corona reale.
Guardandosi allo specchio, Giustiniano sorrise, finché nel riflesso vide poi la tua docile sagoma. Nel momento in cui ti notò, si girò nella tua direzione, e camminò verso la culla, lasciando il servo a sistemare.
L'uomo poggiò i palmi sui bordi del tuo lettino. Non stavi dormendo, eri una neonata piuttosto vivace, sebbene avesti solo pochi mesi di vita. Stavi già iniziando a mostrare delle ciocche sottili di meravigliosi capelli neri, a momenti più scuri della notte. I tuoi occhi erano di uno sgargiante celeste, lo stesso colore dello zaffiro, la pietra preferita di tua madre. Avevi delle sopracciglia non troppo sottili, un piccolo nasino e delle rosse labbra carnose a forma di cuore.
Il sovrano obbedì alla implicita richiesta quando vide che avevi sollevato le braccia, aprendo e chiudendo i pugni. Ti prese in braccio, e ti cullò, intonando una lieve melodia. Cominciasti a socchiudere gli occhi, quasi ad intermittenza. Giustiniano, intanto, girava per la stanza, in maniera da facilitare il tuo riposo.

Dopo circa dieci minuti soccombesti al sonno, e ti accoccolasti nella presa del tuo papà. Lui, nel frattempo, si era seduto su una sedia a dondolo, muovendola regolarmente avanti e indietro, anche dopo che ti addormentasti.
Ad un certo punto, Cassandra, una delle schiave, ti rubò dalle braccia del βασιλευς, con lo scopo di vestirti.
Oggi era il giorno in cui l'Imperatore avrebbe presentato a tutto il popolo bizantino la sua prima, ed unica, figlia: quello in cui tutti avrebbero ufficialmente conosciuto Dorotea come principessa imperiale.
Cassandra ti mise indosso un vestito di seta dello stesso colore della tunica di tuo padre. Ti arrivava fino alle caviglie, lasciandoti scoperti solo i piedi scalzi. Aveva ricami dorati e di porpora sparsi qua e là, ed era decorato con preziose gemme di zaffiro. Ti mise qualche bracciale, sempre d'oro, e infine una coroncina per indicare il tuo, a breve ufficiale, status di principessa bizantina.
Ora eri pronta, ora potevi fare la tua prima apparizione in pubblico, davanti ai tuoi cittadini. La serva allora annuì al suo sovrano, confermandogli che il tutto poteva iniziare. Lui si alzò quasi di scatto, e ti riprese tra le sue braccia.
Si unì presto anche sua moglie, la sua Augusta, e usciste tutti dal balcone principale, quello che dava esattamente sulla piazza del palazzo.
Era presente praticamente tutto il popolo, una vastità immensa che rendeva impercettibile solo il pensiero di poterli contare. C'era chi aveva un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, chi dialogava coi parenti, e chi semplicemente attendeva l'arrivo dei sovrani.
Faceste il vostro ingresso sulla piattaforma elevata, Giustiniano al centro e Teodora alla sua destra.
Il βασιλευς ti sollevò lievemente, in modo che tutti ti potessero vedere. Tu, tuttavia, non ti muovesti di un centimetro.
Poi l'uomo parlò, con un tono di voce udibile persino per quelli più lontani. "Miei cittadini, tre mesi fa venne al mondo la mia prima figlia, la vostra principessa." disse per poi abbassarti e, passandoti a tua madre, rialzò entrambe le braccia. Poi riprese, "Il suo nome è Dorotea. Se Dio lo permetterà, lei ci garantirà la pace che tanto meritate, finché cali il suo ultimo respiro. Oggi siamo qui non soltanto per celebrare l'arrivo di una nuova anima, ma la nascita di un'erede per l'Impero Romano." concluse così il sovrano bizantino, mettendo un palmo sulla tua fronte. Al contatto improvviso apristi gli occhi, e tuo padre ti sorrise.
Tua madre ti innalzò un'ultima volta, e quasi ti spaventasti quando sentisti gridare 'Lunga vita alla principessa Dorotea!'.
Però, invece che piangere, ridacchiasti, cosa che fece scaturire nel tuo popolo diverse reazioni, miste tra commozione ed entusiasmo.
Ti trovavi in presenza di tutte queste persone da pochi minuti, e già sembravano venerarti.

Venne dato il via al banchetto reale, e dunque ai festeggiamenti. I due neo-genitori sedevano su due troni, tu sempre avvolta tra la stretta della tua mamma.
Gli invitati si stavano dilettando in svariate attività; c'era chi pranzava, chi chiacchierava animosamente, e naturalmente i ballerini di corte.

Tutto ad un tratto, si udì un tuono, così forte che fece tremare le mura dello stesso palazzo. Presto sia i tuoi familiari che i presenti si allarmarono, e l'Imperatore ordinò che chi fosse al di fuori del palazzo venisse immediatamente recuperato e messo al riparo.
Era una giornata più che serena, non poteva presentarsi un temporale dal nulla.
E invece, il tempo decise di contrastare questa ideologia, e subito si sentirono gli scrosci dell'acqua piovana e il rumore assordante dei tuoni. Com'era possibile? Era un presagio funesto? Doveva accadere qualcosa, e ciò era semplicemente un preavviso?
Ironia della sorte, sembrava quasi essersi ripetuto il giorno della tua nascita.

Dunque, per onorare la festa, e completare il complotto, iniziasti a piangere.




🏷️ NOTE
βασιλευς: "re"
βασίλισσα: "regina"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20 ⏰

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