"When you said your last goodbye, I died a little bit inside"-All I want
GRACE
Sono passati due anni da quando io e mia madre siamo tornate a New York da Seoul e un anno da quando mio padre è venuto a mancare a causa di un tumore maligno al pancreas.
"Tesoro papà ha smesso di soffrire", furono le parole che mi disse mia madre uscendo da quella maledetta camera d'ospedale, triste, grigia e spoglia.
Furono le parole che mi risuonarono in testa come una cantilena insopportabile per mesi e mesi. Ogni sera mia madre dopo avermi dato la buona notte, si chiudeva in camera a piangere, cercando di sopprimere i singhiozzi per non farsi sentire al fine di mostrarsi forte ai miei occhi, poiché sapeva che ora era lei il pilastro della famiglia che ormai era composta da noi due soltanto.
Il periodo successivo al funerale, mia madre scoprì che mio padre aveva fatto degli investimenti nella compagnia di catering di famiglia, che si rivelarono fallimentari, portandoci così ad essere sommerse da un'ondata di debiti che tutt'ora stiamo pagando.Tutto è cambiato, ora non abitiamo più in un attico nel Upper East Side, con grandi vetrate e stanze lussuose, ma in un piccolo appartamento a Brooklyn degli anni '80, dove probabilmente ci abitava una coppia hippy viste le diverse bruciature dovute ai mozziconi sui muri, che io e mamma abbiamo dovuto ritinteggiare.
Non vado più in un college privato, ma bensì in una scuola pubblica e, come se non bastasse, mia madre non dirige più la compagnia di catering, ma lavora come cameriera in un ristorante alla moda del Upper East Side , dove è costretta a fare turni allucinanti pur di portare a casa qualcosa, ed io oltre a studiare, dò ripetizioni per aiutarla.
Dai club di donne miliardarie che mia mamma considerava "amiche" è stata esclusa ed ora appena la vedono, la evitano. Mi spaventa l'ipocrisia di certe persone davanti alla potenza del denaro.Prima di morire, promisi a mio padre che sarei andata ad Harvard ed è per questo che ora devo studiare 24h su 24 per ottenere una borsa di studio e raggiungere il mio obiettivo. Una volta potevo contare sullo status economico e sociale della mia famiglia, ma non è più così, o prendo una borsa di studio o non ci potró andare, ma la seconda opzione non esiste.
Io farò tutto ciò che è possibile per ottenere quella borsa di studio. Costi quel che costi.
Questo drastico cambiamento mi ha scossa solo in parte, poiché non sono mai stata una ragazza a cui importavano particolarmente i soldi. L'unica cosa che volevo era avere dei buoni amici e una bella famiglia, ma ora tutto si è sgretolato, mia madre si impegna, ma mio padre mi manca e i miei amici dell' Upper East Side non mi parlano più.
Per fortuna ho trovato Hanna e Haley, che sono sempre state il mio punto fisso in questo ultimo anno. Ci siamo conosciute durante il corso di chimica, l'insegnate ci fece dividere in gruppi per un esperimento, io ero sola e non conoscevo ancora nessuno così Han e Ley mi chiesero di fare il progetto con loro. Tra noi si creò fin da subito una forte intesa.Il suono irritante della campanella mi riporta alla realtà e mi avvisa, per mia fortuna, che il corso di matematica è finito.
Esco velocemente dall'aula e mi dirigo verso il mio armadietto per prendere i libri per il corso successivo.
Improvvisamente dalll'altra parte del corridoio sento un urlo,
«GRACYYYY!» socchiudo gli occhi e sospiro prima di girarmi e vedere Haly correre verso di me. Non fraintendetemi adoro Haly, è bella... anzi molto bella, per quel che mi riguarda potrebbe fare la modella: fisico asciutto e slanciato, occhi chiari, capelli scuri e un sorriso mozzafiato. Oltre ad essere bella è pure una brava amica, ultimamente però ha questa ossessione per i ragazzi, parla di ragazzi, guarda foto di ragazzi, fa gli occhioni a tutti loro e cerca costantemente di attirare la loro attenzione. Io non capisco tutta questa ossessione per degli esseri viventi che ragionano solo con ciò che hanno tra le gambe, ma saró io quella strana.
Un'altra cosa che non sopporto sono le persone che urlano di prima mattina, Gesù dammi una grazia o potrei compiere un attentato.
« TESORO!! non puoi capire cos'è appena successo.»
Sta saltando da quant'è agitata.
« Oddio, cos'è successo?» Chiedo mentre afferrò i miei libri e chiudo l'armadietto.
« Cole Parker, quell'angelo sceso in terra per grazia divina mi ha chiesto se avevo visto passare il suo amico Lamar!» Afferma con un sorriso chilometrico. Probabilmente ha visto che la sto guardando accigliata perché riprende dicendo:
« GRACY! Capisci l'ha chiesto a me, A ME, c'erano un sacco di ragazze ma lui l'ha chiesto a me!»
La guardo ancora più accigliata, ma lei non ci dà peso e continua.
« Secondo me gli piaccio, è evidente che prova qualcosa per me, ma non ha il coraggio di dirmelo! »
« Haly ma non ti sembra un po' afrettata come conclusione? Lo dico per te tesoro, non voglio che ti illuda, sai come sono quei tre... a loro piace giocare con le ragazze, le fanno sentire importanti per una notte e poi il mattino dopo le trattano come spazzatura, tu non vuoi questo Haly, tu non sei come loro. »
Ora Haly mi sta guardando seria.
« Scusa allora come sarei? Mi stai dicendo che sono una sfigata che non è abbastanza figa per loro? Bella considerazione che hai di me Grace, grazie veramente.»
Detto ciò se ne va ed io rimango impalata davanti al mio armadietto con un espressione scioccata.
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Pretend to hate me
Teen FictionGrace Hunter è una ragazza dell'Upper East Side costretta dopo la morte del padre a trasferirsi a Brooklyn, in un piccolo appartamentino mal messo. Grace ha un obiettivo: prendere una borsa di studio per Harvard, ed é disposta a tutto pur di ottene...