Il sesso dalla mia finestra

CAPITOLO 1

I nostri baci si fanno più intensi e le sue
mani sono sui miei glutei.
Ho le gambe avvinghiate al suo bacino e
sono attaccata alla porta di casa mia.
Entrambi ansimiamo profondamente e nella stanza buia e silenziosa si sentono solo i nostri gemiti.
Toglie una mano dal mio gluteo e la
posa sulla mia testa per approfondire
il bacio, questa mossa mi fa staccare
dalla porta per poi sbattere nuovamente
provocando un forte rumore.
Mi stacco dal bacio e faccio una risatina.
"Piccola andiamo" sussurra poggiandomi a terra e tenendomi per
mano.

Si dirige verso camera mia e quando siamo dentro, con una mossa rapida mi butta sul letto e si mette a cavalcioni su di me per continuare a baciarmi.
Cerco di sbottonare la sua camicia e poco dopo trovo i suoi addominali scoperti davanti al mio viso, che non posso fare a meno di baciare.
Ansima e mi sorride, dopodiché si toglie i
jeans e rimane in boxer.
Fa lo stesso con me e inizia togliendomi la camicia bianca e la gonna di pelle.
Sfilo i suoi boxer e il suo membro sbatte sulla mia coscia.
Mi mordo il labbro e mi stendo
nuovamente per permettergli di baciarmi ovunque,le sue mani toccano ogni parte del mio corpo facendomi bagnare come una stupida.

Mette una mano tra le mie coscie e le allarga per mettersi tra esse, poi strofina il membro sopra le mie mutandine, provocandomi un mugolio di piacere per convincerlo a entrare in me.
Fa un ghigno compiaciuto e mi accontenta sfilando le mutandine.
Dopodiché inarco la schiena per permettergli di slacciare il reggiseno.
Succhia entrambi i capezzoli e si sporge
per prendere un preservativo dal
comodino.
Lo strappa con i denti e se lo mette con
rapidità e gemo con le labbra tra i
denti,quando entra in me.

"Si cosi" sussurra dondolando avanti e
indietro.
Le sbarre del letto iniziano a fare rumore dopo aver aumentato la
velocità, ma questo fantastico momento viene interrotto dallo squillo di un cellulare, Trevor si ferma di scatto dentro di me e impreca.
"Io ho il silenzioso" sbuffo buttando la testa sul cuscino.
Esce da me e si alza per rivestirsi e andare a controllare il cellulare.
Cerco di vedere chi possa aver interrotto
questo momento ma non riesco perché
esce dalla stanza per rispondere.

Mi chiamo Madison e ho ventiquattro anni, sono mora dagli occhi di un bellissimo verde autunnale, così li definiva mio padre.
Sono fidanzata con Trevor da tre anni, ma questa relazione sembra instabile ultimamente a causa di queste continue chiamate.
Le riceve spesso quando stiamo insieme o ci ritroviamo in momenti intimi come questo e lui usa la scusa del lavoro.
Gli credo perché so quanto si stia
impegnando con questa azienda e infondo ha venticinque anni e lavora molto, a differenza mia che sto ancora cercando di trovare un lavoro che mi piaccia davvero.
Sono sempre stata interessata alla psicologia, in generale quella infantile.

Mi metto a pancia in giù e lo aspetto con le mani sotto al mento e le gambe penzolanti in aria.
"Va bene...ok ok...allora arrivo...a fra
poco" lo sento dire mentre si avvicina alla mia stanza e attacca proprio quando entra in camera e mi vede cosi.
"Sei bellissima se ti sdrai in questo modo" mi guarda con gli occhi spalancati e si avvicina per stringermi una natica ed io ridacchio "Ma devo proprio andare" aggiunge e infila i suoi pantaloni.
Sbuffo e mi alzo per vestirmi, si poggia ai bordi del letto accanto a me e mi guarda mentre infila le scarpe.
"Stasera torno da te e continuiamo a divertirci,va bene?" dice in fretta,mettendomi una mano sotto al mento e alzandomi il viso.
"Ti amo ricorda" sorride e se ne va lasciandomi da sola come spesso ormai fa.

Respiro profondamente e ora mille
domande si espandono nella mia mente.
Perché tutta quella fretta?
Bastavano altri pochi minuti di nostra intimità e poi lui sarebbe potuto andare tranquillamente.
Scuoto la testa e cerco di non pensarci,esco dalla stanza e vado in cucina per mangiare qualcosa e rilassarmi.
Ma non riesco.
Non riesco a non pensare al mio ragazzo che non riesce a stare almeno dieci minuti in mia compagnia, capisco il suo impegno nel lavoro, ma perché proprio quando sta con me?