˚。⋆*ੈ✩‧₊˚༺ LEILA ༻*ੈ✩‧₊˚Sentii delle braccia avvolgermi la vita e aiutarmi a risalire in superficie. I pattini non mi permettevano di fare movimenti certi e il contatto delle ruote con il fondo della piscina non mi garantiva la giusta spinta.
La testa sbuccò fuori dall'acqua e presi un respiro profondo.
«Respira, respira» una voce maschile si rivolgeva a me, ma per lo spavento non riuscivo ad ottenere la giusta lucidità e a capire di chi fosse.
«Brava, continua così» il tono era profondo e rauco ma allo stesso tempo dolce. Il mio respiro si stava regolarizzando e la vista stava tornando ad essere più nitida.
I miei occhi si scontrarono con un paio scuro che mi guardavano.
«Stai bene?» mi domandò.
Io non risposi, tenevo le braccia attorno al suo collo e avevo il seno schiacciato sul suo petto. I nostri vestiti erano bagnati e il mio corpo era ricoperto da brividi.
I capezzoli si erano inturgiditi e struscivano sulla sua camicia nera. Mentre le mie gambe erano avvolte attorno alla sua vita e la gonna della divisa mi si era alzata sulle cosce.
Per fortuna eravamo in acqua e nessuno avrebbe potuto vedere nulla al di sotto dell'acqua.
I nostri corpi erano intrecciati e attaccata a lui mi sentivo sicuro. La paura che avevo provato prima era passata e ora provavo solamente rabbia.
«Sicura di stare bene?» mi domandò nuovamente essendo che la prima volta non aveva ottenuto nessuna risposta.
«Sì, sì, sto bene grazie» risposi con tono flebile. Lui portò una mano all'altezza del mio volto e mi portò una ciocca dietro l'orecchio. Mi sorrise debolmente e io ricambiai.
«Come ti chiami?»
«Leila» sussurrai, sbattendo gli occhi ripetitivamente a causa dell'acqua.
«Leila come la notte» disse sovrappensiero.
Io corruggai la fronte senza capire.
«Cosa?» chiesi.
«In arabo Leila vuol dire "notte", ma talvolta viene interpretato anche come "scura come la notte"» mi spiegò.
«Non non lo sapevo» replicai tremante. Stavo iniziando ad avere freddo e lui lo notò.
«Hai freddo. Forse è meglio uscire, sei tutta bagnata» disse e io arrossii leggermente.
Si avvicinò al bordo della piscina con qualche nuotata e mi aiutò a sedermi.
«Grazie» sussurrai guardandolo mentre si muoveva davanti alle mie gambe per poi affiancarsi a me e darsi una forte spinta sulle braccia.
Vidi il suo corpo allenato, fasciato dai vestiti bagnati, uscire dall'acqua. Si passò una mano tra i capelli mori e mi guardò dall'alto.
«Sicura di stare bene?» mi domandò ancora.
«Sì non preoccuparti, sta bene, sta bene» si avvicinò a noi la figura della bionda che prese per un braccio il suo ragazzo e lo attirò a sè.
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Bloody Roses
ChickLitLeila Romanov è una giovane appassionata di musica e pattinaggio, per cui le ruote sotto i piedi rappresentano la libertà. Vive a Los Angeles con i suoi genitori, ma la loro tranquillità viene spezzata dai debiti accumulati dal padre, un architetto...