VI - Enea

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Stava andando tutto bene, tra me e Athena.
L'appuntamento è stato come lo avevo immaginato: perfetto. Forse anche troppo.
Questa cosa avrà alzato le sue aspettative nei miei confronti? Da una parte lo spero.
Dall'altra ho il timore di dover organizzare qualcosa di più grande, la prossima volta, per far si che lei non si stanchi.
Ma se dovessi stancarmi io?

Provai a creare una via d'uscita tra i pensieri, che mi stavano mangiando la mente.
Stava iniziando a piacermi. Lei, la sua presenza nella mia vita. Ma non posso permetterle di entrarci.
Non posso permettermi di affezionarmi. Non così.

È tutta colpa tua. Perché hai cambiato metodo di atteggiamento con lei? Che ha di speciale?

Provai a non dare peso alla voce dentro di me.
Mi stava addossando tutta la colpa. Ma io, di colpa, non ne ho.
È normale non sapere cosa si vuole: di vita ne abbiamo una soltanto, nessuno ci prepara a ciò che dovremmo affrontare. Nessuno sa cosa ci riserva il futuro.

Da quando l'ho incontrata, ho sentito che fosse quella giusta.
Non so spiegarlo, ma forse la cosa della "persona giusta al momento sbagliato" è vera.
Per persona giusta non intendo che sia priva di difetti. Non la conosco abbastanza da poter dire che lei ne abbia, parliamo da appena tre settimane. Però so che la perfezione non esiste.

Semplicemente, sento che lei si incastra alla perfezione con me.
Quando siamo insieme, mi sento completo. Lei è un po' come me: sa scherzare, non se la prende se faccio battute, anzi, mi asseconda.
Lei mi arricchisce.

Eppure non avrei voluto conoscerla ora.
Le tempistiche sono fondamentali: nel corso della vita cambiamo, non solo il modo in cui ci approcciamo alle altre persone, ma cambia anche la percezione che abbiamo delle relazioni e quello che vogliamo da una storia d'amore.
Maturiamo e mutiamo, perciò, dal mio punto di vista, non esiste la persona giusta per noi, ma quella giusta per il tempo che stiamo vivendo.

Da quando la conosco, però, questo mio ragionamento è andato a farsi fottere.
La volevo sempre al mio fianco; ogni volta che mi capita qualcosa di bello è solo con lei che voglio condividerlo, quando sto vivendo un determinato momento è solo lei che vorrei al mio fianco, per viverlo insieme.

Ma tu non sei così. Non lo sei mai stato.
Ed effettivamente è la verità. Non mi era mai successo prima d'ora.
Possibile che proprio Athena, in così poco tempo, sia riuscita a stravolgermi completamente la vita?

Insomma, sappiamo tutti come sono fatto.
Okay, forse no. Il mio "tutti" si riferisce a Jack.
«Jack» esclamai, con tono quasi stupito «Come ho fatto a non pensarci prima. Lui saprà come aiutarmi».
Lo chiamai.

«Enea, sei matto? Sono le tre di mattina. Vai a dormire» disse, in modo brusco.
Ero talmente preso dai miei pensieri, che non ho visto l'orario.
Sentivo solo il bisogno di parlare con qualcuno e, come ho già detto, di lui mi fido ciecamente.
«Ciao anche a te», lo salutai, ridendo.
«Ma ciao cosa, non stai bene. Lasciami dormire»
«Puoi venire da me? Ho bisogno di parlarti» chiesi, sperando vivamente in un "si".
«Stai scherzando, fratello? Sei totalmente impazzito? No che non vengo da te. Chiamami domani, ad un orario più decente, magari la mia risposta cambierà» rispose con tono secco ed attaccò.

Rimasi a fissare lo schermo, fino a che non mi addormentai.

«Hai capito quello che devi fare?» disse il ragazzo moro di fronte a me.
«Si, tutto chiaro» risposi, guardandolo negli occhi «ho solo una domanda: perché lo sto facendo?»
Ero confuso, mi stavano chiedendo di seguire una persona, eppure non avevo idea né di chi sia né del perché avrei dovuto farlo.
«Non ti deve interessare, questo. Sono fatti miei» mi guardò serio. Frugò tra i suoi documenti e tirò fuori una foto «ricordati solo la sua faccia».
Presi la foto e mi misi a guardarla.

Al contrario di ogni aspettativaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora