delusione

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Ancora una volta, lascio che la mia delusione sgorghi fuori attraverso lacrime, urla, pugni, finché non crollo a terra distrutta.

-Eccolo, quello che stavo cercando -, sento dire a una voce roca e spezzata dall'emozione dietro di me.

-Di cosa stai parlando?

-Rabbia, delusione, paura. - Una figura, simile ai doccioni che decoravano i palazzi un tempo, mi si staglia di fronte.

Timorosa, alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi, gialli e colmi di tristezza. -Chi sei?

-Io sono te -, dice la bestia. -Sono i tuoi dispiaceri, le tue arrabbiature, le tue preoccupazioni. Io sono te.

-Tu sei me? - ripeto. -Tu sei me. Io sono te.

-Sbagliato -, mi corregge. -Io sono te, ma tu non sei me.

-Non capisco.

-Tu provi tristezza, provi rancore, provi rabbia, provi disgusto, provi paura. Ma tu non sei questi sentimenti. Tu provi anche piacere, soddisfazione, euforia, amore. Sei umana, e come tutti gli altri umani ti ritrovi tutto questo dentro.

Sospiro. Sospiro così forte che la bestia indietreggia di un passo, sopraffatta dalla mia emozione. -Cosa sei venuta a fare?

-Sono qui per avvertirti.

-Avvertirmi di cosa?

-Ti stai per rompere. - Alza una zampa e, con un artiglio, mi indica il cuore. -Questo, si sta per rompere. E quando rimarrai senza io prenderò il sopravvento, non avrai più emozioni positive.

-Morirò?

-Morirai.

-Come faccio a sopravvivere?

-Ricordati come amare. Come piangere di gioia, come essere fieri di se stessi, come sorridere con il cuore. Se ci riuscirai, allora potrai sopravvivere.

-Perché mi dici tutto questo?

La belva sospira. Sospira così forte che mi fa avvicinare, tant'è piena di sentimenti.

-Anche se muori tu, io non muoio. Tutti hanno brutte giornate, momenti no, attimi tristi. Ma tu hai reso tutta la tua vita una brutta giornata, un momento no, un attimo triste. Tu non meriti di morire. Non meriti di soffrire, non meriti di avere paura, non meriti di essere delusa da te stessa e dagli altri. Meriti di essere felice, amata.

Detto questo, la bestia si gira e si prepara a saltare. -Aspetta -, la fermo con le lacrime agli occhi. Lei si gira e mi guarda, in attesa. -Grazie.

Sorride. La mia paura, la mia rabbia, la mia tristezza, la mia delusione, la mia voglia di vendetta, sorridono tutte. Poi la bestia piega le zampe e salta, arrivando fino alle stelle.

Alzo gli occhi sul cielo stellato e sorrido a mia volta. Per la prima volta non provo quella sensazione schiacciante che ti preme sul cuore, impedendoti di respirare. Mi metto le mani sul viso e mi lascio andare ad una risata cristallina. E da lì, in alto, in mezzo alle stelle, mi sembra di sentire l'altra parte di me accompagnarmi con una risata profonda. Rido fino ad avere le lacrime agli occhi, fino a non avere più fiato, fino a sentire dolore alle guance.

Che sia questa la felicità?

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