Ciò che restava di Victoir Evans erano gli occhi, tutto il resto era la sua prima bugia. Victoir nutriva da sempre una profonda avversione per le menzogne, forse per questo più si guardava allo specchio, meno gli piaceva quel che vedeva.
A cominciare dall'incarnato dal colorito giallastro, proprio come se dentro le vene gli scorresse non sangue normale, ma la sostanza dorata chiamata icore.
Una strana raffinatezza, che non rientrava nelle definizioni di efebico o androgino, contaminava la mascolinità della mandibola squadrata, delle spalle ampie e della corporatura atletica. Non l'avrebbe accomunata al fascino da predatore dei vampiri, né avrebbe saputo darle una definizione calzante, ma lo disturbava molto più delle orecchie dalla forma vagamente a punta.
Niente però era peggio di ciò che gli incorniciava il volto: una cascata di capelli oscenamente lunghi, che lo stava facendo ricredere sulla praticità della sua creatura. Mai avrebbe creduto che anche una capigliatura liscia, se folta, potesse rivelarsi così ingombrante; perciò aveva annotato nella sua lista delle cose da fare di scusarsi con sua sorella per averle dato della privilegiata.
Ciliegina sulla torta, il neo sotto l'occhio sinistro si era volatilizzato: evidentemente, le sirene-vampiro erano troppo impeccabili per macchiarsi del reato di imperfezione cutanea.
Dal suo ingresso nel Sidh erano trascorse più di ottanta clessidre, tre giorni in cui Belladonna gli aveva rivelato più di quanto chiunque nell'Overworld sapesse sui fear sidhe. Adesso Victoir era cosciente che il Sidh fosse articolato su più quartieri, detti arche, di trovarsi sull'arca-madre, la Màthair, e che la Seòmar-glainne da cui Helianthinae era emersa era il luogo in cui i fear sidhe venivano alla luce.
Aveva scoperto di essere stato fortunato a entrare nel Sidh assieme a Jasminium, perché qualunque altra porta gli sarebbe valsa un linciaggio che non si sarebbe concluso in positivo per i fear sidhe, esattamente ciò che doveva essere accaduto al pathos latitante. L'alba del giorno successivo, che nel Sidh equivaleva alla più tenue delle carezze del sole, aveva illuminato il primo corpo mutilato di un figlio dell'icore. L'orrore era già stato reiterato altre due volte, innalzando a quattro la conta delle vittime.
Le mani di Victoir prudevano dal desiderio di fare a pezzi quel bastardo, ma per il momento non poteva far altro che attenersi al piano e assimilare gli insegnamenti di Belladonna. Una caccia attraverso il Sidh era fuori questione, neanche un mastino come lui sarebbe stato abbastanza efficiente da destreggiarsi in un ambiente tanto sconosciuto, dove ogni forma di vita era un potenziale nemico.
Il cacciatore inarcò un sopracciglio, innervosito da come il suo riflesso smorzasse l'intensità delle espressioni già slavate. Mandò il nuovo sé stesso al diavolo con la pacatezza che lo caratterizzava, quindi attraversò la stanza degli ospiti prendendo di nuovo posto sulla sedia, che di quel passo si sarebbe modellata attorno al suo corpo.
Non era mai stato un tipo studioso, preferiva l'approccio pratico a quello accademico, peccato che gli incunaboli impilati da Belladonna sul bordo della scrivania tendessero verso il secondo. Alcuni tra i segreti più ambiti dell'Overworld erano lì, a dieci centimetri dalle sue mani che picchiettavano sul piano in madreperla, e lui li guardava col naso arricciato. Se fosse stata al suo posto, Lorraine si sarebbe rinchiusa in quella stanza, nutrendosi e dormendo lo stretto indispensabile, finché non avesse divorato fino all'ultima pagina.
Forse però era anche il destino, non solo la pigrizia, a frapporsi tra lui e l'ennesimo pomeriggio di studio sonnolento, nella forma di un nugolo di chiacchiere che, come un refolo fresco, si riversò nella casa di Belladonna.
Delle voci che spezzassero il silenzio erano tutto ciò che Victoir, per la prima volta dopo tanto tempo, desiderava udire.
Il mezzo vampiro si diede una spinta all'indietro, attento a non tradirsi facendo stridere i piedi della sedia contro il pavimento. Ogni minuto che passava aumentava l'intensità dei rumori, finché non divennero una vera e propria matassa di passi e voci.
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Buried by the Sea
Paranormal«La morte di una bella donna è il più poetico dei temi, e le labbra più adatte a parlarne appartengono a colui che l'amava.» Victoir Evans è disposto a tutto pur di trovare il suo posto in un mondo che lo disprezza dacché ha memoria. Nato come umano...