La mancanza di ispirazione

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Anche se potremmo definirla una mancanza di consistenza, di determinazione, alle volte la mia è una mancanza di ispirazione. Mi blocco, sono lì che cerco di scrivere qualcosa e non mi viene, non mi viene niente, sono senza parole di fronte alla bellezza di una descrizione al fatto che non sono in grado di cogliere le sfumature, i colori, la persistenza di un argomento. Vedo il progetto e mi immagino di non riuscire a raggiungere la fine, che tutto sia troppo lungo da realizzare. Così non si va da nessuna parte, Nadietta, senza l'aiuto dell'intelligenza artificiale per scrivere non sei nessuno, questa è la verità, è anche se fossi qualcuno non saresti lo stesso nessuno perché nessuno ti caga. Nessuno ti mette la pulce nell'orecchio, potresti fare così, potresti fare colà, non c'è una palestra di scrittura a cui puoi partecipare. Ci sono solo persone che fanno ghosting e che sono disinteressate. 

La Nadietta così si riduce a pura icona sentimentale, a puro epifenomeno di una vita che non conta niente, che non ha importanza per nessuno, che si articola adesso a partire dal QT allungato sull'elettrocardiogramma

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La Nadietta così si riduce a pura icona sentimentale, a puro epifenomeno di una vita che non conta niente, che non ha importanza per nessuno, che si articola adesso a partire dal QT allungato sull'elettrocardiogramma. Una sofferenza la vita che si tramuta in linee fratturate dalla difficoltà di riprendersi, di testimoniare il bene, di evidenziare quanto di buono ci possa essere nella realtà. Comunque non è sempre stato così questo nesso, la necessità di un discorso comune dell'omofobo, il padre-padrone che impone i suoi sentimenti feriti sotto forma di aggressività inutile e manchevole. Tutte le sue mancanze sono evidenti, così come quelle di una figlia che non gli dà soddisfazione ma solamente preoccupazioni. Il De Lutto maschio, questo essere inconoscibile che fa di tutto per ribellarsi all'armonia del discorso comune, della casa comune, messo nell'angolo dalla novità, messo nell'angolo dal suo stesso ragionamento. Un'orinazione della mente, così l'ho definita dentro di me il suo modo di ragionare, allo scopo di sottolineare come ormai il cervello gli sia andato in acido. In tutto questo permane per la Nadietta lo scopo primario di motivarsi a fare bene, di motivarsi a fare qualcosa per risollevarsi, per non dire c'è un'alleanza del cuore e della mente che può e deve procedere dal sistema di intrigazione a quello di estrinsecazione. Dall'inward all'outward, dal dentro al fuori, qualche schema costruttivo che si solidifichi finalmente nella sostanza di una verità, scoperta o non scoperta. Insomma sono o non sono in grado di scrivere e questo scrivere interessa forse a qualcuno? Forse Hitlek potrà avere più forza di "Caviglie velate", forse questa nuova narrazione potrà permettermi di essere davvero una scrittrice di fantascienza affermata nel suo essere controcorrente, con questa poetica dell'improbabile e del pressapoco che caratterizza il romanzo, nella sua riflessione sul tema dominante del rapporto tra potere e opinione pubblica. Il potere e il senso comune si potrebbe anche dire, così come si è conformato nei secoli per la resistenza a dominazioni e per la forza di argomentazioni che richiedono uno sforzo interpretativo non da poco. Eppure anche di fronte a questo compito mi riscopro bloccata, incapace di articolare un discorso, come se oltre al tema dominante ci fosse davvero poco altro. Eppure qualcosa da scoprire ci deve essere, ci sarà, nella tensione del personaggio Hitlek che mi darà la soddisfazione di scrivere una buona storia. 

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